Le meraviglie della Sicilia che pochi conoscono parte 3

Buongiorno a tutti voi, e ben tornati nella mi rubrica “Le meraviglie della Sicilia che pochi conoscono”. Oggi voglio mostrarvi il frutto della mia ultima escursione dedicata al Birdwatching: Le rocche del Crasto.

Le rocche del Crasto

Foto d'autore   Porzione del versante sud delle Rocche del crasto. Alcara li fusi, Messina.

Le Rocche del Crasto sono un rilievo alto 1.315 metri che appartiene alla catena dei monti Nebrodi, appartenenti all'Appennino siculo, che ricadono nel territorio dei comuni di Alcara Li Fusi e di Longi in provincia di Messina; A livello paesaggistico, queste immense pareti rocciose sono suggestive e spettacolari, così alte e imponenti che delineano la culla o la casa, qual si voglia così definirla, per tantissime altre specie di esseri viventi; quasi come un altro mondo, tutto da scoprire, sopra le nostre teste.
Queste meravigliose pareti rocciose, costituite prevalentemente da roccia calcarea, espongono su diversi versanti, ma io a causa del tempo uggioso ed abbastanza incerto, nebbia e poca luce, che rendeva le osservazione un po’ difficili e poco nitide, ho potuto osservare solo il versante sud.
Beh devo dire che nòn ostante l’escursione termica e le varie problematiche, il viaggio ha dato i suoi frutti, visto e considerato che lo scopro principe di questa uscita fuori porta era l’osservazione e il monitoraggio dei Grifoni e dei loro nidi. Infatti, anche se con qualche difficoltà in più si è riusciti ad osservarli e a scattare qualche foto di testimonianza, seppur non siano delle migliori.

I Grifoni

Magari vi starete chiedendo il perché di tutto questo. Bene inizio subito col dirvi che il Grifone non è una figura mitologica come molti pensano, bensì un rapace appartenente alla famiglia degli Accipitridi di cui, a sua volta, fanno parte tutti gli avvoltoi.

Foto d'autore   Nido di grifoni all'interno di una cavità presente nella parete rocciosa delle Rocche del crasto. A destra un esemplare di grifone femmina adulto che difende le uova; al centro un esemplare di grifone maschio di guardia; ed in alto a sinistra è possibile osservare un esemplare di corvo nero imperiale che tenta di rubare le uova

Questo rapace, goliardicamente definito come “lo spazzino” e dall’apertura alare di 2,70m è una specie coloniale a rischio specialmente in Sicilia, anzi per un periodo nel nostro areale si era proprio estinta e questo a causa di 2 fattori:

  • Cambio della legge sulla sanità, per cui non era più possibile abbandonare le carcasse degli animali, di cui questi rapaci si nutrono;
  • Bocconi di carne avvelenati destinati alle volpi, di cui questi rapaci si cibano. Ovviamente, guardandola su ampio raggio, questo ultimo fattore non andava a comportare un danno solo per volpi e Grifoni ma anche per tutte quelle Specie necrofaghe.
    Solo in un secondo momento l’Unione Europea ha ritenuto che, in merito alle leggi sulla conservazione della specie, alcune zone, come quella di Alcara li fusi, potessero declinare (nei limiti) la normativa sulla sanità e, in situazioni occasionali e controllate, lasciare alcune carcasse per alimentare questi rapaci.

Foto d'autore.    In questa foto è possibile osservare il "carmaio", ovvero la struttura posta sulla destra dell'immagine, in cui vengono messe le carcasse per far alimentare i grifoni.

Infatti verso la fine degli anni 90’ è stato dato il via al progetto di reintroduzione di questa specie in Sicilia; e, contemporaneamente, si provveduto alla realizzazione dei "carnai", per poterli alimentare. Questo ha portate alla stabilizzazione della specie, lì dove prima si era estinta ed inoltre, altri esemplari provenienti dai Balcani si sono mischiati e stabilizzati insieme alla popolazione Sicula, generando così delle sottospecie presenti solo nella nostra terra…Per questo le chiamiamo specie cosmopolite.

Spero di non avervi annoiati troppo con questo mio post, alla prossima volta!
Un abbraccio a tutti!!!
@fedls90

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