Memorie di viaggio

Questo post è dedicato alla comunità Italiana e a me stessa.
Non saprei come tradurlo in un'altra lingua senza perdere il ritmo, il senso e le strofe.

Voglio raccontare l'antefatto, altrimenti sembro un po' pazza, e non che io un pochino non lo sia.
Ho cominciato a frequentare la rete sociale all'inizio del 2016. Un momento molto buio della mia vita, nel quale stavo perdendo tutte le certezze costruite, dal lavoro ai rapporti umani.
Navigando in diversi siti che proponevano guadagni online, non so nemmeno perché ne cercassi in realtà, mi rifugiai in un social network chiamato TSU.
Molte delle persone che erano lì sono poi le stesse che ritrovo anche qui perché alla chiusura di TSU si spostarono su SteemIt.
Magari loro non si ricordano di me, ma io ho una memoria fotografica poderosa (almeno per ora...) e tendo a ricordare nickname, foto profilo, stile di foto. E li riconosco.

TSU per me, che precipitavo nel tunnel della depressione, era un mondo incantato. Fatto di creatività, colori ed emozioni.
Lì ho avuto la fortuna di incontrare molte persone, alcuni incontri sono stati assolutamente negativi e altri positivi. Da tutti ho tratto comunque lezioni di vita ed alcune di quelle persone sono ancora presenti nella mia vita, divenendo parte integrante del mio mondo reale.

A tutte le persone che colsero il mio dolore, che mi aiutarono a percorrere il nero tunnel offrendo anche un piccolo moccolo di candela o un soffio di fiato con un piccolo messaggio che mi teneva viva, che mi hanno accolto, compresa e non giudicata, ho dedicato le rime sotto.

Non che io sia Alda Merini, né ho prima di questa o dopo questa scritto altre poesie in vita mia.
La scrissi perché la comunità Italiana, ritrovatasi in un altro social, indisse una sorta di concorso di poesia.
Le voglio pubblicare qui perché non si perdano nel tempo, come un messaggio di speranza per chi ha paura di rimanere disperatamente solo.
O semplicemente perché anche qui ho ritrovato quel senso di comunità.

A tutte le farfalle con le ali spezzate, liberamente tratta da L'elefante (io in un negozio di porcellana) e la farfalla (beata lei):

C'era una volta non molti anni fa
Una donna in gessato curata e severa
Capelli stretti in uno chignon
Piedi costretti in un decolleté
Tono pacato, italiano in dizione
Usava voce e presenza alla perfezione.
Aveva tutto, famiglia, lavoro
Soldi, amici, bellezza e danaro
O almeno questo credevano loro
Perché dei suoi lividi il mondo era ignaro.
Arriva sempre nella vita un momento
In cui ti ritrovi a fare i conti col vento,
Un vento, una bora, come tempesta
Distrugge tutto e ti arriva alla testa.
Per aver tutto quanto lei aveva scordato
Le corse in converse sopra un bel prato,
I viaggi, la fisica, la filosofia
I sogni più belli portati via.
Prese il suo cuore di pietra ricoperto di amianto
Lo legò al collo, pronta allo schianto.
Ma una voce gentile le disse: respira
Fermati qui quando arriva la sera.
Quando il buio diventa più nero
Sarò presente tra mille parole,
Parole silenti che puoi leggere scritte
Ma faranno tornar le tue gambe più dritte,
Salde per muovere un passo ancora
Un passo e poi l'altro che già viene l'ora
Di ritrovarti più forte di prima
Forse capace di far qualche rima.
La signora che urlava parole in silenzio
Rumorose ma cieche, sorde e d'assenzio
Rimase ammutita e si accoccolò
Finché la belva non si addormentò
In un abbraccio così reale
Che la farfalla tornò a volare

Se siete arrivati fin qua stavolta vi ringrazio proprio di cuore e vi auguro ogni bene.
Le foto sono tutte scattate da me, in diversi momenti con diversi dispositivi perché proprio TSU mi ha lasciato questa perversione per la fotografia.
Much love 💛☀️💛

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