Salvini communication inc.

Al di là dei giudizi politici non si può negare che Salvini sia diventato un dominus mediatico, e probabilmente lo resterà per un po'. Tutti parlano di lui bene o male, ma ne parlano. Probabilmente è più conosciuto dagli italiani anche rispetto al Primo Ministro in carica.

E' interessante analizzare le sue tecniche di comunicazione perché di fatto ha introdotto un nuovo concetto di esposizione politica, prendendo spunto da chi l'aveva preceduto, in particolare Renzi e Berlusconi. Di fatto il "Matteo nazionale" è entrato in campagna elettorale nelle elezioni a segretario di partito, della Lega, nell'autunno del 2013 e da allora è rimasto in quella modalità. Ovviamente con toni più o meno salienti, ma di fatto il mood dei suoi interventi sono quelli classici che si hanno in campagna elettorale, quindi di fatto ha trasformato l'attività politica in una sorta di status permanente. In questo ha preso da Berlusconi, poi copiato da Renzi, dove cercava di essere onnipresente televisivamente. Mi ricordo una vignetta di Giannelli che mostrava una coppia anziana davanti al televisore, anche cambiando canale c'era sempre "Zio Silvio" che aumentava a seconda del numero di canale.

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Ma siccome il mainstream televisivo non basta, ecco che prende spunto da Renzi, o forse lo affianca vista l'età, e quindi fa di Twitter, ma anche di Facebook il suo regno nella controparte online. E qui in parte copia la tecnica di Grillo del 2013, ovvero quella in cui i giornalisti per avere notizie sono costretti ad inseguirlo online, citando tweet. Una tecnica sopraffina, perché la scarsità di caratteri fa si che il giornalista di turno si debba avventurarsi in interpretazioni che il diretto interessato può smentire o approvare a seconda della convenienza.

Ovviamente per citarti devono aver qualcosa di cui parlare, ed ecco che arriva il punto finale, ovvero il modo di parlare. Tende sempre alla semplificazione perché cerca di essere comprensibile a tutti e allo stesso tempo di dare l'impressione di parlare proprio con te, quindi una sorta di effetto vicinanza. In questo gli speech via Facebook fatti con il cellulare sono piuttosto efficaci. Ma riesce ad essere efficace anche nei confronti televisivi, quando cercano di metterlo in difficoltà riesce a spostare con una semplificazione il concetto altrove, spesso riportando per analogia al malessere generale del cittadino più debole. Il target sono sempre e comunque gli elettori, mai gli altri. Spesso infatti parla in tv guardando la telecamera e non l'interlocutore, se gli chiedono un giudizio su tizio o su caio, si riporta a cosa farebbe lui, depotenziando l'importanza mediatica di tizio o caio. Anche nei tweet si vede il bersaglio. Ad esempio "per i migranti è finita la pacchia", oppure "Gli scafisti sono avvertiti". E' chiaro che non si sta rivolgendo ai migranti o agli scafisti, quelli manco avranno internet e/o probabilmente neanche sanno chi sia Salvini. E' un messaggio indiretto al suo elettorato in cui dice "vedete? sto facendo quello che avevo detto".

In questo posso presupporre che abbia analizzato in modo specifico chi l'ha preceduto. Ad esempio il PD si è perso in mille beghe dimenticandosi di comunicare con la base cosa stava facendo, o forse malignamente potrei dire che non poteva, visto che abbattere l'articolo 18 per un partito di sinistra era un ossimoro. Ad esempio anche il governo Berlusconi ebbe lo stesso problema, ricorrendo a spot tv che però di fatto non servirono a granché, perché i problemi privati del premier erano mediaticamente più forti delle azioni di governo. Salvini, e anche Di Maio, invece cuciono un filo diretto attraverso i social, una sorta di corto circuito dove mostrare quello che stanno facendo. Qui i giornalisti sono potenzialmente esautorati, ognuno può verificare cosa ha detto, come e perché. Tuttavia è necessario far parlare di se anche sui giornali, quindi Salvini nei vari discorsi ne spara una o due, generalmente il detto non detto, tipico anche questo di Berlusconi (vi ricordate che ogni volta che andava all'estero il traduttore capiva stranamente fischi per fiaschi) che poi è possibile smentire, oppure rigirare calando la colpa all'interpretazione del giornalista di turno.

Quest'ultimo schema della cortocircuitazione informativa ai danni dei media classici può essere un arma vincente, a patto che poi ci siano dei riscontri reali rispetto a quanto annunciato. Gli italiani non sono stupidi, e anche se ognuno di questi personaggi si sia costruito una propria fan base, un enorme mole "liquida" di elettori si sposta molto velocemente, indipendentemente dalle questioni morali o etiche. Inoltre è importante che un eventuale capitolo scandali sia depotenziato, i 49 milioni della Lega oramai stanno già scemando e presumo che da qui a dicembre ce ne saremo già dimenticati.

In questa primissima fase la questione migranti ha tenuto banco, con Salvini a dirigere letteralmente il gioco a proprio favore. In questo mi stupisce che i politici e gli pseudo-intellettuali che si autoproclamano di sinistra, gli reggano il moccolo in modo così ingenuo. Tanto da arrivare a sondaggi che ci dicono che un elettore su due del PD è d'accordo con il Ministro sulla questione. Chiaramente la questione migranti ha una data di scadenza come lo yogurt, ovvero non è pensabile tirare avanti con questo topic troppo a lungo, quindi vedremo come il Ministro sarà. o meno, in grado di generare un nuovo filone che lo veda ancora dominus mediatico.

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Gli altri sono costretti ad inseguire, e francamente non mi pare che nemmeno se ne rendano conto di portare acqua al mulino della Salvini Communication inc.

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