Andrej Romanovič Čikatilo: lo squartatore rosso.

ciao a tutti,

oggi parliamo di Andrej Romanovič Čikatilo ovvero del mostro dai modi gentili.
Čikatilo è passato alla storia come il mostro di Rostov.

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Immagine CC0 creative commons

Periodo storico ed infanzia.

Durante il 1933 ed il 1934 nell'ex Unione Sovietica c'era stata una terribile carestia. La sorella di Čikatilo testimonierà che in quei tempi il cannibalismo in Ucraina fosse normale. Il fratello di Andrej era uscito di casa in cerca di cibo, ma era stato ucciso e mangiato.

Questa ferita è la prima nella vita del serial killer, anche se lui è nato il 16 ottobre 1936 e la carestia era successa ancora prima, la madre racconterà più volte questo fatto tra le lacrime.

Un altro trauma è che la sorella stessa di Andrej fosse nata durante la guerra con il padre sul fronte. Come molte donne russe aveva probabilmente subito una violenza sessuale da parte dei soldati tedeschi. La donna viveva in una casa con una sola stanza ed è molto probabile che il futuro omicida abbia visto lo stupro.

Adolescenza.

Durante adolescenza c'era stato il primo momento sconvolgente della sua vita. Il suo primo rapporto sessuale si era concluso con un disastro, a tal punto che la ragazza con cui avrebbe voluto avere un altro incontro lo aveva guardato dall'alto al basso. L'esperienza aveva sconvolto Čikatilo che ne aveva fatto una vera e propria ossessione personale.

La ragazza lo aveva umiliato anche dal punto di vista sociale: era andata in giro ovunque dichiarando che Andrej era un impotente. Lui da una parte aveva iniziato a studiare moltissimo e dall'altro voleva prendere quella ragazza e farla a pezzi.

Ferite.

Le ferite sulle vittime erano sempre dello stesso tipo: al volto, alle orbite, allo stomaco e sui genitali. L' assassino era astuto, non lasciava tracce e non c'erano testimoni oculari. Amputava alcune parti del corpo che poi non venivano ritrovate: una delle ipotesi della polizia è che fosse un feticista coinvolto nel traffico d‘organi. Un particolare agghiacciante è che le vittime venivano sempre e ripeto sempre accecate. Secondo gli esperti, l'omicida era un uomo che non poteva sopportare lo sguardo delle vittime.

La cosa più raccapricciante era il fatto che le vittime venivano colpite 60-70 volte, ma nessuno di questi colpi era abbastanza profondo per uccidere. La corte a processo ha chiesto ragione di questo fatto che deve essere stato un momento straziante per le famiglie delle vittime ridotte in lacrime.

Victor Burakov era il capo della squadra omicidi della regione di Rostov. A lui era venuta un'idea: parlare all'omicida con i mezzi della stampa. L'investigatore dopo una breve introduzione, aveva fatto parlare uno psichiatra.
Lo psichiatra cercava di creare una certa empatia con l'assassino.

Nel frattempo la polizia perlustrava i posti dove erano stati trovati i cadaveri, si indagava a 360 gradi, si indagava chiunque sapesse asportare organi, quindi medici, chirurgi, malati di mente.

Maturità.

Čikatilo aveva studiato molto all'università ed aveva completato la laurea di lingua e letteratura russa. Nonostante l'impotenza si era creato una famiglia con tanto di due figli e non beveva, quindi era meglio di molti altri in Russia. Questo almeno all'apparenza. Era anche diventato direttore in una scuola.

Gli esperti parlano di scissione della personalità orizzontale ci sono cioè due Andrej: uno un padre perfetto ed amorevole, l'altro il macellaio di Rostov.
Una schizofrenia da manuale.

Alla scuola dove insegnava, i ragazzi lo prendevano in giro non lo rispettavano e gli dedicavano vari epiteti ingiurianti. Questo non era il problema più grande, perché l'uomo iniziava a molestare le studentesse e gli studenti, ma la direzione scolastica preferiva licenziarlo invece di fare partire un'indagine che avrebbe rovinato la reputazione della scuola.

Ritratto psicologico dell'omicida.

Era un uomo di intelligenza superiore alla media, laureato e secondo gli psichiatri, di cultura umanistica. Poteva essere un direttore o un preside di una scuola. Era una persona che aveva una certa autorità, ma tra le mura domestiche era sottomesso. Ha dichiarato un'intervista di aver ucciso, in quanto sapeva che la gente poteva dominarlo, metterlo sotto i piedi e non riusciva a reagire. Le sue ferite narcisistiche venivano lenite dall'omicidio, ma sostanzialmente lui era un frustrato che teneva le sue sconfitte dentro di sé. Ad ogni frustrazione si sentiva spiato e si ritrovava alla stazione e combatteva quella che lui definiva la "guerriglia". Le azioni di guerriglia erano: prendere i propri prigionieri e portarli al suo "comandante".

