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Si sono tornato. Sì ogni volta che torno c'è sempre quella cosa lì appoggiata tra lo stomaco e il cuore, quella cosa che si chiama Saudade, che è intraducibile ma che, se vogliamo, possiamo accostare al concetto di malinconia.
Se c'è una cosa che ti accompagna per le strade di Lisbona è il vento. Freddo o caldo non importa, il vento ti segue, ti viene incontro, ti cammina spalla a spalla e ti conduce su per le stradine come nelle piazze.
Così capita che il vento di faccia salire sull' Arco di Rua Augusta per regalarti visioni di cieli di un azzurro fragoroso.
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Oppure decida di portarti per le strade dell'Alfama, il vecchio quartiere di Lisbona, dove in questi giorni c'era la Festa di S.Antonio. Sì Sant'Antonio da Padova che in realtà veniva da Lisbona, che poi non è nemmeno il patrono perchè quello è San Vincenzo, ma ogni occasione è buona per festeggiare.
La festa è una sorta di grande sagra in cui tutti gli abitanti del quartiere mettono fuori per strada panche, tavoli e griglie e per tutto il giorno mangi sardine, carne, bevi birra e vino e la mitica Ginja, un liquore alla ciliegia che le anziane fanno in casa e ti servono direttamente sulla porta di casa.
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Tu mangi, bevi, balli e canti il Fado e poi il vento che fa? Il vento ti dice facciamo una pausa, andiamo sul fiume e poi seguiamolo fino all'oceano.
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Tanto poi torni e ti godi il tramonto a cena da una finestra meravigliosa.
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Poi succede che devi partire, andartene e salutare il vento chiedendogli se può aspettarti fino al prossimo viaggio.