I read something yesterday that made me think a little, in Italy one family in three is made up of just one person.
You will ask me: and what is there to think about?
In reality, my reflection goes back a bit to the pandemic period because, in that case, this data leads to a series of considerations that arise from those times and lead to today and which could have triggered changes in thinking.
We start from the assumption that, if the data in question were true (and it is, there would be no reason to give numbers that are not real), during the pandemic period many people in lockdown found themselves locked in their homes, perhaps in very few square meters without even having a small outdoor space and what's more, alone.
This will certainly have led them to find themselves face to face with themselves and, perhaps, even to lose themselves in themselves; Let's face it, the prolonged stay at home has created a vulnerable and fragile condition in everyone and I think these are completely understandable sensations.
This situation, however, as I was saying, also led to the rewriting of some ways of thinking in those who saw the interdependence brought about by couple relationships as a weakness, even slavery.
There are many people who bask in their "single status", who have always seen it as a blessing because, according to them, they can do what they want, organize themselves as they see fit without having to arrange times and schedules with someone.
Of course, this could have been the pre-pandemic vision, but since then, as we were saying, a lot has changed; many of these avid singles, finding themselves alone, have cursed the status they previously venerated and would certainly have exchanged it for staying in one of those houses where there was someone shouting to turn down the volume from one room to another, those houses in which the the toilets flushing very loudly and the chef's shouts announcing that dinner was ready on the table or perhaps the shouts of the children playing and the crying because it was time to go to bed.
Life is strange, isn't it?
Just as the title suggests, the grass is always greener on the other side, perhaps it takes time to reach this conclusion however, when certain conditions are created, you get there and you do it in a very drastic and brutal way.
For goodness sake I don't want to say that those who are single today have a worse life than those who are perhaps married or cohabiting, but it immediately becomes clear that, in certain situations, the first condition becomes worse than the second; it is also true that there are situations in which singles find themselves having advantages.
However, it is not up to me to express certain judgments also because I am biased as I have a beautiful family that I wouldn't change for anything in the world.
Yes, I admit that when I was younger I believed that being single was the best thing in life; today however, hugging my wife and holding my son in my arms, I realize how wrong that thought was, at least when compared to my person and my desires.
Of course, it is obvious that everything is subjective and it is also true that you must first of all learn to feel good about yourself and enjoy solitude otherwise you will never be able to feel good about others; I myself carve out spaces of solitude, but it must be said that choosing or having this status imposed is a very different thing.
If you decide to be alone, it may also be normal that at certain ages and situations, you see it as the greatest luxury in the world, but when this thing becomes to all intents and purposes an imposition and you have no possibility of choice, everything changes. ... So what do we do?
I don't know how to answer this question and then it would be nice if you gave me the answer and also told me a little what you think about this reflection of mine.
Thank you always for the time you dedicated to me!
I hug you!
Leggevo un dato ieri che mi ha fatto pensare un po', in Italia una famiglia su tre è composta da una sola persona.
Mi chiederai: e cosa c'è da pensare?
In realtà la mia riflessione torna un po' indietro al periodo della pandemia perché, in quel caso, questo dato porta a una serie di considerazioni che nascono da quei tempi e portano a oggi e che potrebbero avere innescato dei cambiamenti di pensiero.
Partiamo dal presupposto che, se il dato in questione fosse vero (e lo è, non ci sarebbe motivo di dare dei numeri che non sono reali), durante il periodo di pandemia molte persone nel lockdown si sono ritrovate chiuse in casa, magari in pochissimi metri quadri senza avere nemmeno un piccolo spazio all'aperto e per di più soli.
Questo li avrà sicuramente portati a trovarsi a tu per tu con se stessi e, magari, a perdersi anche in se stessi; diciamocelo chiaro la prolungata permanenza in casa ha generato un po' in tutti una condizione di vulnerabili e di fragilità e credo che siano sensazioni del tutto comprensibili.
Questa situazione però, come dicevo, ha anche portato a riscrivere alcuni modi di pensare in chi vedeva nell'interdipendenza portata dai rapporti di coppia una debolezza, una schiavitù addirittura.
Ci sono tante persone che si crogiolano nel loro "status single", che da sempre lo vedono come una benedizione poiché, a loro dire, possono fare ciò che desiderano, organizzarsi come meglio credono senza dover incastrare tempi e orari con qualcuno.
Certo, questa poteva essere la visione prepandemica, dopo però, come dicevamo, molto è cambiato; tanti di questi single accaniti, ritrovandosi soli hanno maledetto lo status che prima veneravano e sicuramente lo avrebbero scambiato per stare in una di quelle case in cui ci stava qualcuno che urlava di abbassare il volume da una stanza all'altra, quelle case in cui risuonavano rumorosissimi gli sciacquoni del bagno e le grida del convivente chef che annunciava che la cena era pronta in tavola o magari le urla dei bambini che giocavano e i pianti perché era arrivata l'ora di andare a letto.
Che strana la vita, vero?
Proprio come da titolo, l'erba del vicino è sempre più verde, magari serve del tempo per arrivare a questa conclusione però, quando determinate condizioni si vengono a creare, ci si arriva e lo si fa anche in maniera molto drastica e brutale.
Per carità non voglio dire che chi oggi è single ha una vita peggiore di chi è magari sposato o convive, salta però subito all'occhio che, in determinate situazioni, la prima condizione diventa peggiore della seconda; è anche vero che ci sono situazioni in cui i single si ritrovano ad avere dei vantaggi.
Non sta comunque a me esprimere determinati giudizi anche perché sono di parte avendo una bellissima Famiglia che non cambierei con nulla al mondo.
Si, ammetto che quando ero più giovane credevo che l'essere single fosse il massimo della vita; oggi però, abbracciando mia Moglie e tenendo in braccio mio Figlio, mi rendo conto di quanto quel pensiero fosse sbagliato, quantomeno se rapportato alla mia persona e ai miei desideri.
Certo, è ovvio che tutto è soggettivo ed è anche vero che bisogna prima di tutto imparare a star bene con se stessi e a godere della solitudine altrimenti non si potrà mai star bene con gli altri; io stesso mi ritaglio degli spazi di solitudine, c'è però da dire che è cosa molto diversa lo scegliere o il trovarsi imposto questo status.
Se decidi di stare solo può anche essere normale che in determinate età e situazioni, Tu veda la cosa come la più grande pacchia al mondo, quando però questa cosa diventa a tutti gli effetti un'imposizione e Tu non hai alcuna possibilità di scelta tutto cambia... E allora come la mettiamo?
A questa domanda non so dare risposta e poi sarebbe bello che la risposta me la dessi Tu dicendomi anche un po' cosa pensi rispetto a questa mia riflessione.
Grazie sempre per il tempo che mi hai dedicato!
Ti Abbraccio!
The texts are translated with simultaneous translators; for the avoidance of doubt I have decided that they will all be translated exclusively with Google Translate.
Of course, English is not my first language but I try, forgive any mistakes and imperfections of Translate.