L'inizio di un complicato rapporto

A volte, quando rifletto sugli aspetti della nostra esistenza, mi fermo a pensare sul perché io sia particolarmente avverso a certi ambienti (tra poco capirete quali), e ripercorrendo i fatti salienti della mia vita, qualche giustificazione alle mie allergie psicologiche c'è sicuramente.

Tutto può avere inizio, a grandi linee, parecchio tempo fa, frequentavo la IV° elementare, e ricordo benissimo che stavo facendo ginnastica pomeridiana, quando ad un certo punto, mentre giocavo in palestra, il pavimento ha iniziato a muoversi, e mi partiva la testa, il professore vide subito il mio sbandamento e chiamarono i miei genitori perché non stavo bene. Arrivato a casa, la prima cosa che fecero è misurarmi la temperatura, 39° abbondante, e presi qualcosa, non ricordo il medicinale di preciso (in casa mia non ci sono mai stati fans delle medicine, per cui l'armadietto dei farmaci era proprio risicato). La mattina seguente avevo la testa che continuava a girarmi, anche a letto, e la febbre superò i 40°, allorché mia mamma chiamò il medico di famiglia, che mi venne a visitare, e prescrisse 6 punture di penicillina, avevo preso gli orecchioni ma in forma abbastanza pesante, ricordo benissimo le mie lamentele per le punture, facevano un male cane e non volevo assolutamente farle, ma erano necessarie.

Dopo un paio di giorni, sembrava che stessi un po' meglio, ma una mattina al risveglio mi sembrava che mi scoppiasse la testa, controllo della febbre, quasi 41° di nuovo, ed ero viola in viso. Chiamarono un pediatra, che immediatamente mi visitò, e dopo qualche minuto andò da mia mamma, chiedendole se avessimo avuto in casa il telefono, chiamò l'ospedale e chiese l'intervento di un'ambulanza, ero da ricoverare subito, chiesi il motivo ma le risposte furono evasive, mi dissero che per starmi star meglio ed abbassare la febbre era necessario andare in ospedale. Stavo troppo male anche per provare a discutere, ricordo un fortissimo male nelle ossa, anche il minimo movimento mi provoca dolore, per cui mi riaddormentai, ed al mio risveglio mi stavano mettendo sul lettino. Il viaggio in ambulanza fu molto veloce, vidi il lampeggiante acceso quando arrivai all'ospedale, e pensai che non era un buon segnale, e subito iniziò il dramma.

C'era una certa agitazione nell'aria, e non capivo il motivo perché mi faceva male la testa, mi battevano le tempie da matti e mi ronzava il cervello, e quando entrai nella prima stanza del vecchio ospedale della mia città la situazione precipitò di brutto. Sentii una dottoressa intimare a mia mamma di non entrare e di rimanere fuori, e poi, con un tono che definire odioso e da Gestapo è poco, mi disse:

"Alzati, e siediti sul lettoino di lato, porta la testa tra le gambe e sta fermo, non muoverti che è meglio per te!!"

"Ma sto male non ci riesco" obiettai.

"Ti ho detto che ti devi alzare, non c'è da perdere tempo, subito!!", e l'infermiere mi aiutò nell'impresa, ma mi sembra che avessi tutte le ossa rotte, mi piegai in avanti, ma il dolore era insopportabile, ma il bello doveva ancora venire.

"Metti tutto il tuo peso sulla sua schiena, deve piegarsi in avanti, non mi interessa se ha male, subito!!", disse la dottoressa all'infermiere, che eseguì l'ordine e vidi le stelle, un dolore allucinante dappertutto, la schiena era tutto un bruciore pazzesco, girai la testa a sinistra e vidi una cosa che mi fece gelare il sangue, una siringa con un ago enorme, lunghissimo, e la dottoressa che veniva verso di me.

"Non fare storie, non ti muovere assolutamente, stai fermo, qualunque cosa accada, non piangere, sta zitto, smetti di singhiozzare, subito!!!!"

Giurai che se l'avessi incontrata per strada dopo qualche anno l'avrei ammazzata di botte, solo per quello che aveva fatto fino a quel momento, ma dopo qualche secondo mi sembrava di morire, l'ago entrò dentro la mia schiena fino al midollo spinale, prelevando l'eccesso di liquido che avevo, mi aveva appena fatto la puntura lombale, che nella condizione in cui ero era semplicemente devastante. Il male continuò per diverso tempo quel pomeriggio, fui subito ricoverato in uno stanzone, insieme ad altre 3 persone, ed alle 15 circa ci fu la prima di altre 9 punture di pennicillina, ma la prima in assoluto non la sentii per niente, me la fece una bravissima infermiera, che mi prese subito a cuore, al punto tale che in seguito mi disse di aver cambiato anche il turno un paio di volte per venire personalmente a farmi le punture, più della metà me le fece lei, ed era molto delicata, addirittura mi massaggiava il sedere e le gambe per farmi sentire meno male e facilitare l'assorbimento del farmaco. Le altre punture furono fatte meccanicamente, da infermiere che senza arte né parte scambiarono il mio culetto per un puntaspilli, lasciando ben visibili i segni del loro passaggio, perché l'ultima puntura me la fece lei, la mia infermiera del cuore, alla quale confidai anche quello che mi era successo all'arrivo in ospedale. Lei mi disse che quella dottoressa era molto brava, ma la definì una vera bestia, non era capace ad instaurare rapporti umani ed alcune volte aveva già rischiato che le mettessero le mani addosso, perché era troppo autoritaria e prepotente, con modi di fare assolutamente fuori luogo e sopra le righe.

