The real question is: what are we choosing to give a fuck about?

Sto spendendo troppi soldi ultimamente in libri, dovrei comprare quei mattoni che finisci di leggere tra un anno perché quelli dalle 300 pagine li finisco in tre giorni.

Oggi volevo parlare con voi di un libro molto, molto interessante preso al volo in aeroporto quando ho realizzato di aver lasciato a casa il Kindle (ero disperata, la mia sbadataggine aveva superato ogni limite quel giorno).

£12.99. Bene, altro libro altri soldi spesi. Che poi tanti mi dicono ma perché non te li scarichi? Conosco un sito... no. Preferisco spendere i miei soldini e darli a scrittori che si impegnano davvero.

Il titolo di questo mio ultimo libro?
"The subtle art of not giving a fuck", tradotto, "La sottile arte del non fregarsene un cazzo".


Foto dell'autore

Ho iniziato a leggere questo libro mentre, dolorante, aspettavo che uscisse il gate per salire in aereo.

Tra un cappuccino al latte di cocco e della frutta non riuscivo più a staccarmi. E questo io adoro di alcuni libri: quando non riesco a staccarmi finché non li ho finiti di leggere vuol dire che mi hanno colpito dentro all 200%.

Sono solo stata interrotta ogni tanto (anzi più di ogni tanto) da una ragazza seduta dietro di me che parlava in italiano, al cellulare, di tutte le cose più stupide e insignificanti mai sentite in vita mia. Sapeva tutto di tutti e rideva, rideva di continuo. Un nervoso... ma il libro non era un consiglio per non fregarsene un cazzo? Dovevo già metterlo in pratica! Ma un nervoso... ok, dopo un'ora finalmente si era ricordata che anche lei era in aeroporto per prendere l'aereo e andare affanculo.

Scusate, ora passiamo alle cose serie.

Che libro ragazzi. 

L'autore è Mark Manson ed è un famosissimo blogger. Questo libro ha venduto milioni di copie.

Sapete che a me non piace "spoilerare" che si tratti di libri, film, serie TV, ecc, cerco sempre di darvi qualche accenno qua e là per invogliarvi a leggere, vedere, quello che mi colpisce.

Nella mia lettura io devo sempre leggere qualcosa anche di "reale" anche se i gialli mi piacciono parecchio ma cerco sempre di aumentare il mio bagaglio personale con delle vere e proprie lezioni di vita da cui prendere spunto nei momenti difficili. 

E questo è uno dei libri che ti insegna molto, che ti sbatte in faccia la realtà dei fatti, quella che è la vita.

Molte cose scritte in questo libro le condivido in quanto sono cose di cui ho già scritto nei miei blog precedenti.

LA RICERCA DELLA PERFEZIONE

Quanto veniamo bombardati da gente "perfetta"? La casa perfetta, la famiglia perfetta, il conto in banca da paura, il fisico perfetto e chi più ne ha più ne metta.

Ruolo molto importante viene ricoperto dai Social Media e dalla Televisione (che io non guardo, ed Instagram sto pensando seriamente di eliminarlo perché non lo uso più).

Quando noi vediamo queste persone che sembrano così perfette, non facciamo altro che guardarci allo specchio sperando di raggiungere quella perfezione.

Our culture today is obsessively focused on unrealistically positive expectations: be happier, be healthier, be the best, better than the rest. Be smarter, faster, richer, sexier, more popular, more productive, more envied and more admired.

La nostra cultura oggi è focalizzata in modo ossessivo su aspettative positive non realistiche: sii più felice, più sano, sii il migliore, migliore di tutti gli altri. Sii più intelligente, veloce, ricco, il più popolare, il più produttivo, più invidiato e più ammirato.

Quando noi pensiamo a questi concetti non facciamo altro che cercare di raggiungere un qualcosa che nel frattempo ci ricorda quanto male stiamo con noi stessi.
E magari passiamo il nostro presente a voler raggiungere un futuro che in realtà è fatto di obiettivi astratti.

E tutto quanto, ripeto, facendoci ricordare di quanto male stiamo con noi stessi.

