FIBRILLAZIONE ATRIALE: UN KILLER SILENZIOSO


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Buongiorno a tutti, in questo post, vi parlo di un argomento tristemente venuto alla ribalta nelle ultime ore, dopo l'improvvisa ed incredibile scomparsa del calciatore e capitano della ACF Fiorentina, Davide Astori, a soli 31 anni:

la fibrillazione atriale.

In realtà, le cause di questo decesso improvviso ed inaspettato sono ancora tutte da chiarire. Si parla anche di una possibile fibrillazione ventricolare, altro argomento importante di cui parleremo in un prossimo articolo. L'unica informazione certa è che sia avvenuto a seguito di un arresto cardiaco, per cause naturali.

Questo è un tema che, al di là di questo tragico avvenimento, è molto sentito e sul quale è necessario concentrare massima attenzione, nonché mettere in atto le migliori precauzioni possibili.

Andiamo insieme a vedere perché.

FIBRILLAZIONE ATRIALE: CHE COS'E'


La fibrillazione atriale è la più diffusa tra le aritmie cardiache. Un' aritmia è un episodio di battito irregolare e fuori tempo, rispetto alla normale frequenza del ritmo cardiaco.

Di norma, il battito del cuore è regolato da impulsi elettrici che permettono la corretta contrazione di atri e ventricoli. In questo modo, il sangue viene pompato in maniera continua e senza che si formino coaguli.

In un cuore sano e perfettamente funzionante, l'impulso elettrico parte dalla sezione superiore dell'organo, il nodo senoatriale.

Dall'atrio destro, l'impulso passa in quello sinistro e grazie a questa spinta, i ventricoli si riempiono di sangue. Successivamente, l'onda elettrica si propaga uniformemente fino ai ventricoli e la contrazione di questi ultimi, pompa il sangue nelle arterie.
Un processo complesso e sincronizzato, che viene compiuto dal nostro organo, mediamente dalle 60 alle 100 volte al minuto.


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Cosa succede, invece, in un individuo che soffre di fibrillazione atriale?

In questo caso, l'impulso elettrico che sta alla base del funzionamento del cuore, è difettoso.
Non parte dal nodo senoatriale, ma si propaga da un altro punto. Questo evento rende l'onda non uniforme e così, visto che non c'è sincronia, gli atri cominciano a battere velocemente e a tremare. Praticamente, a fibrillare.

L'anomalia ha, chiaramente, ripercussioni anche sull'attività dei ventricoli. Il nodo atrioventricolare, che regola la corrispondenza elettrica tra atri e ventricoli, in questo caso non riesce nella sua funzione. I ventricoli non sono in grado di battere alla stessa velocità degli atri fibrillanti e quindi inviano agli organi il sangue in maniera intermittente e discontinua.
Il malfunzionamento crea coaguli di sangue all'interno degli atri e crea un pericoloso rischio di infarto e ictus.

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In questo video pubblicato dal Lee Memorial Health di Fort Myers, una delle più grandi reti di strutture di assistenza cardiovascolare nel sud-ovest della Florida, il medico-cardiologo dott. Erick Burton ci spiega come nella maggior parte delle persone che soffre di fibrillazione atriale, questa patologia sia completamente asintomatica.

Sottolinea, poi, la correlazione con il rischio di infarti e ictus, e l'incidenza notevolmente più alta rispetto a coloro i quali non sono affetti da fibrillazione atriale.

Spesso, poi, in questi soggetti, non è possibile identificare un fenomeno di aritmia e, nello specifico, di FA, in quanto, presentandosi in forma lieve e senza sintomi particolari, assume forma di parossismo.

E' possibile, perciò, che, essendo fenomeni di breve durata e soggetti a risoluzione spontanea, questi non vengano rilevati né da una misurazione della pressione arteriosa, né, addirittura da un esame ecografico.

Sempre a proposito di individuazione della patologia, c'è da precisare un concetto che potrebbe creare confusione tra coloro che soffrono di ipertensione, prima ancora che di una qualsiasi aritmia.

Alcuni produttori di misuratori della pressione arteriosa, sostengono di poter individuare una fibrillazione atriale durante il controllo pressorio, addirittura anche in quello domiciliare.

Tesi non confermata da SIMG (Società Italiana di medicina Generale) che, nel suo documento ufficiale, analizza la patologia e detta le linee guida per la prevenzione e la cura della stessa.
Afferma a riguardo, che non si possa fare alcuna diagnosi senza un riscontro ECGrafico, nell'ambito di un percorso di screening della FA, che deve partire da un atteggiamento attivo del MMG.

E' quindi necessario e consigliabile a tutti, con particolare attenzione ai soggetti che hanno superato i 50 anni d'età, di effettuare periodicamente un esame con Holter ECG 24H, che porterebbe alla luce anche questi fenomeni sporadici e potrebbe rappresentare un importante strumento per programmare l'inizio di una terapia preventiva o per modificare alcune abitudini e correggere uno stile di vita errato.



Esiste poi una seconda forma di fibrillazione atriale, cosiddetta persistente.

In questo caso, i sintomi sono avvertibili e i più comuni sono:


  • fiato corto
  • palpitazioni
  • dolore al torace
  • vertigini
  • forte e prolungata stanchezza, anche nello svolgimento delle normali attività quotidiane

In queste situazioni, si procede con terapie farmacologiche, volte a rallentare il battito cardiaco, in modo che, durante la comparsa della fibrillazione, gli atri possano limitare la loro attività, così da non sovraccaricare i ventricoli.

In altri casi, potrebbero essere addirittura richieste procedure chirurgiche per interrompere l'attività elettrica difettosa (FA in forma permanente).




Concludo citando un interessantissimo studio condotto da un'equipe di medici dei Dipartimenti di Neurologia, Neuroscienze e Cardiologia dell'Università di Campinas, in Brasile.

I ricercatori hanno voluto analizzare la possibile correlazione tra l'insorgenza della fibrillazione atriale e la funzione anormale delle attività delle reti cerebrali, anche in soggetti che non sono mai stati colti da ictus.

Il test ha riguardato:


  • 21 pazienti di età e sesso differenti, con FA diagnosticata
  • 21 pazienti di età e sesso differenti, sani.



Gli esaminati sono stati sottoposti ad una risonanza magnetica delle funzioni cerebrali, con lo scopo di verificare la connettività del DMN (l'attività spontanea del cervello a riposo).

E' risultato che i pazienti esenti da ictus con FA hanno evidenziato una connettività DMN anormale, confermando il verificarsi di disfunzioni cerebrali nei pazienti affetti da fibrillazione atriale.


Grazie mille per l'attenzione e alla prossima



Fonti e Bibliografia

GM

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