11 Settembre (Ci Riprovo...)

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Di seguito un piccolo racconto breve (e forse incompiuto) che ho scritto diverso tempo fa, per tentare di far aprire gli occhi a qualche buon diavolo che magari fosse indeciso se credere o no alla versione "Wikipedia" degli eventi dell'11 Settembre....qui ve lo ripropongo...ah, è basato ovviamente su fatti reali (non su fatti Tg5 o Rai News XD...)

Si consiglia una ricerca online sull'argomento, tra i siti web consigliati (ma ce ne sono molti altri): whatonearthishappening.com (dall'episodio 65 della sezione podcast); corbettreport.com; globalresearch.ca

"(...)Da allora in poi la guerra era stata, letteralmente, continua, anche se a voler essere precisi non si era trattato sempre della medesima guerra. (...) Il nemico contingente incarnava sempre il male assoluto; (...)se il Partito poteva ficcare le mani nel passato e dire di questo o quell'avvenimento che non era mai accaduto, ciò non era forse più terribile della tortura e della morte? (...)Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato."

"Coloro che rinunciano alla libertà per un temporaneo senso di sicurezza, non meritano né libertà né sicurezza"

...sarà in ultimo una scelta tra la paura e l'amore...voi cosa sceglierete?

Anni '70

Ladislaw Rudkowski aveva appena finito di parlare al gruppo
riunito nella zona sicura nei pressi del confine.
I guerriglieri sarebbero stati pronti ad entrare nell'area di
operazioni entro pochi giorni. I primi gruppi erano già stati
infiltrati e attivati sul territorio in attesa di dare il via alla “fase
calda”.
A differenza di altre volte, la sua presenza come inviato speciale
del presidente in questo particolare momento non era e non
doveva essere nota. Sarebbe tornato per sincerarsi di persona dello
svolgimento della missione che gli era stata affidata da certe
personalità non esattamente conosciute dal pubblico, e l'avrebbe
fatto sia apertamente che in segreto, come in quest'occasione.
Nel “sultano” aveva trovato una vera e propria miniera d'oro, o
perlomeno i presupposti perché si rivelasse tale c'erano tutti. Dopo
ulteriore formazione lui e i suoi avrebbero potuto essere utilizzati
per svariati scopi in tutto il mondo.
Le prospettive di guadagno erano immense, e il sultano, da
comprovato uomo d'affari, oltre che mercenario, lo sapeva
benissimo.
Ladislaw Rudkowski, il più fidato consigliere del presidente (ma
soprattutto agente per conto di certi interessi), sperava che questo
fosse l'inizio di un lungo e duraturo rapporto d'affari con il
sultano.

Anni '80

Jeddah, Arabia Saudita

Il funzionario del servizio estero K. Gabriel Altmann continuava a
ritrovarsi richieste di visto per gli Stati Uniti che proprio non gli
tornavano. Gente totalmente non qualificata voleva andare a
lavorare in America, senza nessuna specificazione di dove e per
chi. Tralasciando il fatto che per qualche strano motivo non erano
mai stati intervistati da nessuno del consolato né dell'ambasciata,
per quanto ne sapeva lui, la procedura in questi casi era piuttosto
chiara: negare la richiesta.
E puntualmente quelli del Dipartimento di Stato lo calpestavano e
facevano approvare i visti. Cosa diavolo stava succedendo? “E
dai, almeno per questa volta, facci questo favore!” “Non stressare!
Non starci fra i piedi!” “Non preoccuparti. Quelle persone ci
servono.”
“Scusate, ma a chi e a cosa servirebbero?” Chiedeva Altmann
“Sicurezza nazionale!” rispondevano quelli dei piani superiori.
“Cosa?!” .
Giorni dopo, durante un'ispezione di funzionari dell'ambasciata di
Riyad, veniva interpellato da uno degli ispettori riguardo ai
problemi di approvazione dei visti. Altmann, nonostante gli fosse
stato fatto capire che avrebbe avuto grane se si fosse lamentato
con quelli dell'ambasciata, disse ciò che pensava sulla questione.
“Nessun problema, capiamo perfettamente la sua posizione, ha
fatto bene a seguire la procedura”, lo rassicurava il funzionario.
Meno di un mese dopo, K. Gabriel Altmann veniva rimandato
negli Stati Uniti.

