C'è piu gusto ad essere....

Non mi piace fare distinzioni tra nord e sud, penso che ormai chi mi legge abitualmente abbia un po' capito che tipo sono, abbastanza pacifico e molto propenso ad un mondo di fratelli, in perfetto stile @stea90 (che cito per il suo FANTASTICO post riguardo il nord ed il sud Italia). Con questa piccola premessa, vorrei parlarvi di cosa vuol dire essere calabresi.


Mare o montagna?

Ma aspettate un attimo, perché scegliere? La mia regione, vista la sua struttura territoriale (41% montagna, 10% pianura, 49% collina, il tutto con un buon 85% di mare), mi da la possibilità di andare a fare un tuffo al mare di mattina, per poi asciugarmi ed in 20/25 minuti andare a fare una bella grigliata in montagna. E questa è la cosa che più mi manca di casa mia. Sono veramente poche le regioni che offrono questo! Certamente ci sono delle zone di mare più belle altrove, e ci sono certamente zone montane estremamente più belle, ma quante regioni vi danno la possibilità di goderle entrambe, in soli 20 minuti di auto? E non è raro, in Calabria. Non è un'eccezione, una prerogativa della sola costa tirrenica: da noi, è cosi ovunque. Della mia cittadina, Cosenza, ciò che più mi manca è sicuramente la vista: è stata costruita in una valle, ed è quindi contornata da montagne e colline molto suggestive.

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Ed il bello è che a due passi, possiamo godere della costa tirrenica; un angolo di paradiso, ovunque si vada! Non per niente, vanta la famosissima "Costa degli Dei", e l'ormai risaputo "Km più bello d'Italia". Quindi, in fin dei conti, perché scegliere? Andiamo prima al mare e poi, armati di barbecue e tonnellate di carne, ci facciamo un bel giretto in montagna.

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A tre passi da te

Come scrissi già un uno dei primi post qui su steemit, sono estremamente legato alla mia terra ed alle mie origini; e questa, signori miei, è prerogativa di tutti i calabresi. A tre passi da te, che sta ad indicare proprio il fatto che io, oggi, a 600 km di distanza da casa, continuo a sentirla vicina; continuo a sentire quel profondo senso di appartenenza, quel mio essere cosentino che, a quanto pare, non ha voglia di abbandonarmi. E ne vado fiero, sia chiaro. Vado fiero del mio essere un ragazzo molto alla mano, vado fiero del mio accento così marcato (non ho ancora conosciuto nessuno qui a Roma che mi non mi abbia chiesto "Ma sei calabrese?"), ed andrò sempre fiero dei miei modi di fare, da terrone DOC. Terrone, poi! Una parola che vuole essere un insulto nella maggior parte dei casi; ma avete mai provato ad analizzare un attimino questa parola? A me da la sensazione che si ricolleghi in maniera perfetta a ciò che ho appena scritto, a quel senso di appartenenza che sento scorrere nelle vene, a quell'amore verso la mia terra. Ed è proprio per questo che non riesco a capire il senso di questa parola intesa come insulto; a me, quando mi chiamate terrone, mi state rendendo fiero. Quindi non importa se da oggi la mia vita si svilupperà a Roma (e lo spero fortemente eh), non importa se trascorrerò più anni qui che in Calabria, non importa se mio figlio, un giorno, prenderà il fantastico accento romano. Non importa, perché a prescindere da tutto, a prescindere da queste circostanze, io sono e sarò sempre calabrese. Porterò sempre avanti le stupende usanze del sud, dove ogni scusa è buona per stare in famiglia, ogni scusa è buona per offrire un caffè ad un amico, ogni scusa è buona per fare festa. Quindi sappi, mia amata terra, che sei e sarai sempre a tre passi da me.


Il pacco da casa

Siamo arrivati a ciò che veramente mi riempie di gioia il cuore, ciò che può dar colore alla più grigia delle giornate: quando vai a tiburtina ed alle 16:00 in punto arriva il pullman, con l'autista che prende con cautela questa meraviglia e te la consegna, ti senti veramente a casa.

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E non perché il pacco che hanno mandato è più alto di tua sorella e contiene il mondo (preciso, nella foto vi è solo il 50% dell'intero contenuto), ma perché capisci veramente che l'affetto delle persone a cui tieni da morire, non ha fatto altro che aumentare da quando sei andato via. Lo apri e vedi le classificazioni, ed ovviamente sai che hanno contribuito tutti:
-Bolognese: Sugo con carne tritata, gentilmente preparato e confezionato dalla mamma;
-Sugo con polpette: palesemente casereccio, quasi grezzo, preparato con tanta cura e spedito con altrettanto amore dalla nonna;
-Olio: in bottiglia da supermercato, ma solo perché travasato. Olio fatto in casa (e la differenza la si sente) per gentile offerta della zia;
-Peperoncino sott'olio: dai più oscuri meandri della fattoria dello zio, che ci delizia con questa vera e propria bomba ad orologeria.
Mi trovo costretto a citare solo poca roba, perché altrimenti non basterebbero tre post solo per spiegare nel dettaglio cosa contenesse quella scatola misteriosa, e da chi fosse stata mandata. Ma queste sono le cose belle, quelle che ti fanno amare i modi di fare dei tuoi grezzi e terroni parenti. E poi si parte con i ringraziamenti; le telefonate alla mamma, che con un costante nodo in gola ti dice che a casa si sente la mancanza mia e di mia sorella, le telefonate alla nonna, che non si sa come faccia a capirlo dalla voce, ma dice che ti trova sciupato e che devi mangiare (con tanto di minaccia), e le telefonate agli zii, che in Calabria (o per lo meno nella mia famiglia) sono dei secondi genitori, che ti amano e ti vogliono bene tanto quanto ne vogliano ai loro figli. Ed allora la volete sapere na cosa?

Potrò anche essere grezzo, rozzo, avere un accento troppo marcato, essere troppo legato alla famiglia ed alla Calabria, e magari essere "viziato". Ma giù da noi, dalle mie parti, questo vuol dire volersi bene, essere felici di ciò che si è. Ed è per questo che griderò sempre, forte, che C'È PIÙ GUSTO AD ESSERE TERRONI

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