Steemit, sei mesi dopo

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Su Steemit e su come sono finita qui

Sono approdata su Steemit qualche mese fa.
Era giugno e un pomeriggio mi dicono: "tu che scrivi solo per te stessa, iscriviti qui".
Era un patito di cryptovalute, affascinato e ammaliato da questo strano mondo del trading approdato al codice binario della realtà digitale.
Mi parla di questo social dove scrivi e ti pagano per scrivere. Basta scrivere bene e sei premiato. Considerato. Ovviamente in inglese, lingua madre del sito.
Facile, no?

Sì, ma i soldi da dove vengono?
Chi te li dà?
Come funziona?
Le persone come mi trovano?
E cosa sono gli steem e gli sbd?

Domande a cui l'interlocutore rispondeva con cognizione e dovizia di particolari, ma non capivo. Mi fidavo, ecco.
Ho deciso di iniziare senza pormi tante domande, aprendo l'ennesimo blog della mia carriera sul web.
Un misto dei tanti, dove racconto di me, delle mie foto, le mie ricette, i miei viaggi, il mio lavoro.

Community, che bella parola!

Scrivo il primo post, di presentazione. Tanti saluti dalla comunità di strani avventurieri come me.

Inizio a scrivere, racimolando pochi centesimi. Inizio a studiare il "territorio".
Leggo, osservo, commento, partecipo ai contest.
Scopro e apprendo l'importanza della comunità.
Della condivisione di esperienze, storie, fatti, su cui si basano le relazioni umane, anche qui.
Se partecipi, vieni premiato. Se commenti, sarai ricambiato. Se entri a far parte di un gruppo, il gruppo ti aiuterà.
Puoi essere James Joyce e scrivere l'Ulysses del XXI secolo, ma se non hai un pubblico a cui farlo leggere, non lo saprà mai nessuno.
Questo, dopo qualche settimana, era chiaro.
Ho iniziato a partecipare a contest, di fotografia e cucina. Ho partecipato come traduttrice volontaria a un progetto di Steem Wiki Center, grazie al quale ho capito un po' di più Steemit e il mondo delle criptovalute.

Ho iniziato a conoscere persone oltre un nickname.
Perseveranza, questa è la chiave.

SteemPostItalia, piacere di conoscerti!

E un giorno di luglio, perseverando nell'attesa di un amico al cinema all'aperto di Trastevere, ho scovato per caso un post di @SteemPostItalia.
Invitava a unirsi a un gruppo su Telegram.
Dove ho trovato altre 50/60 persone che facevano comunità. Connazionali, concittadini, "paesani" riuniti per cercare di trovare una strada, senza perdere la bussola nel mare magnum che sta diventando Steemit.
Si scrive in italiano, ci sono poche ma severe regole, si scrive di tutto, si legge e si scambiano idee, opinioni, strade per crescere e migliorare.
Come ogni comunità che si rispetti, non mancano le polemiche, le discussioni, i malcontenti, i fraintendimenti.
Non mancano nemmeno i chiarimenti, il chiedere scusa, riflettere e ricominciare.
Come ho ribadito spesso a me stessa ogni qual volta la fiamma della polemica accendeva gli animi con sterili ragionamenti e critiche delle altrui azioni e scelte, in fondo qui c'è tutto da guadagnare e poco o nulla da perdere.
Basta riuscire a far fruttare saggiamente quel che si ha.

Sono passati 5 mesi da quella sera e oggi non siamo più su Telegram ma su una piattaforma più organizzata e flessibile perché il gruppo è cresciuto, e tanto. (Siamo qui --> Discord - SteemPostITA )
SteemPostIta è la comunità italiana di Steemit.
In quella comunità, ho deciso di farmi parte attiva, rimboccarmi le maniche e dare una mano.
È diventato un impegno quotidiano, non solo per la scrittura dei miei contenuti, ma per il lavoro che c'è dietro la cura dei contenuti del gruppo.

Voce del verbo curare

Per migliorare e spronare tutti a migliorare è stato istituita una rubrica che premia l'eccellenza nella comunità, "Podium".
L'obiettivo è scovare ogni giorno, tutti i giorni, i migliori post della giornata, recensirli e premiarli.
Inoltre, creare una sorta di sommario dei post pubblicati in quella giornata, organizzarli per tematica e dare a tutti la possibilità di leggere i post del gruppo, trovandoli comodamente in un unico post.

Un lavoro che richiede organizzazione, tempo e volontà. Pazienza e dedizione.

Cercare di essere obiettivi e giusti, quando obiettivo e giusto non lo si può essere mai davvero, per via di quell'"io"soggettivo così accentuato che ci fa da lente per guardare il mondo.

Siamo una moltitudine di soggettività che cercano oggettivamente di premiare i migliori, chi lo merita,
chi "al di là di ogni ragionevole dubbio" produce contenuti di "qualità".

Ma cos'è, questa qualità?
Per me, di formazione umanistica, letteraria, avida e incallita lettrice onnivora, che subisce la malia dell'animo umano raccontato nero su bianco da una pagina scritta, qualità è:
Un testo che scorre, che leggi d'un fiato senza arrancare, che ti appassiona pur non sapendo nulla dell'argomento trattato e che proprio per questo ti arricchisce;
Qualità (da ex-secchiona-nontantoex quale sono) è un testo scritto in italiano corretto, con la punteggiatura correttamente inserita, la coniugazione dei verbi accordata al tempo della narrazione, la sintassi rispettata, la lettura che fluisce naturalmente.

Sono criteri per me oggettivi e imprescindibili ma che per altri sono soggettivi e secondari.

È per questo che la cura del podium non è affidato a una sola persona, ma a una piccola moltitudine di soggettività che si incontrano, discutono e decidono in terzine, perché sono tre al giorno.
Abbiamo iniziato questa estate, tra la routine della spiaggia e quella del rientro cittadino, aggiustando il tiro e migliorando il metodo strada facendo.

È un work in progress, un continuo studiare, studiarsi per cercare di mettere in luce quello che dovrebbe raggiungere la comunità italiana: post originali, interessanti, inediti, che gettino luce sulla ricchezza e variegatazza della nostra formazione culturale, sociale, artistica, politica, economica, sportiva, culinaria, geografica, storica, letteraria, poetica, matematica e chi più ne ha più ne metta.

Non ci sono paletti, non ci sono limiti alla varietà degli argomenti.

L'importante è metterci passione e dedizione, cura e attenzione, se stessi e ciò che si ama, mettendosi in gioco sempre, continuamente.

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