Base aerea Ryder, California

Il Boeing 720 stava iniziando la discesa. La manovra non era
molto fluida, aveva bisogno ancora di qualche correzioncina man
mano che si avvicinava a terra. “Va bene. Ora dovrebbe compiere
l'ultima virata......ecco fatto, niente male” “Sta andando bene, sta
andando bene”.Gli osservatori della X-Ray Technologies erano
favorevolmente impressionati “Eccolo che arriva, lo portano giù!”.
L'aereo passeggeri sbandava visibilmente ma avrebbe dovuto
centrare l'area prevista per l'impatto. “Ancora un po'...ci siamo
quasi”. L'aereo toccava terra e avanzava per qualche decina di
metri per poi cominciare a girarsi verso il fianco mentre un'ala
entrava in contatto con il terreno e una palla di fuoco si formava
dove prima era situata la turbina. Il Boeing finì la propria corsa
oltre il termine della pista in mezzo al lago prosciugato,
completamente avvolto dalle fiamme.
“Ottimo! Sarebbe preferibile riuscire a farli atterrare con i carrelli
abbassati, però, heheheh” scherzò uno degli osservatori “Be' si, ci
stiamo arrivando...”
“ In ogni caso direi che questa dimostrazione è stata un successo,
sono da aspettarsi soltanto miglioramenti da ora in avanti, il lavoro
non si ferma”
“Fantastico”.

Anni '90

Nord-Est dell'Albania

Il freddo attanagliava gli uomini nella notte. Di lì a poco si
sarebbero mossi. Erano venuti dalla Turchia, dove erano stati
addestrati, ed avrebbero attraversato il confine ricongiungendosi ai
loro fratelli in armi che già avevano dato inizio alla carneficina. Il
loro organizzatore, il sultano, non era lì in quell'occasione. Molti
non lo sapevano, ma stava coordinando lo stesso tipo di azioni in
Cecenia.
Gli affari andavano a gonfie vele per il sultano, il gioco a cui i
suoi soci stavano partecipando in quel momento era sempre più
ambizioso, di conseguenza gli incarichi erano molteplici e i
guadagni sempre più alti.

Sopra al Mar Nero

L'ormai ex-colonnello Yilmaz Mustafà Karğa guardava fuori
dall'oblò dell'aereo charter che lo stava portando lontano dal suo
paese.
Il vento era cambiato. Radicalmente cambiato. Per salvarsi la vita
aveva dovuto vendersi al vecchio nemico, che aveva combattuto o
creduto di combattere per tutti questi anni. Ma il comunismo era
crollato e i suoi padroni avevano bisogno di altro tipo di
“personale”. Lui e gli altri “ultra-nazionalisti” erano
semplicemente passati di moda, non servivano più per i nuovi
scopi. Sarebbe stata tutta un'altra storia da ora in poi.
Il colonnello Karğa e quelli della sua organizzazione avevano
terrorizzato, torturato e commesso stragi per i loro padroni non
solo in patria, ma, cosa che pochi sapevano ancora, anche in tutta
Europa e in Medio Oriente (sotto falsa bandiera)...l'avrebbe fatto
anche se fosse stato sotto i comunisti? Si, l'avrebbe fatto anche per
loro, perché lui era un lupo.....e nient'altro gli avrebbe potuto dare
quella sensazione di potere sulla gente comune, civili inermi e
inconsapevoli...Se glie l'avessero chiesto, avrebbe continuato a
fare quello che aveva fatto durante e anche oltre la presunta fine
della Guerra Fredda.
Ma nessuno gli aveva più chiesto niente, e quelli
dell'organizzazione avevano cominciato a venir fatti fuori.
Fortuna aveva voluto che i suoi servizi fossero stati richiesti
altrove e così aveva avuto la possibilità di fuggire.
Adesso i suoi vecchi superiori avevano bisogno del
fondamentalismo religioso. Erano quelle le nuove regole del
gioco.

