Dieci momenti di sport del 2017

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(immagine rielaborata dall'autore)

Ultimo giorno del 2017 e come al solito ci sono due cose da fare: o concentrarsi sulle aspettative per l'anno nuovo, o ripercorrere i momenti più significativi dell'anno passato. Lo sport spesso si presta molto bene a regalarci momenti epici e indimenticabili e quanto appena trascorso non è stato da meno. Ripercorriamo 10 momenti, alcuni all'insegna della nostaglia, altri più attuali, altri che onestamente non avremmo voluto vivere però hanno a loro modo scritto la storia:

10 - L'ultima partita di Francesco Totti
619 partite giocate, 250 gol dopo, Francesco Totti lascia la Roma e il calcio giocato: sarà un momento un po' provinciale in una classifica piena di momenti internazionali, ma è anche il momento simbolo della stagione passata del nostro calcio, forse anche più del sesto scudetto della Juventus (con scuse agli juventini, ma ampiamente nei pronostici). Il 28 maggio 2017 si chiude un'era di un calcio delle bandiere che ormai non esiste più, si chiude un'era per una squadra e il calcio italiano saluta uno degli ultimi eroi del 2006, Mondiale spartiacque che segna un passaggio storico importante per l'Italia del pallone. Per fortuna, ma anche purtroppo, pensando a oggi.
9 - Floyd vs Connor, The Show
In classifica ma anche il meno affascinante degli eventi qui in lista, più che altro per il volume d'affari che ha reso il match un business più che un evento sportivo. Un costo medio per biglietto di 3500 dollari, con ricavi di vendita attorno ai 90 milioni d'incasso, 500 milioni per la pay per view e un miliardo di dollari complessivi di ricavi. Sul ring ha vinto "Money", ma anche fuori: Mayweather infattiha incassato una borsa maggiore rispetto a McGregor, incassando il 70% della torta riservata ai pugili/lottatori. Bel colpo.
8 - Il doblete del Real
Nessuno, prima del 3 giugno 2017, aveva mai vinto per due volte di fila la Champions League. Il Real ci è riuscito, purtroppo a discapito di una formazione italiana, la Juventus. Che ha lottato per 45' realizzando anche un gol strepitoso con Marione Mandzukic, ma poi ha dovuto cedere a Casemiro, Ronaldo e Asensio: si è parlato molto (e perculeggiato troppo) dopo la Finale, l'impressione che i bianconeri abbiano affrontato, come due anni prima col Barcellona, una squadra poco giocabile e "in missione" però è parsa evidente. Il 4-1 nella sostanza è pesante, ma il Real non poteva perdere quella partita.
7 - Major League becomes reality
Avete presente il film con Charlie Sheen in cui degli scalcinati Cleveland Indians volano dalle stalle alle stelle? Ecco, togliete "Wild Thing", mettete una squadra forte e ben costruita e avrete una striscia vincente da 22 partite, che supera anche quella degli Oakland Athletics della Moneyball e si piazza tra i migliori dati d'imbattibilità dello sport americano. Tutto questo in una città prima maledetta, presa in giro e disprezzata ("The Mistake on the Lake", l'errore sul Lago per molti americani) che da qualche anno tra NBA e MLB è al centro dello sport americano.
6 - Il ritiro delle maglie di Kobe
Kobe Bryant, number 8 e numder 24. Come Jordan prima di lui (23 e un meno epico 45) e Lebron dopo (23 e 6). Alcuni grandi non possono esser identificati da un numero solo, forse è destino. La cerimonia di Kobe, come quella dell'ultima partita (col sessantello costruito in maniera molto hollywoodiana), è stato un grande momento per chi, nel dopo-Jordan, si è stretto attorno a questo giocatore dei Los Angeles Lakers che prima con Shaq, poi da solo, ha scritto un pezzo di storia NBA. Con una maglia sola. Anche qui una bandiera, un solo cuore. Non c'è niente da fare, le bandiere sono troppo romantiche.
5 - La fine di UConn
Pesce d'aprile: dopo 111 partite, la formazione di basket femminile di University of Connecticut allenata dallo storico Geno Auriemma perde l'imbattibilità. Ci vuole una vittoria all'overtime, con un tiro allo scadere, di Mississipi State per 66-64. UConn non corre al titolo per il 2017, dopo quattro titoli di fila (2013, 2014, 2015, 2016) e perde la striscia vincente più lunga e vincente nella storia dello sport di college americano. Spesso la caduta degli Dei fa più notizia dei vincitori, questo è uno dei diversi casi di un anno in cui, di sorprese, se ne sono viste: alcuni piacciono, altre meno.
4 - Svezia amara
Questo momento non avremmo voluto vivere: stiamo parlando dell'eliminazione dai Mondiali dell'Italia per mano della Svezia. Una sconfitta di portata talmente ampia che ha lasciato pochissimo spazio alla discussione sportiva, sulle partite, e che presto si è trasformata in una riflessione più ampia sul calcio italiano. Che dovrà ora ricostruire dalle macerie, e non solo con un cambio d'allenatore. Tutto questo a undici anni dall'ultimo trionfo Mondiale, e a cinquantanove dall'ultima grande manifestazione internazionale senza Azzurri (1958).
3 - La sconfitta di Bolt
Il 5 agosto si consuma un'altra caduta eccellente: Usain Bolt, alle ultime gare della sua carriera, si arrende nei 100 metri ai Mondiali. Vince Justin Gatlin, Chris Coleman arriva secondo: per lo sprint americano arriva un bronzo, che stona con un palmarès di 14 medaglie mondiali e otto ori olimpici. Un uomo abituato a regalarci record, che per le sue ultime uscite invece ci ha stupito non vincendo. "Bolt non ha vinto" è diventata una notizia, a questo è arrivato questo sprinter leggendario: grazie di tutto Usain.
2 - La rimonta dei Patriots
I New England Patriots rimontano gli Atlanta Falcons 25 punti, partendo dal 28-3 d'inizio terzo quarto: Tom Brady, a breve distanza dallo scandalo "Deflate-gate" e dalla squalifica, vince e viene premiato dal grande nemico Roger Gooddell, commissioner della Lega. Brady scrive un altro capitolo da leggenda immortale del football americano e stupisce chi, durante il terzo quarto, lo dava già per perdente. Attorno all'evento si consumano meme, battute e persino aneddoti curiosi (la tennista Eugenie Bouchard perderà una scommessa con un tifoso su Twitter sull'esito della partita, in palio una cena). Il Superbowl LI entra nella storia e con essa Brady: ci sono passaggi importanti nella carriera che definiscono atleti come i più grandi nella storia del loro sport o al mondo. Questo è uno di quelli.
1 - Re Roger di Wimbledon
Vincere l'ottavo Wimbledon? Check. Arrivare in fondo al torneo a 36 anni? Check. Farlo senza concedere nemmeno un set? Check. Il ritorno all'elitè del duello Federer-Nadal è stato la storia principale del tennis del 2017. L'anno l'ha chiuso in testa al ranking ATP Nadal, ma il torneo giocato da Roger nel tempio del tennis è stato il miglior film dell'anno. Un fenomeno che nella sua casa non lascia nulla agli avversari e fa "il cannibale" andando a vincere il torneo con facilità. Disarmante perchè in realtà fare quel che ha fatto lo svizzero è una delle cose più difficili che gli si potesse chiedere, anche contro avversari che valgono un quinto del suo talento. Ci sono eventi, come detto, che definiscono gli immortali, Wimbledon 2017 lo è stato per Federer, e non è stato il primo. Viva il Re!

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