Era apparentemente un mite, ma a processo risponderà in modo sconnesso per sembrare un pazzo. Si autodefinirà come un errore della natura e dirà di farsi schifo. Tipico metodo di manipolazione degli psicopatici: ovviamente la corte non ha creduto alla sua testimonianza. Nel 1992 aveva iniziato addirittura ad usare un linguaggio incomprensibile: parlava sia in russo, sia in ucraino, voleva l‘interprete, ma anche gli psichiatri non si erano fidati del suo tentativo di cambiare le carte in tavola.

Le perizie di diversi psichiatri lo certificheranno come sano di mente, perché la legge sovietica diceva che, se un soggetto fosse malato, sarebbe stato prima necessario curarlo e poi sottoporlo ad un processo.
Andrej aveva iniziato a fare scenate durante i processi, arrivando a sbottonarsi la camicia sostenendo di non avere le piattole per non essere processato.

Un'altra caratteristica di questo uomo così oscuro è il sadismo. Le numerose ferite vicino agli occhi servivano per il suo sadismo, che veniva soddisfatto dalla sofferenza delle vittime, non dalla loro morte.

Particolarità.

Molte persone sono rimaste impressionate dallo sguardo di ghiaccio di questo mostro. I suoi occhi sono stati definiti da camaleonte, cioè possono muoversi uno indipendentemente dall'altro. Questo significa che lui fosse in grado di guardare due cose contemporaneamente. Quando era in cella poteva guardare una persona con un occhio e con l'altro osservava una persona posta un metro più in basso rispetto alla precedente.

Arresto.

Era stato già arrestato una prima volta, ma non erano stati trovati elementi sufficienti per convalidare l'arresto. Era stato prelevato il sangue ad Andrej, ma il suo liquido seminale era tipo rarissimo. Non si riusciva da questo a risalire al suo gruppo sanguigno e provare una concordanza con le pochissime tracce lasciate sulle vittime. Oltre ad essere molto accorto, anche la natura lo stava aiutando. Lui aveva il gruppo sanguigno A, ma in rarissimi casi si può avere il sangue associato ad un gruppo sanguigno, (ad esempio A) e nello stesso tempo lo sperma di gruppo AB. La scienza dimostrerà questa possibilità solo dopo qualche anno.
La polizia aveva deciso di rilasciarlo, così lui aveva ucciso per altri 6 anni.

Fortunatamente è poi stato arrestato un'altra volta il 20 novembre 1990. Dopo 12 anni l‘incubo era finito.
Confesserà altri omicidi dopo l'arresto, il conto delle vittime era salito a 55. Qualcuno gli aveva chiesto cosa avesse provato mentre lo arrestavano per la seconda volta, lui aveva risposto con solo una parola:

Niente.

Questa risposta mi ha inquietato non poco, perché i veri psicopatici non provano nulla, non sentono nulla. Sono emozionalmente morti, o per meglio dire sono emozionalmente come degli squali bianchi e noi siamo le loro prede.
La parte oscura di Andrej era nettamente psicopatica.

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Immagine pexels.com

Non mi stupisce per niente che all'arresto non abbia opposto resistenza. Era probabilmente convinto di potersela cavare come era successo in precedenza.

Per altro per questo mostro nemmeno la sua vita non era molto importante ed aveva pensato seriamente al suicidio almeno 20 volte. L'unico motivo per cui non si era ucciso era per i suoi figli.

Condanna.

Il 15 ottobre 1992 il tribunale sovietico lo condanna alla pena capitale. In tribunale ci sono famiglie che piangono e gente che gioisce. Nel frattempo il criminale inveisce contro i giudici e sollecita un avvocato difensore, concludendo il suo discorso con invocazioni alla libertà dell'Ucraina.

Pare che il mostro sia morto il 14 febbraio 1994 a seguito di un colpo alla nuca. Ci sono controversie sulla sua morte: lui stesso essendo un individuo veramente inquietante, non voleva essere sparato in testa poichè sosteneva che il suo cervello poteva essere studiato dai giapponesi.
Aveva anche fatto una domanda di grazia al presidente della Russia, che era ai tempi Boris Yeltsin, ma lui l'aveva negata.

Fonti:

Qualora non specificato diversamente le foto sono di mia proprietà.



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