Settembre 2001

Rawalpindi, Pakistan

Aveva un'ala dell'ospedale militare quasi interamente riservata a
lui, anche se in maniera molto discreta, niente di eclatante. Non
era una persona la cui presenza lì fosse da pubblicizzare in quel
momento.
La salute di Hassan Ben Abbas era andata peggiorando sempre di
più. I reni lo stavano abbandonando.
Hassan aveva svolto missioni e attività pericolose per tutta la vita
e aveva vissuto nascosto in luoghi inimmaginabili. Credeva di
poter dire di aver sviluppato un certo istinto, che ora gli diceva che
gli rimaneva poco da vivere. Probabilmente non l'avrebbero
staccato vivo dall'apparecchio. Prima o poi doveva succedere,
certo, anche se per la natura degli affari in cui era stato coinvolto
si sarebbe aspettato di lasciare questo mondo in tutt'altro modo.
Ma a volte le cose andavano diversamente.
Aveva sempre fatto un ottimo lavoro, dovunque fosse andato.
Coloro per cui aveva lavorato non avevano mai avuto di che
lamentarsi. Era stato un'ottima risorsa, una delle migliori in
assoluto nella storia, molto probabilmente.
Forse anche dopo morto avrebbe potuto essere utile.

§§§

Ronald Blaufeld sedeva da solo nel suo ufficio.
Quando i membri dello staff si erano precipitati da lui dopo che i
primi due obiettivi erano stati colpiti, aveva semplicemente detto
che aveva bisogno di fare un paio di telefonate.
Se il comportamento di colui che avrebbe dovuto essere il secondo
in comando in quella situazione fosse sembrato strano o bizzarro,
non sarebbe stato un problema eccessivo. Era tutto calcolato.
Un brivido l'aveva percorso quando la notizia gli era stata
comunicata....c'erano riusciti davvero. Non era ancora finita però.
Come gli avevano detto, l'unità di crisi nazionale si stava già
attivando, lui avrebbe dovuto presiederla e dirigerla per il
momento, in quanto segretario alla difesa.
Ma non l'avrebbe ancora fatto.
Invece proseguì come da normale programma del giorno con un
briefing con un funzionario governativo.
Tra poco anche lui si sarebbe trovato al centro degli eventi.

Il segretario ai trasporti Phillip Manetti entrò nel Centro Operativo
Presidenziale d'Emergenza. Il vice-presidente Nick Cenci era già
lì, assieme naturalmente agli alti papaveri militari e ai loro
attendenti. L'atmosfera era piuttosto tesa. Si cercava di capire cosa
diavolo stesse succedendo. Un incidente? Qualcosa andato storto
durante le esercitazioni per situazioni d'emergenza in corso quel
giorno? Manetti seppe che il traffico aereo commerciale e civile
non era ancora stato bloccato.
Allora forse era solo un incidente.
“Signore, hanno segnalato un velivolo fuori rotta intercettato sul
radar”
“Dove si trova?” chiese il vice-presidente. La posizione sul radar
era approssimativa, ma sembrava che il volo di cui si era perso
momentaneamente il contatto stesse ritornando indietro.
Stava ritornando verso Washington.
Nick Cenci aveva un aspetto concentrato. Non sembrava
particolarmente agitato, era come in attesa, o almeno così sembrò
a Manetti. Per quanto riguardava lui, avrebbe fatto volentieri il
terzo grado agli operatori radar. Non potevano dargli una stima più
precisa della posizione del maledetto aereo? “Si trova all'incirca
oltre Great Rocks....50 miglia, signore” disse il giovane ufficiale
di marina che seguiva gli spostamenti del velivolo rivolgendosi al
vice-presidente “Abbiamo perso contatto!”
“Dannazione!” imprecò il segretario ai trasporti.
“Signore, i caccia intercettori da Westchester sono in standby....”
“Bene. Si tengano pronti” disse Cenci.

