Motori e colori

Sfrecciavano veloci come frecce lanciate da Robin Hood, come pallottole uscite dalla canna della pistola di James Bond, come la pioggia battente in una tempesta tropicale.

Erano le auto di formula 1 che davanti ai miei occhi a 300 all'ora passavano l'una dopo l'altra in una danza forsennata ai limiti dell'incredibile.

Giro dopo giro aumentavano i distacchi, cambiavano le posizioni, mutavano i duelli.

Piede a tavoletta, mani aggrovigliate su pulsanti sempre più numerosi e sofisticati.

La rossa provava a raggiungere la grigia mentre dietro la verde arrancava per agguantare la gialla.

Un arcobaleno di colori quasi indistinguibili per una macchina fotografica non troppo sofisticata e potente.

Immagine priva di diritti di copyright

Un ruggito accompagnava la loro volata mentre tifosi in estasi speravano nel guasto dell'una o nella ripresa dell'altra.

Poi arrivò la pioggia, quella vera, quella bagna l'asfalto e fa piangere le visiere dei piloti.

Tutti ai box e per un po quei 300 all'ora si abbassarono a 200 riuscendo a regalare nuove sfumature e nuovi rumori, stavolta meno roboanti ma comunque potenti.

Poi arrivò il fuoco di un motore andato in fumo. Il casco che si solleva dall'abitacolo per raggiungere la salvezza mentre commissari accorrono con i loro estintori.

Tutto nella norma in un circo come questo che ha avuto i suoi caduti e i suoi eroi ma che oggi per fortuna garantisce sicurezza e affidabilità forse a scapito di spettacolo e di leggende da sfamare.

E' la formula 1 bellezza, fatta di tecnica e tecnologia, di passione e di compostezza, di nervi saldi e di follia.

Fatta di macchine e di piloti sempre sul filo del rasoio per raggiungere per primi quella bandiera a scacchi, unica nota in bianco e nero in un mondo a colori.

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