Ragazze d'altri tempi, giovani italiane

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Ragazze d’altri tempi

Mia madre e mia zia, essendo nate nel ’21 e nel ’14, vissero la loro adolescenza e prima giovinezza durante il periodo fascista.
Come raccontavano, per molti anni erano state inconsapevoli di vivere in un regime, non avevano conosciuto altre situazioni.
Poi, crescendo e, soprattutto, studiando, cominciarono a capire.
Ad ogni modo, dato che erano brave e volenterose, entrambe fecero “carriera” nei gruppi delle “Giovani italiane”, dopo essere state “Piccole italiane”.
Avevano percorso tutto il cursus honorum, diventando capo-manipolo e capo-centuria, nomi che io trovo francamente inquietanti.
In realtà si trattava di qualcosa più simile al gioco che alla realtà, molto folkloristico, con saggi ginnici, cori, marce cittadine, rigorosamente abbigliate con gonna pantalone nera e maglia bianca.
Gli anni passavano, mia zia si era diplomata e già insegnava.
Cominciava a seccarle molto la faccenda del sabato fascista, per cui tutti i sabati pomeriggio erano obbligate a partecipare a cerimonie e raduni piuttosto noiosi.
Ma, dato che era una ragazza sveglia e che insegnava in un paese a circa 25 km da Grosseto, trovò la soluzione : ai responsabili di Grosseto, diceva che avrebbe fatto il sabato fascista a Buriano, mentre a Buriano diceva che l’avrebbe fatto a Grosseto. A quei tempi non c’erano i social, così le andò liscia e dedicò il sabato pomeriggio a più piacevoli attività, quali leggere, andare al cinema o semplicemente riposarsi.
Mia madre, molto ligia alle regole, trovava un po’ troppo azzardato l’escamotage della sorella. Però, andò sempre bene e mia zia si liberò di un obbligo privo di senso.

Nelle foto, di mia proprietà, mia zia e le sue amiche nel 1936

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