Alla conquista di BOT. Ovvero la mia personale scalata al magico mondo del virtuale

Che poi, se vogliamo proprio dirla tutta, per essere una ragazza degli anni ’80, non vado nemmeno malissimo.

Se prendiamo la storia della mia vita, non si può dire che provenga da un ambiente smart in fatto di tecnologie. Mia madre, come ormai sapete, è morta nell’era delle Olivetti-Lettera 32.

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fonte google immagini

Mio padre, che ha rifiutato il cellulare come scelta di vita, e che ha vissuto abbastanza per incontrare il mondo contemporaneo, mi usava come consulente telefonica per i suoi tardivi esperimenti di scrittura al pc. Le telefonate erano inquietanti.

Lui “ho qui un testo, e devo trasformarlo in carta”
Io “cioè, lo devi stampare?”
Lui “sì, ma non voglio portarlo dal tipografo” (probabilmente molti di voi non sanno nemmeno che cosa sia un tipografo)
Io “ok papà, te lo stampo io in ufficio, basta che non sia troppo lungo…quanto è lungo?”
Lui “ma…non so, sarà circa un metro”

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foto di mia proprietà

Beh, questi sono i presupposti formativi. Decisamente scadenti.

Però vivo accanto a un uomo assai performante sul piano tecnologico, quindi, se non altro per una sana invidia di coppia, ho lavorato sodo per scalare con i miei poveri mezzi, la montagna dell’ignoto.

Poi sono arrivati i figli.

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foto scattata con Samsung Galaxy S6

Uno fa il grafico e vive nel suo mondo. Se fosse per lui, penso che un Nokia 3210 andrebbe benissimo. Ha un’attenzione assolutamente selettiva al mondo della tecnologia. Danza con quelle mani lunghissime su complicati programmi di disegno, di impaginazione e di animazione, ma se deve isolare delle parti di una conversazione di Gmail chiama la sorella. E va bene.

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fonte semrush.com

La sorella, infatti, è un’adorabile (?) ventisettenne, matematica, secchiona e perfezionista. Le parole non mi basterebbero per descrivere lo sguardo compassionevole con cui mi libera il pc dai virus, mi risana e mi espande le memorie, mi produce astutissimi abbonamenti a Netflix, e mi umilia quando scarico qualcosa senza le dovute precauzioni.

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lei ottimizza: mentre studia, allarga gli scarponi da sci! foto scattata con Samsung Galaxy S6

Ma comunque ormai sono entrambi fuori casa e quindi non godo né di stigmi né di appoggi ufficiali.

Quindi eccomi qui, zitta zitta mi emancipo dalla mia condizione di infelice incapacità e acquisto uno smartphone, scarico app, conferisco – non senza essermi prima preparata – con l’ufficio IT della mia organizzazione, convoco riunioni via skype, espongo in modo più o meno sensato al pischello di Vodafone quali sono le malattie che ho riscontrato nel mio cellulare e vivo, non senza qualche apprensione, la normale vita della professionista del 21 secolo… Faccio prenotazioni, acquisto biglietti, compro online, faccio screenshot, cazzeggio sui social network.

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fonte pixabay

Mentre credo di essere arrivata a un accettabile compromesso con il mondo che mi circonda, incrocio il signor Audacia, compagno della mia cara amica Cultura Classica, che mi propone di entrare su una piattaforma indipendente, Steemit. Che però è anche una start up organizzata intorno al protocollo di comunicazione della blockchain.

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fonte google immagini

Sì certo, so che cos’è, come no! Ho visto un’intera puntata della serie The good wife in cui gli avvocati protagonisti discutevano in tribunale le vicende fiscali di un personaggio alquanto misterioso che sembrava facesse affari con Bitcoin eludendo alla grande i suoi doveri fiscali con lo zio Tom. A questo punto la discussione era focalizzata sulla natura del bitcoin e sulla sua comparabilità con il sistema di valuta ordinario di uno stato e le sue regole.

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fonte google immagini

Vabbè, il signor Audacia mi promette di spalleggiarmi e mi assicura sul fatto che tutto ciò che devo fare è scrivere ogni tanto un post, meglio se in inglese, anche se comincia a prendere piede una bella community di italiani e quindi magari anche in italiano.

Ma non finisce qui. Audacia e Cultura Classica, hanno già coinvolto un altro caro amico, il signor Grandi Panorami, che naturalmente, anche venendo da altri mondi, ha il dono di capire il mood degli ambienti. Quindi anche lui mi si mette dietro le spalle e saggiamente mi consiglia e mi guida.

Uno dei suggerimenti più importanti di questa avventura surreale, è quello di entrare in una chat, che è un po’ come un gruppo wapp, ma più esclusiva. Le persone che chiacchierano su Telegram – questo è il nome del sistema – con i loro nicknames che sovente non ti fanno capire se parli con un uomo o con una donna, sono velocissimi. E sono oltre 100!!!

Quindi nel tempo che tu bevi un bicchiere di vino, sono arrivati già 37-52 messaggi.

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fonte notonlyhitech.it

La domanda allora è: li leggo tutti? Ne leggo solo alcuni? Solo gli ultimi? Solo quelli delle persone più autorevoli?

Perché certo, come in tutte le società di intenti, ci sono persone autorevoli e persone meno autorevoli. Gli autorevoli hanno una storia più lunga e investono, non solo in tempo, ma anche in risorse economiche, di più e rischiano anche di più. Quindi hanno anche più potere.

Insomma, la chat è un mondo interessantissimo. A volte ci si perde, come in una sala di borsa, dove energumeni in maniche di camicia lanciano grugniti incomprensibili e agitano le dita. Ma nell’insieme c’è una bella umanità che coopera e comunica.

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fonte http://retenews24.it

E anche qui pensavo di aver chiuso la partita. E invece no!

Quando fai troppe domande, e sono le domande che fanno tutti, tipo… chi sono gli utenti della chat? Votiamo manualmente o in automatico? Chi ha scritto cosa oggi? Posso mettere una foto non mia? Che faccio se incontro un contenuto illegale? ecc….la chat ti invita a non fare lagne e a rivolgerti in privato a un certo BOT.

Bot, mi domando io, è una persona o una macchina? Internet mi dice che è un utente virtuale che risponde alle tue domande, almeno a quelle standardizzabili. E molte aziende lo usano per rispondere alle FAQ che l’utente medio vuole rivolgere risparmiando sugli operatori di call center.

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fonte 01net.it

Ottimo mi dico. Quindi, con trepidazione, clicco su “Bot di SteemPostIT” il mio personale e privato assistente per le domande cretine o ricorrenti. E, non ci crederete! Lui mi risponde. Mi dice chi siamo, poi mi dice anche che post abbiamo pubblicato e, volendo, anche le regole per la pubblicazione, per le citazioni, per le foto.

Credo mi abbia preso in simpatia. Sono felice e anche un po’ emozionata.

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fonte picenotime.it

Aggiornamento dell’ultim’ora. Nella chat della community italiana, il signor Bhuz, una delle persone autorevoli e di cui ci si può fidare, dice “il bot è in manutenzione, non utilizzatelo al momento”.

Sono finita!

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foto scattata con Samsung Galaxy S6

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