Il terzo giorno di vacanza a Soci.

Il terzo giorno di vacanza a soci.

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O meglio, l'ultimo giorno di decompressione dopo il riempimento a pesce rosso di assaggini durante il corso di cucina del giorno prima che mi ha creato non pochi smuttamenti di stomaco con creazione di combustibile gassoso adatto all'accensione di caldaie e caminetti a gas.

La mattina è partita presto con una sveglia alle 6 del mattino.

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Pazzo.

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Ma ormai ero sveglio e quindi mi sono fiondato giù dal letto ed ho deciso di andare a fare colazione al bar del paesino vicino all'eremo dove alloggiavo a piedi, per sgranchire le gambe e sentirmi meno in colpa per il pasto continuo del giorno prima.

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Premesso che la strada che porta al monastero l'avevo sempre fatta in macchina fino ad allora, non immaginavo che esistessero strade verticali.

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Ho pensato... la fanno le suore a piedi ed io chi cazzo sono?

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Già in discesa, mi sono accorto che in salita al ritorno sarebbe stata dura.

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È in questi casi che servirebbero le famosissime ' scarpe col tacco davanti per camminare in discesa come se fossi in pianura ' della canzone degli Elio e le storie tese.

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Arrivato in paese dopo 20 minuti di camminata mi sono sparato brioche con crema al pistacchio e cappuccino.

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Tutto l'opposto di quello che ho imparato il giorno prima.

In quel momento mi sentivo uno dei protagonisti del film sette chili in sette giorni.

  • tu mancia?
  • tu mancia?

Mi aspettavo di sentire appena rientrato al monastero.

  • sento odore di brioches con il pistacchio... e cappuccio...

  • si è vero... ma io nel cappuccio non ci ho messo lo zucchero... varrà pure qualcosa o no? Cioè... ci avrei messo lo zucchero. Due bustine. Ma io non l'ho messo. Bravo vero?

  • col cazzo... in ginocchio sui ceci. Pirla. Besugo.

In realtà non mi ha detto niente nessuno, anzi, ho fatto pure bella figura saltando la colazione in monastero.
Partendo la mattina stessa sembrava volessi stare leggero.
Al ritorno ho preferito fare la strada opposta a quella dell'andata per vedere se fosse altrettanto meravigliosa.
Bella, ma i paesaggi erano meno emozionanti che dall'altro versante.

All'andata per arrivare sono passato da rimini, mentre al ritorno sono passato per Firenze.

Ecco... diciamo che in entrambi i casi il posto ed il paesaggio era 100 volte meglio di quello che mi offre ogni mattina il mio piatto paese ogni volta che apro le finestre per far entrare l'aria.

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Ciao a tutti.

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Ecency