Il presidente Prescott B. Walker aveva lo sguardo perso nel vuoto,
mentre una bambina della scuola elementare che era andato a
visitare durante il suo viaggio istituzionale al Sud stava leggendo
una poesia davanti alla classe.
Gli era appena stato comunicato degli incidenti con un sussurro in
un orecchio dal suo capo dello staff.
Si sentiva fremere, ma doveva mostrare di essere calmo.
Era successo.....era tutto vero.
Ancora poco...ancora poco e il cerchio si sarebbe chiuso.
Diamine, quanto si erano dati da fare per arrivare a quel punto!
L'ultima formalità era stata rubare un'elezione per avere gli uomini
giusti al momento giusto...non che fosse cambiato niente con altri
al governo, beninteso. A chi andasse il trono non era mai stato
importante, ma avrebbero dovuto forse rinviare, modificare
piani...no, andava benissimo così, era così che doveva essere, tutti
gli elementi al loro posto.
Mancavano ancora pochi passi, poi avrebbero potuto avere il
mondo...creare un nuovo mondo...

“Contatto riapparso!” Esclamò l'ufficiale di marina “20 miglia
fuori!”.
Nel Centro Operativo Presidenziale d'Emergenza la concitazione
era al massimo.
Solo il vice-presidente Nick Cenci era immobile anche se ora
sembrava più teso.
“10 miglia!” disse l'ufficiale “signor vice-presidente, l'ordine di
non ingaggiare è sempre valido?”
“Certo!” rispose brusco Cenci girando di scatto la testa verso il
militare “mi ha forse sentito dare un ordine diverso?”.
L'ufficiale di marina rimase sorpreso. Così come il segretario ai
trasporti Phillip Manetti.
Cosa era preso al vice-presidente?!
“Contatto perso”.

James Carmichael entrò negli uffici dell'ala Ovest, recentemente
rinnovata, pensando a quando e se fossero mai riusciti a portare a
termine la loro missione impossibile: risolvere il mistero dei 2,3
trilioni di dollari mancanti dal bilancio della difesa. Giusto il
giorno prima Blaufeld aveva dichiarato ufficialmente guerra agli
sprechi della burocrazia dipartimentale. E che sprechi! James
faceva parte della squadra di contabili che avrebbe dovuto
revisionare i conti e portare alla luce i fondi “scomparsi” o almeno
scoprire cosa ne era stato. Non era molto ottimista riguardo
all'esito dell'operazione ma non si poteva mai dire. Di certo il
lavoro sarebbe stato immenso e stressante. La difesa era ormai
nota per mangiarsi fondi e incasinare la contabilità del governo
federale, ma be', se serviva per difendersi dalle minacce esterne o
domestiche...magari sarebbe stato meglio se l'avesse fatto in
maniera un po' più efficiente, sapete com'è, alla fine quelli che ci
rimettevano sempre erano i contribuenti.
James Carmichael salutò i colleghi e si mise a sedere alla scrivania
assegnatagli, cominciando a darsi da fare.
Poi percepì quella che poteva essere una forte luminosità, ma non
era chiaro. Niente sarebbe stato più chiaro.
James Carmichael e altre trentatré persone che si trovavano nell'
ala Ovest avevano appena perso la vita.

