Il corpo va dove la mente vuole

Vi è mai capitato di parlare con una persona e di avere la netta percezione che malgrado l'aria in apparenza calorosa , vorrebbe essere in un altro posto?
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Potremmo notare, probabilmente, che mentre i segnali facciali risultano lampanti e chiari, il suo corpo ed i suoi piedi sono rivolti altrove. Questo perché i segnali non verbali non mentono mai e grazie ad essi siamo in grado di percepire stati d'animo ed intenzioni.
Quando una persona decide di concludere un dialogo, tende il corpo o il piede verso l'uscita più rapida.
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L'orientamento del corpo fornisce indizi non verbali preziosi.
Quando un animale vuole attaccarne un altro normalmente si mostra frontalmente in tutta la sua imponenza in segno di sfida, se il secondo contendente non indietreggia o si sottomette si posiziona nella stessa maniera. Stesso comportamento nel genere umano.
Se invece l'animale vuole solo studiare il suo avversario si porrà di fianco.
Anche in questo atteggiamento l'umano è similare: un parlatore che detiene un atteggiamento deciso ponendosi di fronte ed affrontando l'interlocutore viene recepito come bellicoso, mentre se lo stesso discorso viene posto con il corpo orientato leggermente verso un'altra direzione appare sicuro di sé, definito ma non bellicoso.

L'orientamento frontale ha luogo anche quando due persone desiderano un po di intimità, per esempio durante il corteggiamento, l'orientamento dei corpi si modifica da 45° a 0°, quindi una di fronte all'altra in una posizione di chiusura. Non solo.. si terrà anche a ridurre la distanza tra gli individui ed entrare cosi nello spazio intimo dell'altra persona. Si tenderà ad riprodurre i gesti l'uno dell'altro in una sorta di danza ed aumentare il contatto visivo.
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Nei rapporti interpersonali quotidiani l'orientamento dei piedi e del corpo, uniti a gesti positivi quali il sorriso, le braccia aperte, i palmi a vista, il busto proteso e l'inclinazione del capo, ci rendono più piacevoli e ci aiuteranno a persuadere più semplicemente l'interlocutore del nostro pensiero.

Fonte del libro di Allan & Barbara Pease

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