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Secondo appuntamento con la nostra avventura a quattro mani.
Un ringraziamento doveroso a colei che ci ha spronato e continua a farlo: @coccodema.
Come già anticipato qui, vi racconteremo la stessa storia dal punto di vista dei due protagonisti, di pari passo, ogni venerdì incontreremo Lei, mentre ogni martedì sarà il turno per conoscere meglio Lui.
Sperando sia di vostro gradimento, vi auguriamo buona lettura da @uggya ed @emrys77!
Qualora abbiate perso le puntate precedenti o vogliate rileggerle, le troverete nella tabella di seguito:
| Frammenti di vita... in due | ||
|---|---|---|
| Episodio 01 |
Connessioni - Lei
Erano passati mesi da quel primo giorno di lavoro, piano piano ero riuscita a farmi rispettare per quel che valessi e non per chi fosse il mio compagno. Si erano instaurate amicizie, abitudini, ed a volte anche qualche battuta che rendeva più leggera la giornata.
Arrivando all'ufficio come prima cosa cercavo Lui, che al solo guardarlo mi infondeva tranquillità. Ricordo come potessi sentire addosso i suoi occhi, tranquilli e sereni, appena mi voltavo e vagavo per l'ufficio. Era ormai diventato un susseguirsi di occhiate nascoste ma ben percepite l'uno dall'altro. C'erano volute settimane prima che quel suo sguardo, sempre sfuggente, si fermasse finalmente su di me, sostenendo il mio! Fu quasi un traguardo, a ripensarci!
Certo, le occasioni per parlare non mancavano all'interno dell'ufficio, discorsi lavorativi, qualche chiacchiera del più e del meno, ma era come se entrambi sapessimo che ci fosse un filo invisibile a connetterci, una sorta di ragnatela che si andava tessendo.
Dentro di me qualcosa mi spingeva verso Lui, non mi rendevo bene conto di cosa potesse essere, ma sentivo il bisogno di avvicinarmi. Era come se lui fosse una magnete gigante di quelli usati da Willy il Coyote, ed io fossi l'incudine soggetta a quella forza più grande di me. Provavo a mantenere un atteggiamento distaccato, ma mi rendevo conto che il mio corpo parlasse più di me; piccoli segnali a volte impercettibili, ma pur sempre presenti e recepibili.
Se prima fossi titubante nel rapportarmici, piano piano mi resi conto che non cercassi di evitare le occasioni per parlarci; d'altro canto potevo percepire che neanche lui sembrasse immune a quella reticenza: mi sorrideva, si soffermava su di me, gradualmente stavamo sciogliendo quel muro di ghiaccio dovuto alla formalità del luogo di lavoro.
Come se le nostre mani vi fossero appoggiate, da un lato e dall'altro, e con il loro calore assottigliassero quello strato divisorio. Cosa sarebbe accaduto allo sciogliersi di tutto quel ghiaccio? La mente di tanto in tanto provava a porsi la domanda, ma il cuore dava un battito più forte e faceva cancellare subito quel pensiero, lasciandolo vagare nel limbo.
Second appointment with our four-handed adventure.
A big thank you to the person who spurred us on and continues to do so: @coccodema.
As already anticipated here, we will tell you the same story from the point of view of the two protagonists, at the same time, every Friday we will meet She, while every Tuesday it will be the turn to know better He.
Hoping you enjoy it, we wish you good reading from @uggya and @emrys77!
If you have missed the previous episodes or would like to read them again, you will find them in the table below:
| Fragments of life... in two | ||
|---|---|---|
| Episode 01 |
Connections - She
Months had passed since that first day at work, and I had slowly managed to get respect for my worth and not for who my partner was. Friendships and habits had been established, and sometimes even a few jokes that made the day lighter.
When I arrived at the office, the first thing I did was to look for Him, who gave me peace of mind just by looking at him. I remember how I could feel his eyes on me, calm and serene, as soon as I turned around and wandered around the office. It had become a succession of hidden but well-perceived glances at each other. It had taken weeks before that ever elusive gaze of his finally stopped on me, supporting mine! It was almost an achievement, when I think about it!
Of course, there was no shortage of opportunities to talk in the office, work-related conversations, the odd chit-chat, but it was as if we both knew there was an invisible thread connecting us, a sort of spider's web being spun.
Something inside me was pushing me towards Him, I didn't know what it could be, but I felt the need to get closer. It was as if he was a giant magnet of the kind used by Willy the Coyote, and I was the anvil subject to that force greater than myself. I tried to maintain a detached attitude, but I realised that my body spoke more than me; small signals, sometimes imperceptible, but still present and perceptible.
If at first I had been hesitant in dealing with him, I gradually realised that I was not trying to avoid opportunities to talk to him; on the other hand, I could perceive that he did not seem immune to that reticence either: he smiled at me, he lingered on me, gradually we were melting that wall of ice due to the formality of the workplace.
As if our hands were resting on it, on either side, and their warmth was thinning that dividing layer. What would happen when all that ice melted? The mind would try to ask the question from time to time, but the heart would give a stronger beat and immediately erase that thought, letting it wander in limbo.