L'effetto dell'impatto fu avvertito nettamente in tutto l'edificio.
Ronald Blaufeld sobbalzò e finì quasi per terra.
Non ebbe molto tempo per pensare a quello che era appena
accaduto, ma aveva ben chiara la parte che avrebbe dovuto
recitare. “Presto!” Disse una volta rialzatosi al suo addetto alla
sicurezza entrato nell'ufficio “Usciamo fuori! Vediamo che
diavolo è successo!” L'agente della sicurezza gli si precipitò
dietro. “Ma che stava facendo?!” Pensò “Signor
segretario!...Signor segretario, aspetti!” Ma dove credeva di
andare quell'idiota? Poteva essere pericoloso ed era sotto la sua
responsabilità, dannazione! Avrebbe dovuto essere evacuato
immediatamente e andare a gestire tutto quel manicomio, non
mettersi apertamente a rischio!
Blaufeld uscì sul prato antistante l'edificio e voltandosi vide il
fumo che si levava dall'ala Ovest. Si recò lì in fretta seguito dalla
guardia del corpo. Militari, impiegati civili, polizia, vigili del
fuoco e soccorritori stavano correndo dappertutto e cercando di
aiutare i feriti. Chissà quante vittime c'erano state? Il segretario
vide un gruppo di militari in uniforme e paramedici che stavano
per alzare una barella con un ferito sopra “Sento se hanno bisogno
di una mano”
“Signor segretario, non è sicuro rimanere qui!” Provò ancora una
volta l'agente della sicurezza a farlo ragionare, ma non ci fu niente
da fare, Blaufeld si era messo a portare la barella e poi a chiedere
in giro se altri avessero bisogno di aiuto. Nel frattempo erano
arrivati anche i furgoni della televisione. Voleva forse farsi
riprendere mentre assisteva i soccorritori? “Incredibile!”, pensò la
guardia del corpo “questi qua non perdono occasione di farsi
pubblicità neanche quando siamo sotto attacco!”.
Nel frattempo un sacco di gente stava cercando il segretario alla
difesa, che non era dove avrebbe dovuto essere, ma nessuno per
diverso tempo sarebbe ancora riuscito a mettersi in contatto con
lui.

Da quel momento fu come se tutto il sistema si fosse svegliato
all'improvviso. Tutto il traffico aereo venne fermato e i caccia
dell'aeronautica, molti dei quali già impegnati in un'esercitazione,
vennero fatti convergere verso le zone effettivamente interessate
dagli eventi di quel giorno. Anche se troppo tardi.
Mentre tutti i velivoli di linea e privati rimanevano a terra, solo
due jet Gulfstream si alzavano in volo dalla costa orientale in
direzione Est.

Tutti gli obiettivi erano stati raggiunti con successo. Quasi tutti,
perché a dire il vero ne sarebbe mancato uno, ma a questo punto
non era fondamentale. Il paese era sotto shock. Il gregge si
sarebbe stretto attorno alla bandiera e ai propri leader in cerca di
rassicurazione e protezione. I mezzi di comunicazione di massa
avevano fatto quello per cui esistevano.
E tutto questo solo in un giorno. La preparazione naturalmente era
stata molto lunga e meticolosa, ma alla fine aveva ripagato, e
parecchio. Tutti avevano guadagnato dagli avvenimenti e
avrebbero guadagnato ancora di più nei mesi e negli anni
successivi. Non c'era niente da fare, era semplicemente scritto nel
loro destino: erano loro quelli che comandavano il mondo e ne
determinavano le sorti come e quando volevano. Una nuova era di
dominazione stava per iniziare. Ci avevano già provato tramite
una serie di prove generali e alla fine il grande giorno che avrebbe
cambiato un'altra volta il mondo era giunto. Era un nuovo inizio
dalle potenzialità virtualmente illimitate.
Non si poteva desiderare di più.
Anzi no, si poteva eccome.

