Il presente tiranno

Vogliamo, per maggioranza e senza particolari differenze fra popoli, una casa, acqua potabile, cibo, una famiglia. Poi iniziano ad emergere le differenze culturali: qualcuno vuole spostarsi e visitare vari paesi o tutti, avere un’auto ad emissioni zero, mangiare prelibatezze di un altro continente, elettricità ad emissioni quasi zero, libertà di espressione, etc. Queste volontà hanno dei costi materiali ed energetici.



Evoluzione della popolazione in scala logaritmica. Immagine di dominio pubblico

La civiltà umana ha vissuto più di 10 mila anni con una popolazione inferiore ai 100 milioni di individui. Dopo la prima rivoluzione industriale, il fenomeno delle nascite inizia ad esplodere, creando una tendenza esponenziale.

Popolazioni, consumi ed impatto sulla biosfera terrestre

Ti distrai un attimo e la popolazione mondiale cresce di mezzo miliardo.
Citazione del mio professore di demografia

Quando ho sentito quella frase, la popolazione mondiale ammontava a poco più di 7,408 miliardi di individui. Oggi quel numero è schizzato a 7,581.

Pensiamoci. Più bocche da sfamare, più abitazione da costruire, etc. In generale, più uso di energia e risorse minerarie. Questa crescita avviene per lo più nei paesi in via di sviluppo. A chi piacerebbe trovare un estraneo in casa che detta regole sul come si usano i propri genitali?

Più precisamente la crescita si verifica nell’Africa (sub-sahariana). Proviamo ora a vedere quante Terre consumano con il loro stile di vita:


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Fonte

0.82 nell’anno più recente disponibile.
Solo in Europa quel dato ammonta a 2.85, quasi 3 volte e mezzo il dato africano.
In Cina si trova un valore pari a 2.11, cresciuto di 2.11 volte in appena 12 anni.
In India si trova 0.62.
Ignoriamo per qualche secondo la crescita di popolazione che questi territori continueranno a registrare per almeno altri 4 decenni, secondo varie previsioni.
Se quelle zone iniziano a consumare come l’Europa, soprattutto Africa ed India, dato che la Cina sta già sulla retta via, non mi aspetto scenari piacevoli per la Terra come noi la conosciamo oggi.

Impossibilità di avere libertà, sviluppo e sostenibilità contemporaneamente?

Partiamo da un assunto: in economia per libertà si intende la possibilità di scegliere cosa consumare, dato un mercato che offre varie opzioni.
Qui intendo anche una libertà più personale, tipo quella di decidere dove viaggiare, cosa mangiare, quanti figli fare e quando, etc.
Il libero mercato consente più libertà economica rispetto ad un’economia pianificata, come ho citato anche altrove. Secondo me uno dei modi per abbassare il costo ambientale di tutti i paesi sta nell’avere un’economia dove non esistono svariate aziende che producono la stessa cosa e competono in un settore, ma non più di un numero fisso che offre un minimo di libertà, sacrificando la scelta. Quindi un’economia pianificata con un mix di tipologie di aziende con diversa gestione.
Mettere limiti sugli spostamenti e su altre questioni più o meno delicate può abbassare ulteriormente il numero di terre consumate da ogni individuo.
Gli ultimi due spunti diminuirebbero fortemente la domanda, quindi lo sviluppo, ossia la creazione di nuove aziende o industrie. Senza un piano di distribuzione dei beni e servizi, però, il tutto può terminare molto rapidamente. Ricordo che le persone non hanno bisogno di un lavoro, ma di riparo, cibo, acqua, etc. Il lavoro permette di ottenere un mezzo di scambio che ne garantisce l’accesso.

Voglio mostrare l’impossibilità, non dimostrata, di avere tutte e tre le condizioni secondo percezioni parzialmente personali (eccetto sostenibilità, misurata in numero di terre richieste)

PaeseLibertàSviluppoSostenibilità
Cuba++++
Cina++++
USA+++++
Italia+++
Ecuador?++++++
Norvegia++++++
India??++++

Nella libertà ho fatto un mix non pesato fra libertà economica ed individuale. La sostenibilità massima l’ho assegnata a chi consumerebbe meno di 1.20 se tutti consumassero come quel paese.

Conclusioni: San Francesco e la libertà individuale

Giovanni Francesco Bernardone lasciò definitivamente la casa d'origine, gettando nella disperazione il padre, un ricco mercante di stoffe che non riuscirà mai a capire perchè il suo unico figlio volle restituirgli persino gli abiti per dedicarsi agli ultimi, in primis i lebbrosi, abbracciando la povertà più assoluta per seguire una ricchezza ancora più alta ed assoluta, la ricchezza della fede evangelica e della speranza cristiana legata intimamente a Gesù di Nazareth.

Quanti oggi si spoglierebbero di libertà personali e non (anche tramite consensi a partiti politici) quali viaggi, piatti di carne rossa, etc., per garantire una distribuzione delle risorse più equa alle future generazioni e agli attuali più poveri? Non so. Ed un singolo paese non basterebbe. Quanto tempo resta per prendere coscienza? Evolutivamente parlando, uno sputo.

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