La tua maledizione - racconto breve

L'inverno stava giungendo al termine e si affacciavano timide giornate soleggiate.
Il vento era frizzantino e piacevole.
Nel parco c'erano diverse coppiette, le più giovani si scambiavano baci passionali, le più mature si tenevano le mani e parlavano gentilmente guardandosi con occhi ancora innamorati.

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Passeggiavo spensierata verso il laghetto, l'aria fresca mi pizzicava il viso.
Poco più il là scorsi Elena, la bella siciliana. Aveva dei bellissimi capelli neri, il viso tondo e un paio di luminosi occhi verdi, era incantevole.

Elena, seduta su una panchina, strappava con vistosa rabbia una lettera, i suoi occhi erano gonfi ma non versavano lacrime.

Elena era carica d'amore e di odio, era un continuo susseguirsi di pensieri dolci e cupi.
Quel ragazzo che tanto aveva amato si era rilevato uno scaltro ingannatore.
Luca aveva rivelato con quella lettera la sua imminente partenza. La questione era irremovibile.

Elena era da sola. Stava forse aspettando qualcuno? Potevo avvicinarmi?
Esitai e mi fermai su una delle tante panchine lì vicino.

La bella siciliana tirò fuori, dalla sua piccola borsetta rossa, penna e taccuino e cominciò a scrivere con foga.

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《Caro Luca non posso chiamarti mio.
Effettivamente tu non sei mai stato mio, questo lo so bene, non ti ho mai posseduto.
La felicità che un tempo provavo a sognarti mio, ora fugge via lontana.
Tuttavia, nel profondo della mia anima, tu sei mio.

Silenziosamente sussurro queste parole:
Mio incantatore,
Mio amico,
Mio adulatore
Mio rifugio
Mio nemico
Mio impostore
Mio sicario

Tu sei Mio e io sono Tua.

Potrai fuggire ovunque tu voglia ma sappi che rimarrò per sempre tua.
Tua, tua, tua, anche se giungerai in capo al mondo e ti accompagnerai con altre donne, io per te sarò come una maledizione, tua per l'eternità.》

Scorsi nel suo sguardo un'espressione di fierezza.

Elena dopo aver finito di scrivere la lettera, la ripiegò meticolosamente e la ripose in tasca, prese la sua bici e si allontanò in tutta fretta.

Dove era diretta?

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