§§§

Mentre l'opinione pubblica mondiale era ancora sorpresa, c'erano
delle persone che invece non lo erano affatto. Tra queste c'era K.
Gabriel Altmann. L' essere stato allontanato anni prima dal proprio
lavoro al Dipartimento di Stato come funzionario diplomatico
all'estero non gli aveva impedito di continuare a tenere d'occhio il
giro dei “visti espressi” che l'intelligence aveva messo su in
Arabia Saudita allo scopo di far entrare i suoi asset negli Stati
Uniti per ricevere addestramento e svolgere vari tipi di missione,
dall'importazione di droga alle operazioni sotto falsa bandiera.
E adesso alcuni di questi elementi erano indicati dai media come
gli autori materiali degli attacchi. Il quadro fornito dagli organi di
informazione e dai membri del governo non tornava per niente.
Non se si sapeva quello che gente come Altmann sapeva.

§§§

Località sconosciuta del Pakistan

Non era ancora morto, ma i suoi giorni in ogni caso erano contati.
Il nuovo anno, secondo i medici, lui non l'avrebbe visto. Durante
la degenza coloro che si stavano prendendo cura di lui avevano
deciso di risparmiargli i notiziari, dove il suo nome era stato
pronunciato fin dai primi minuti dopo l'evento accaduto dall'altra
parte del mondo. Non credevano che se la sarebbe presa, ma
perlomeno l'avrebbero tenuto tranquillo fino alla morte, che
ovviamente sarebbe stata tenuta segretissima per poter utilizzare
ancora il loro asset per i successivi scopi. Probabilmente un bel
giorno avrebbero dichiarato che era stato eliminato in un raid delle
forze speciali o qualcosa di simile, quando l'occasione fosse stata
propizia.
Nel frattempo avrebbero continuato a terrorizzare il mondo, in cui
nessuno sarebbe stato più al sicuro...a meno che non rinunciasse a
quelle poche libertà che gli rimanevano, perché il sultano e i suoi
accoliti avevano dimostrato di poter colpire dovunque.

2006

Washington, Distretto di Columbia

Aidan Koziak era seduto su una panchina in un parco della città.
Si era da poco congedato dal corpo dei marines, in cui si era
arruolato senza esitazione subito dopo quel fatidico giorno che
aveva reso il mondo un inferno. A quei tempi pensava di poter fare
giustizia per quello che era successo al suo paese e, in più, sarebbe
stato pagato per farlo, con vari benefici.
Ma la crociata in cui si era imbarcato si era presto dimostrata un
orrore come mai avrebbe pensato da giovane patriota appena
diciottenne. Sul campo di battaglia aveva ben compreso che quello
che stavano facendo era sbagliato. Quella non era difesa, era
aggressione; non era “portare la libertà”, era portare distruzione,
morte e sofferenza a persone come lui, che non c'entravano niente
con i loro leader, con la geopolitica o con lo “scontro di civiltà”.
Nel carcere di Fallujah, dove era stato assegnato come guardia,
aveva assistito alle umiliazioni dei prigionieri e alle torture fisiche
e psicologiche a cui essi venivano sottoposti. Erano insurgents,
dicevano, scagnozzi del regime iracheno. Lui non credeva che in
tutto il carcere ci fosse stato un solo scagnozzo del regime
iracheno e per quanto riguardava gli insurgents, be', avevano preso
le armi per difendere le proprie case da una forza di invasione
straniera...quello che avrebbe fatto anche lui. Ma alle torture
Aidan non aveva solo assistito, aveva anche partecipato. Ed era
quello che adesso non gli dava pace. Era dura arrivare alla fine di
ogni giorno. Anche l'attivismo politico in protesta contro le guerre
estere non gli stava bastando. Ma non poteva tornare indietro ed
era tutto ciò che poteva fare per cercare almeno in piccola parte di
rimediare. Del resto pensava che quello che stava passando se lo
meritasse, completamente. Alla televisione dicevano che molti
veterani che tornavano dalla guerra avevano gravi problemi
psichici e spesso si suicidavano. Per quello che avevano visto,
dicevano. Ma lui sapeva che non era per quello che avevano visto.
Era per quello che avevano fatto.

Francesco Sani

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