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la fibrillazione atriale.
FIBRILLAZIONE ATRIALE: CHE COS'E'
Di norma, il battito del cuore è regolato da impulsi elettrici che permettono la corretta contrazione di atri e ventricoli. In questo modo, il sangue viene pompato in maniera continua e senza che si formino coaguli.
Dall'atrio destro, l'impulso passa in quello sinistro e grazie a questa spinta, i ventricoli si riempiono di sangue. Successivamente, l'onda elettrica si propaga uniformemente fino ai ventricoli e la contrazione di questi ultimi, pompa il sangue nelle arterie.
Un processo complesso e sincronizzato, che viene compiuto dal nostro organo, mediamente dalle 60 alle 100 volte al minuto.
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In questo caso, l'impulso elettrico che sta alla base del funzionamento del cuore, è difettoso.
Non parte dal nodo senoatriale, ma si propaga da un altro punto. Questo evento rende l'onda non uniforme e così, visto che non c'è sincronia, gli atri cominciano a battere velocemente e a tremare. Praticamente, a fibrillare.
L'anomalia ha, chiaramente, ripercussioni anche sull'attività dei ventricoli. Il nodo atrioventricolare, che regola la corrispondenza elettrica tra atri e ventricoli, in questo caso non riesce nella sua funzione. I ventricoli non sono in grado di battere alla stessa velocità degli atri fibrillanti e quindi inviano agli organi il sangue in maniera intermittente e discontinua.
Il malfunzionamento crea coaguli di sangue all'interno degli atri e crea un pericoloso rischio di infarto e ictus.
Sottolinea, poi, la correlazione con il rischio di infarti e ictus, e l'incidenza notevolmente più alta rispetto a coloro i quali non sono affetti da fibrillazione atriale.
E' possibile, perciò, che, essendo fenomeni di breve durata e soggetti a risoluzione spontanea, questi non vengano rilevati né da una misurazione della pressione arteriosa, né, addirittura da un esame ecografico.
Alcuni produttori di misuratori della pressione arteriosa, sostengono di poter individuare una fibrillazione atriale durante il controllo pressorio, addirittura anche in quello domiciliare.
Tesi non confermata da SIMG (Società Italiana di medicina Generale) che, nel suo documento ufficiale, analizza la patologia e detta le linee guida per la prevenzione e la cura della stessa.
Afferma a riguardo, che non si possa fare alcuna diagnosi senza un riscontro ECGrafico, nell'ambito di un percorso di screening della FA, che deve partire da un atteggiamento attivo del MMG.
E' quindi necessario e consigliabile a tutti, con particolare attenzione ai soggetti che hanno superato i 50 anni d'età, di effettuare periodicamente un esame con Holter ECG 24H, che porterebbe alla luce anche questi fenomeni sporadici e potrebbe rappresentare un importante strumento per programmare l'inizio di una terapia preventiva o per modificare alcune abitudini e correggere uno stile di vita errato.
In questo caso, i sintomi sono avvertibili e i più comuni sono:
- fiato corto
- palpitazioni
- dolore al torace
- vertigini
- forte e prolungata stanchezza, anche nello svolgimento delle normali attività quotidiane
In queste situazioni, si procede con terapie farmacologiche, volte a rallentare il battito cardiaco, in modo che, durante la comparsa della fibrillazione, gli atri possano limitare la loro attività, così da non sovraccaricare i ventricoli.
In altri casi, potrebbero essere addirittura richieste procedure chirurgiche per interrompere l'attività elettrica difettosa (FA in forma permanente).
Concludo citando un interessantissimo studio condotto da un'equipe di medici dei Dipartimenti di Neurologia, Neuroscienze e Cardiologia dell'Università di Campinas, in Brasile.
I ricercatori hanno voluto analizzare la possibile correlazione tra l'insorgenza della fibrillazione atriale e la funzione anormale delle attività delle reti cerebrali, anche in soggetti che non sono mai stati colti da ictus.
Il test ha riguardato:
- 21 pazienti di età e sesso differenti, con FA diagnosticata
- 21 pazienti di età e sesso differenti, sani.
Gli esaminati sono stati sottoposti ad una risonanza magnetica delle funzioni cerebrali, con lo scopo di verificare la connettività del DMN (l'attività spontanea del cervello a riposo).
E' risultato che i pazienti esenti da ictus con FA hanno evidenziato una connettività DMN anormale, confermando il verificarsi di disfunzioni cerebrali nei pazienti affetti da fibrillazione atriale.
Grazie mille per l'attenzione e alla prossima
Fonti e Bibliografia
- http://www.humanitas.it/malattie/fibrillazione-atriale
- https://www.simg.it/documenti/aree_cliniche/Cardiovascolare/Guida_cartacea.pdf
- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29502113
GM