Tempo fa vi parlai di quello che fa il marketing e mi ritrovo qui gli stessi miei pensieri condivisi da questo scrittore.

Ovunque ci giriamo siamo bombardati costantemente da una cosa:

The world is constantly telling you that the path to a better life is more, more, more. Buy more, own more, make more, fuck more, be more.
You are CONSTANTLY BOMBARDED WITH MESSAGES TO GIVE A FUCK ABOUT EVERYTHING, ALL THE TIME.
....why? Because giving a fuck about more stuff is good for business.

Come dargli torto? Quando l'altro giorno scrivevo del film "Into the wild" era proprio questo che intendevo trasmettervi tramite la recensione al film: 

tanti pensano che la felicità sia: sono più felice se ho più cose, ma non è così!

Accade infatti che, quando guardiamo/ascoltiamo messaggi pubblicitari, l'avere una cosa (macchina, vestiti, ecc) viene automaticamente collegato all'essere più felici. 

Vuoi essere più felice? Compra la nuova auto.
Vuoi essere più sexy? C'è quel chirurgo in televisione che ti consiglia di rifarti le labbra
.

Ogni cosa ti porta a pensare che la felicità possa essere raggiunta tramite l'avere di più, tramite l'essere quello che non sei.

The problem is that giving to many fucks is bad for your mental health.

Il problema di fregarsene il cazzo troppo, è negativo per la tua salute mentale.

Sì, perché se inizi a dare peso a tutto non riuscirai MAI a vivere ben con te stesso. Sarai costantemente alla ricerca di possedere cose, essere quello che non sei, con la speranza di trovare la felicità ma...

... la felicità non è un qualcosa che raggiungi in un particolare momento della tua vita e che poi rimane fino alla tua morte.

La vita è fatta di tanti momenti di felicità e il possedere la nuova auto, non ti renderà felice a vita, ti farà solo svuotare il conto di tanti soldini che avresti potuto usare per viaggiare (o per comprare libri, come me).

Rincorrere la felicità tramite queste cose futili è come:

It's like this one time I tripped on acid and it felt like the more I walked toward a house, the farther away the house got from me. And yes, I just used my LSD hallucinations to make a philosophical point about happiness. No fucks given.

Tradotto: questa è meglio se non ve la traduco! 

Potrei fare tantissimi altri post riguardo a questo libro ma, il succo del discorso è che la vita è fatta di cose negative e positive.

Un giorno moriremo, tutti moriremo, non c'è cosa più sicura della morte nella nostra vita.

Dobbiamo allora decidere di che cosa vogliamo fregarcene. Questo non vuol dire che dobbiamo essere indifferenti a tutto ma vuol dire dare giusto peso alle cose.

Come io quel giorno in aeroporto che, invece di concentrarmi a leggere, pensavo a quanto avrei voluto fulminare la ragazza "so tutto io" seduta dietro di me.

Ci sono cose davvero inutili nella vita che assorbono le nostre energie, ci creano stress che potremmo tranquillamente evitare! Noi dobbiamo imparare a 

dare il giusto peso alle cose.

E quando accade qualcosa di grave invece, che ci segna molto nella nostra vita, anche qui dobbiamo fregarcene il cazzo? Beh, in questo caso dobbiamo imparare a come vedere le cose

Esatto, qualsiasi cosa accada nella nostra vita, sta a noi decidere se lasciarci andare alle preoccupazioni e disperarci o decidere di prendere la situazione di petto e fare qualcosa.

Questo concetto l'ho un po' rivisto anche nel mio libro precedente di Osho, il mistero femminile, che dice che spesso noi diamo la colpa a quello che siamo per avvenimenti del nostro passato causati non da noi.

Dobbiamo semplicemente smetterla di pensare che se abbiamo un problema è colpa di nostra madre, nostro padre (nel mio caso), di nostro marito e chi più ne ha più ne metta:

siamo solo noi responsabili del nostro presente e del nostro futuro.

The real question is: what are we choosing to give a fuck about?

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