DISOCCUPAZIONE GIOVANILE, ESAGERAZIONE O REALTÀ DEI FATTI?

4BD1AB55-B14C-45ED-94BF-2D5DE32635CB.jpeg

Oggi non sono qui per portarvi una review, bensì un mio pensiero su un fatto che mi interessa molto da vicino, la disoccupazione tra i giovani.
Voglio affrontare questo argomento dal mio punto di vista, quello di un ragazzo laureato in Marketing da più di un anno e che lavora da più di un anno in un settore completamente differente.

PRESENTAZIONE DELLA SITUAZIONE

La situazione per noi giovani non è facile oggi, ma nemmeno impossibile.
È un mercato saturo a causa di questi prolungamenti di pensione verso l’infinito.
Un mercato che si è ripreso nell’ultimo anno, contando un aumento degli occupati, un calo degli inattivi e una stabilità nella disoccupazione.
Un mercato caratterizzato da contratti a tempo determinato, a progetto e chi più ne ha più ne metta.
Inoltre, a buttare benzina sul fuoco,noi ragazzi usciamo convinti di sapere tutto (spesso in maniera arrogante), di essere pronti al mondo del lavoro.
In realtà abbiamo una buona preparazione teorica, ma il mondo è in costante cambiamento ed è difficile che si presenti la situazione studiata nei casi scolastici.
Inoltre usciamo con la convinzione di poter lavorare solo nell'ambito per cui ci siamo specializzati, perché abbiamo studiato per quello e siamo pronti solo a quello scenario.
Questo è giustificato dal fatto che sono stati spesi parecchi soldi per questa istruzione e si spera tornino indietro prima o poi.
Allo stesso tempo ciò riduce notevolmente il campo di azione di uno studente che, in quanto tale, è una spugna in grado di assorbire tutte le nozioni che gli vengono date.

84BA1682-215D-4671-8EE6-BB2892AC7637.jpeg

COME AFFRONTIAMO LO SCENARIO

A questo punto ci troviamo davanti a un bivio:

  1. Procediamo dritti contro il muro dello stage nell’ambito di laurea che magari non offre molte occasioni. Continueremo a sbattere la testa su questo muro nella speranza di creare qualche crepa e finalmente trovare una possibile occupazione che ci aggradi. Durante questa ricerca vivremo mesi/anni di angoscia per questa costante disoccupazione, paura di non essere scelti da nessuna società e entreremo in quel circolo vizioso che ci farà perdere fiducia in noi stessi.
  2. Oppure ci rimbocchiamo e pensiamo alle alternative valide, ad un modo per raggiungere quel livello di soddisfazione personale per cui siamo al mondo. Soprattutto se la situazione è così disastrosa come si dice, bisogna trovare altre vie per emergere, altri ambiti in cui spaziare e provarci. Bisogna sapersi adattare e reinventarsi e purtroppo ho notato che la mia generazione e quelle subito dopo peccano in questo. Siamo sempre stati abituati ad avere la pappa pronta, quando poi nel mondo esterno nessuno ci da tutto come i nostri genitori. Questa bambagia che ci ha protetti fino ad ora si potrebbe trasformare nell’arma che ci manda affondo. È possibile trovare vie alternative per raggiungere i propri obiettivi. Obiettivi che non sapremo nel momento in cui inizieremo a lavorare, ma che mano a mano comprenderemo e svilupperemo assieme alla nostra persona.

LA MIA ESPERIENZA

Personalmente rientro nel punto due.
Parlo in questo modo perché mi baso sulle mie esperienze.
Sul fatto che finita l’università non sono stato fermo ad aspettare il lavoro ideale, (specialmente dopo aver visto l’ambiente del marketing offrire solo stage senza riassunzione o con assunzione ma rimanendo fortemente incollati a un passato ormai vecchio, spodestato dai social e dal digital e che quindi impedisce la crescita personale), ma ho cercato un lavoro che mi desse solidità, serenità e possibilità di crescita lavorativa e conoscitiva.
È vero, svolgo una funzione per la quale non ho studiato, eppure sono felice lo stesso, guadagno bene lo stesso e sto crescendo parecchio in termini di responsabilità, mansioni e competenze.
Inoltre posso rimanere connesso al mondo del marketing quando voglio, aprendo un canale YouTube, creando un account Steemit, senza dover dipendere da nessuno.
Le vie per il successo personale sono infinite, bisogna solo uscire dalla bolla di cristallo in cui siamo cresciuti e bisogna sbattersi tanto!

CONCLUSIONI

In sintesi, quindi, la disoccupazione giovanile c’è, è un dato di fatto, ma penso siamo noi stessi i fautori di questa disoccupazione, rifiutando possibilità lavorative perché ci sentiamo sprecati per quelle.

So che con questo post ho tralasciato molto altro da dire, ma avrei dovuto dilungarmi troppo risultando tediante.
Ho espresso il mio parere su una realtà che mi avrebbe potuto colpire da vicino e che interessa molti miei coetanei e amici (con cui spesso discuto animatamente a riguardo).
Mi piacerebbe sapere che ne pensate.
Condividete il mio pensiero oppure siete opposti al mio punto di vista?
Sono aperto a ogni tipo di chiarimento e discussione (nei limiti del rispetto umano) e sarò lieto di scambiare pareri con chi interessato.

Stay tuned per prossime recensioni e articoli :)

H2
H3
H4
3 columns
2 columns
1 column
Join the conversation now
Logo
Center