Un addio o un arrivederci


Un addio o un arrivederci

Torni in quella che è stata la tua casa per 29 anni, qui hai vissuto momenti felici, visto nascere le tue figlie, hai sempre cercato di mantenerla in ordine, con l’erba tagliata, le piante potate, le rose concimate, il laghetto pulito con al centro le tartarughe a prendere il sole e i tuoi cani felici a rotolarsi nell’erba.
Ora cinque betulle sono morte, così un pino, una magnolia e l’acero giapponese con i suoi novant’anni (orgoglio di tua moglie) che reca i segni d’incuria e scarsa manutenzione.
Le erbacce hanno infestato ormai tutti i prati e svettano alte più di un metro, altre imputridiscono a terra, la vernice delle cancellate si è improvvisamente crepata, quasi avesse sentito solo ora il bisogno di rinnovarsi. La casa all’interno umida e triste non emana più quel calore che solo chi l’ha vissuta sapeva dare.
Ti sembra di sentire la tua nipotina che canta una filastrocca, tua moglie che le insegna a pronunciare in tailandese le stesse parole in tonalità diverse; ma è solo un sogno ad occhi aperti.

Un grazie a Yano (Max & Teo), Davide Oggionni e gli altri ragazzi della compagnia, che si sono spesi fuori orario e nelle festività a darmi una mano in questo trasloco forzato.

18th November 2018


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