Tenga il resto - Diario di un cameriere

Non so quanti di voi abbiano mai avuto a che fare con il lavoro nel mondo della ristorazione. Un lavoro che, personalmente, non avrei mai pensato potesse essere così affascinante. Dall'alto dei miei ventitre anni, posso vantarne ben cinque di esperienza nel mondo della ristorazione, più precisamente come "collaboratore di sala". E sapete qual è la cosa che ho potuto notare nelle mie esperienze da cameriere? Che è un lavoro molto sottovalutato, visto dai clienti e dagli stessi datori di lavoro come uno di quei lavori semplici, che tutti possono fare. Non è così, signori. Ma intendiamoci, non sto di certo dicendo che sia difficile quanto eseguire un'operazione a cuore aperto, ma bisogna essere portati anche per svolgere questo semplicissimo lavoro. Voglio parlarvi delle mie esperienze, da quando ero un impacciato diciassettenne che sapeva a malapena prendere un'ordinazione fino ad arrivare ad oggi, un ventitreenne con abbastanza esperienza da riuscire a gestire una sala con 150 coperti. Ma bando alle ciance, quali sono le caratteristiche che deve avere un buon cameriere?
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[Fonte-newslavoro.com]

Pazienza (SANTA PAZIENZA)

Per coloro che hanno intenzione di affacciarsi a questo affascinante mondo, vorrei dare un consiglio fraterno: armatevi di una santa ed infinita pazienza, perché vi troverete a relazionarvi con i più strani e disparati clienti. Sono un ragazzo molto calmo, che fa della pazienza il suo punto forte, ma nonostante ciò mi sono ritrovato anche io sul punto di esplodere. Ed è anche successo, eh, la prima (ed unica) volta che fui licenziato. Si parla di clienti che non ti rispettano, che non capiscono che tu stai lavorando, e che credono di aver sempre ragione. Ebbene, sappiate che la frase IL CLIENTE HA SEMPRE RAGIONE, (BUGIA) l'avrà senz'altro detta uno di quei clienti rompicoglioni.

Voglia di imparare

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[Fonte-worky.biz]

Non si finisce mai di imparare. Come in tutti i lavori, anche per il cameriere è cosi; se son partito da zero, prendendo a malapena gli ordini e sono arrivato ad oggi a riuscire a gestire un'intera sala da solo, è perché ho sempre avuto voglia di imparare come andassero fatte le cose. La cosa fondamentale da imparare, a mio avviso, è riuscire a gestire bene lo stress nei momenti di affollamento; quando la sala è piena e vieni chiamato infinite volte dai clienti, non si deve andare nel panico. Nella mia ancora breve carriera, son partito dal portare due piatti alla volta a portarne il doppio; e non solo. Ho imparato i vari trucchetti del mestiere, che possono sempre risultare utili.

Duttilità

Bisogna sapersi adattare, sempre. Perché il compito di un cameriere non è solo quello di servire i clienti, bensì anche di rendere la loro esperienza migliore possibile. Bisogna sapersi relazionare con tutti, fare battute al momento giusto, cercare di istaurare un rapporto di confidenza con tutti i clienti; questo metterà in buona luce sia il ristorante/pizzeria dove si lavora, sia noi stessi. Oltre a tutto ciò, bisogna essere veloci nel prendere gli ordini, servire da bere, sparecchiare, apparecchiare, e chi più ne ha più ne metta. I compiti di un cameriere sono infiniti, ed ognuno di essi va fatto col sorriso stampato in faccia.

Propensione al sorriso

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[Fonte-pixabay.com]

Ed anche questo è una qualità fondamentale di un cameriere. Ragionate da clienti; sarebbe bello essere serviti da un cameriere che porta il broncio? Sarebbe bello vedere tale cameriere sbruffare per ogni cosa gli venga chiesta? No. Se invece si viene serviti da un ragazzo col sorriso stampato in faccia, si è più propensi ad ordinare sempre qualcosa in più ed a pronunciare la fatidica frase "Tenga il resto". E questo è uno dei principali obbiettivi di un cameriere; quando si riesce a farsi lasciare la mancia, vuol dire che si è svolto bene il proprio lavoro, e che quindi si è stati apprezzati.

E tanto altro...

Queste sono solo alcune delle principali qualità che deve avere un buon cameriere. Tra le altre vi sono sicuramente la velocità (bisogna servire i clienti il più in fretta possibile), la flessibilità (si sa quando si apre ma spesso non si sa a che ore si chiude) e la simpatia (bisogna risultare simpatici agli occhi dei clienti per far si che questi tornino nella nostra pizzeria). Insomma, per quanto semplice possa sembrare il lavoro di un cameriere, si dovrebbe sapere che spesso sono proprio questi ultimi il vero cuore del locale. Stilata la lista delle qualità di un buon cameriere, vorrei raccontarvi una mia esperienza personale, sulla quale ho ancora il dubbio se abbia fatto bene o meno.

Quel giorno in cui persi la pazienza

Avevo ventuno anni, era un sabato sera e la gente attendeva fuori il suo turno per sedersi, tanto dalla gente che c'era. Ricordo come se fosse ieri che sentii dei ragazzini fischiare per chiamarmi (cosa che già mi aveva fatto imbestialire), ma con molta calma mi avvicinai a loro e chiesi in cosa potessi aiutarli. Uno di loro, IL BOSS, che poteva avere al massimo sedici anni, mi disse in maniera molto sgarbata che la pizza a lui arrivata era troppo bruciata, e la voleva rifatta! Nonostante ci fosse il panico quella sera, con molta pazienza la portai via e gliela feci rifare; al mio ritorno, mi disse che aveva cambiato idea, e la voleva ben cotta. Già la io capii che sto ragazzino de merda aveva solo voglia di rompermi le balls, ma ancora una volta portai indietro la pizza per fargliela cuocere un altro po'. Al terzo viaggio al loro tavolo, guardò di nuovo la pizza e mi disse che ben cotta non vuol dire bruciata, e che gliela dovevo rifare. Sarà stato il fatto che c'erano oltre 200 persone in sala, o sarà stata la strafottenza di quel ragazzino, ma non ci vidi più. Con molto garbo ripresi la pizza che avevo poggiato sul tavolo sotto il suo muso e gliela rovesciai tutta addosso, mi tolsi la cravatta e gli dissi di andare fuori a parlarne perché mi aveva fracassato i coglioni. Scoppiò in lacrime, impaurito dalla mia inaspettata reazione, e mi chiese scusa dicendo di aver capito che io stavo lavorando e che lui stesse sbagliando. Inutile dire che senza il bisogno che me lo dicesse il mio principale, mi tolsi cravatta e gillet, mi pagai le giornate che avevo fatto in quel mese, e me ne andai. SODDISFATTO.

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