Caccia alla balena azzurra

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"Andiamo a vedere le balene!!" esulta Brian dopo aver parlato con due ragazzi svizzeri ospiti a casa di Lily.

"A vedere che??" faccio eco io. Pensavo di aver capito fischi per fiaschi, invece no, ho capito proprio bene: B A L E N E. Questa è nuova, da dove salta fuori l'idea delle balene? E dove si vedono poi che siamo lontani dal mare?

I ragazzi svizzeri avevano dato qualche indicazione di massima a Brian che, super eccitato, mi fa andare di corsa a Pisco in autostop per cercare una connessione internet. Così passiamo mezza giornata per raccogliere informazioni utili e capire se la cosa è possibile. Punta Choros, piccolo villaggio di pescatori a circa 100 km a nord di La Serena, sarebbe la località più vicina ma, leggiamo, nel tour buona parte del tempo è dedicato all'escursione dell'Isla Damas con l'avvistamento dei pinguini di Humboldt, leoni e lontre marini, e molti altri tipi di uccelli.

A trenta km più in là, invece, c'è Caleta Chanaral ed il tour è di sola navigazione quindi tutto il tempo è dedicato all'avvistamento delle balene. Questa sarà dunque la nostra nuova destinazione!

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Concluso il Workaway a Cochiguaz, salutiamo Lily con qualche lacrimuccia e torniamo a La Serena, dove alloggiamo all' Hostal Casa di Maria, bello, comodo e super accogliente. Francisco e Maria ci offrono subito una fetta di melone dolce per dissetarci e un caffè per tirarci su. Ci informano che l'unico bus per Caleta Chanaral è quello dell'impresa Héctor Moyano che parte alle 8.30 di mattina davanti al panificio Los Griegos. Perfetto, basta essere lì presto per prendere i posti, adesso riposiamo un po' e facciamo la spesa per la nostra gita.

Puntualissimi alle 8 siamo già alla fermata e non siamo i soli. Il bus non è proprio un bus, più che altro sembra un minivan allargato; oltre a qualche altro backpackers come noi ci sono molti lavoratori locali che si spostano con le loro mercanzie e l'autista deve darsi un gran daffare per sistemare tutti gli zaini, scatoloni, ceste e borse dei passeggeri.

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Il viaggio è lungo, sempre più lungo di quello che dicono, il cielo è grigio e il paesaggio, andando verso nord, è già desertico.

Attraversiamo piccoli paesi dove l'autista consegna giornali, pane e pacchetti alla gente che lo aspetta sulla porta di casa con gli spicci in mano. Probabilmente l'autista è anche il corriere e il postino in queste località un po' sperdute!

A Punta Choros il minibus ha un guasto ma per fortuna siamo in un luogo turistico e dopo una telefonata, in 10 minuti di attesa, arriva un mezzo sostitutivo. Infine, abbastanza stanchi e impolverati, arriviamo a destinazione, proprio davanti al porticciolo. Le strade non sono asfaltate, qualche casa, un ristorante e delle bancarella di souvenir. Sembra tutto trascurato e decadente…

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Ma chi ha il tempo di guardarsi intorno? In meno di un minuto siamo su una piccola barca con altre dieci persone in mare aperto alla ricerca delle balene, assistiti dall'equipaggio del Tour de Ecoturismo de Roberto Alvarez. Siamo stati fortunati a trovare questi due posti liberi senno chissà quanto avremmo dovuto aspettare.

Si naviga tra le alte onde dell'oceano verso l'Isola Chanaral che appartiene alla Riserva Nazionale Pinguino di Humboldt, dove si possono vedere diversi tipi di uccelli e mammiferi marini, come pinguini, pellicani, cormorani, leoni marini.

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Sia il pilota della barca che la guida ci raccomandano di fare respiri profondi con la bocca aperta per evitare la nausea del mar di mare, ma tale consiglio non è di giovamento a chi ha lo stomaco debole e non resiste al grande dondolio delle onde.
Ma opportunità di vedere le balene elettrizza tutti i partecipanti; gioca a nostro favore il fatto che questo è il periodo migliore dell'anno per l'avvistamento e se si ha fortuna si può incontrare la balena azzurra, l'animale più grande al mondo, 33 metri di lunghezza per 180 tonnellate di peso. Pensate che la sua lingua è così grande che può ospitare fino a 50 persone! Le balene come saprete, non sono pesci ma mammiferi e per questo, pur potendo trattenere il respiro per circa mezz’ora, devono risalire in superficie per respirare.

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Durante la navigazione la guida, che si è sistemata nella prua della barca, aguzza la vista e cerca tra le onde gli sbuffi d'acqua che rilasciano le balene quando risalgono per respirare. Biologicamente parlando, si tratta dello sfiatatoio che si trova in cima alla testa della balena, da cui l'animale espelle l'aria che viene rilasciata in un ambiente a più bassa pressione e più freddo, per cui il vapore acqueo condensa formando uno spray chiamato "soffio".
Quando la guida le avvista grida "balenaaaaa" indicando con il braccio la direzione in cui si trova il grande mammifero e il pilota al volo accelera per avvicinarsi. Poi rallenta, per non spaventarla, aspettando che la balena esca di nuovo per fare un altro respiro prima di tornare in fondo all'oceano per nutrirsi. Secondo voi abbiamo avuto fortuna? No?? Ma siiiiiiiii!!!!!

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Abbiamo visto il grande dorso della balena azzurra e anche della balena fin, ben due balenottere al lato della nostra piccola imbarcazione. Non hanno fatto grandi acrobazie, niente salti o code a pelo d'acqua, solo un passaggio lento sulla superficie dell'acqua come fossero leggiadre ballerine e poi giù di nuovo nell'abisso.

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Che emozione! Dopo le grida di entusiasmo al loro passaggio "eccola eccola!!", cala il silenzio di una nuova attesa, con il pensiero che forse stava nuotando proprio sotto la nostra barca, chiedendosi a quale animale appartenessero quelle strane urla in mezzo all'oceano proprio nell'ora della siesta!

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Le foto sono dell'autore.

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