Incubi e catarsi , seconda parte

Parliamo di Stephen King.
Come avevo preannunciato, per il Maestro King non può bastare una citazione occorre un intero post. A casa mia i suoi libri occupano due interi scaffali e non c'è una sua opera che non mi abbia colpito, pur se in modo diverso, in base sia al suo periodo di scrittura che al periodo della mia vita. Questo vale per tutti gli autori. La fase della nostra esistenza in cui li leggiamo modifica la percezione che abbiamo di essi. Però, devo dire, la paura è stato il sentimento costante che i libri di questo grande scrittore mi hanno suscitato, pur con sfumature diverse.
Non posso elencarli tutti, sono moltissimi.
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Però, vorrei partire da uno dei primi che ho letto, "A volte ritornano". Si tratta di una raccolta di racconti, uno più terrificante dell'altro. C'è una brillante prefazione dell'autore in cui parla della paura. "La paura ci rende ciechi e noi tocchiamo ciascuna paura con l'avida curiosità dell'interesse personale, cercando di ricavare un intero da cento parti, come i ciechi con il loro elefante". E ancora "Tutte le nostre paure assommano ad un'unica grande paura... Abbiamo paura del cadavere sotto il lenzuolo. E' il nostro cadavere. E' il grande significato della narrativa dell'orrore in tutte le epoche, è che essa serve di prova generale per la nostra morte".
Ecco, credo che questa introduzione e il concetto che esprime, possano essere non solo la prefazione di quel particolare libro, ma di tutte le opere di King e, più ampiamente, di tutta la letteratura horror.
Certo, leggendo "Pet Semetary", romanzo del 1983, il concetto sopra esposto si fa ancora più chiaro. Nella tranquilla vita di una famiglia americana, i Creed, irrompe la tragedia, la morte di un bambino amatissimo... Ma questo non è l'orrore più grande. Vicino al luogo dove vivono queste persone, c'è un cimitero degli animali molto, ma molto particolare ... E non vi dico altro, ma, credetemi, riservate la lettura a un momento abbastanza spensierato della vostra vita, perchè è emotivamente impegnativo.
A seguire, accennerò al mio preferito (nel senso che a tutti gli altri do voti dal nove al dieci, a questo la lode).
Si tratta de "La metà oscura". Anche qui lo spavento e la tensione sono palpabili. Non racconterò la trama, perchè va letto, ma devo dire che ciò che mi ha colpito così tanto di questo romanzo è il concetto di "doppio", già presente in letteratura anche in capolavori tipo "Il Dr Jeckyll e Mr Hide". E questo doppio, l'alter ego del protagonista è una sua metà oscura, qualcosa che è nato, ma non si è sviluppato, l'embrione malefico incompiuto e negativo.
La paura, addirittura terrore, che Stephen King riesce a suscitare in quest'opera è di un tipo particolare, il peggiore. Avere paura di ciò che fa parte di noi, il male che più o meno inconsapevolmente portiamo dentro, il dolore e l'oscurità che si nascondono dietro apparenze normali. La metà oscura porta il lettore a contatto con il suo specchio nero, il profondo abisso delle emozioni distruttive.
Potrei scrivere un trattato su SK e forse un giorno lo farò, ma questa non è la sede. Mi limito a citare gli altri cinque suoi romanzi che preferisco ovvero: 1) L'acchiappasogni 2) Cose preziose 3) Dolores Claiborne 4) It 5) 22-11-63.
Da molti dei suoi libri sono stati tratti film, di cui il più famoso è sicuramente It, secondo me riuscito bene sia nella prima che nella seconda versione. Altri, come La metà oscura e Pet Semetary, sono decisamente inferiori al libro.
Comunque, per concludere, vorrei sottolineare come i libri di SK non siano solo letteratura di evasione, ma si tratti piuttosto delle opere di un grandissimo scrittore che ha creato personaggi immortali.

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