Le punture di pennicillina erano dolorosissime, anche se dopo un paio di giorni stavo decisamente meglio, al termine dei 3 giorni di punture mi dissero che mi avrebbero trattenuto ancora per qualche tempo, per controllare se tutto andasse bene, io avevo una voglia matta di andare a casa, ma non ci fu verso, la mia permanenza complessiva nell'ospedale fu di ben 9 giorni, veramente interminabili.

Fui ricoverato in un periodo molto particolare, un giorno sentii il letto muoversi di brutto e traballare, poi guardai il lampadario dondolare e chiamai subito mia mamma, che era nel corridoio nell'ospedale:

"Mamma mamma, il lampadario si muove, cos'è???"

"No, sei te che stai male, che ti gira la testa."

"No no, si muove anche il letto!!"

"Non te ne accorgi, si muove il letto perché stai tremando."

Sarà, ma non l'avevo bevuta per niente, e siccome le orecchie e gli occhi mi hanno sempre funzionato bene, il giorno seguente sentii qualche parole, ed il termine terremoto, usato un paio di volte sottovoce. Aspettai che arrivasse la mia infermiera del cuore, che era davvero un'amore, perché fu il primo di tanti casi che in seguito mi capitarono, in cui posso tranquillamente affermare che gli ospedali o le case di cura li fanno le persone che ci lavorano dentro, quindi si riceve una buona o cattiva assistenza direttamente in base alla dedizione o meno che gli operatori sanitari mettono in quello che fanno: se c'è menefreghismo, superficialità, pressapochismo, insensibilità, si può essere certi che riceveremo delle cure inadeguate, che a volte possono portare anche a conseguenze molto gravi.

Ritornando al mio racconto, questa infermiera era davvero fantastica, dopo i primi 3 giorni, quelli che io bollai come quelli delle punture, fece di tutto per alleviare i miei disagi e sofferenze, quando era in turno veniva a controllare che tutto andasse bene, con una manualità e delicatezza veramente uniche, quando doveva lavarmi, prendersi cura di me in zone molto delicate, (in quanto non ricordo bene ma mi controllavano sempre la zona genitale), tirava sempre accuratamente i separè, e rendeva tutto molto semplice e facilmente sopportabile, a differenza delle sue colleghe. Dovetti subire anche un paio di clisteri, e tra quello fatto da lei e quello fatto dalla sua collega c'era la differenza come tra il giorno e la notte. Visti questi presupposti, una notte mentre mi stava applicando una pomata nelle zona inguinale, le chiesi a bruciapelo:

"Ma ci sono stati molti morti con il terremoto??"

"Ehh, è un disastro, tanti davvero, è veramente una situazione disperata, si è sentito anche qui benissimo il terremoto."

Alé, mamma hai finito di prendermi in giro, il mattino seguente la feci confessare, il mio ricovero coincise con il tristissimo e devastante terremoto del Friuli, e visto che proprio uno stupido non ero, anche se ero ancora poco più di un bambino, le chiesi anche che malattia avessi avuto per essere ricoverato, non fu facile farla confessare, ma mi disse che avevo la meningite da parotite, praticamente la meningite come conseguenza degli orecchioni.

Dopo 9 giorni venni dimesso, quasi completamente ristabilito, e la mia infermiera del cuore mi sussurrò all'orecchio che non poteva mancare al momento del mio congedo e ritorno alla vita normale, dandomi un affettuoso bacio sulla gancia e una carezza sul sedere, dicendomi di non preoccuparmi, che non era successo nulla fortunatamente, e di stare tranquillo, che tutto era andato bene.

Non capii subito quello che volesse dirmi, diverso tempo dopo mia mamma mi disse che quella dolorossima puntura che avevo fatto nella zona bassa della schiena era la puntura lombare, e che c'era la possibilità che rimanessi impotente o sterile (ho avuto 2 figlie), menomato mentale (ogni tanto qualcuno mi dice che un po' scemo lo sono....) oppure rimanere normale, senza conseguenze, diciamo che mi sono posizionato tra il secondo ed il terzo esempio, giusto per non essere presuntuoso ;-)

A parte gli scherzi, l'unica conseguenza, fortunatamente temporanea dell'aver contratto la meningite da parotite, ma che comunque mi portai dietro per diversi anni, fu un forte indolenzimento nella zona dei reni quando sollevavo degli oggetti un po' pesanti, ricordo tangibile della famosa puntura lombare, ma sono solo ricordi del passato, ogni tanto riappare il bambino o il ragazzino di tanti anni fa, ma l'uomo ormai maturo (solo dal punto di vista anagrafico) non ha più nessun segno tangibile di quella brutta esperienza, fortunatamente conclusasi bene, Buona Domenica a Tutti!!

Immagine CC0 creative commons

H2
H3
H4
3 columns
2 columns
1 column
Join the conversation now
Logo
Center