ESPERIMENTO: numero 31 panem et circenses atto quarto

Gino, Tancredi e Mirta trasalirono. Purtroppo, la cocciutaggine del cittadino medio si stava rivelando disastrosa nei riguardi di una delle più salienti riforme, che quantomeno teoricamente avrebbe dovuto attirare le simpatie popolari verso un'amministrazione che vegliava per il benestare comune: l'istituzione di un nuovo ospedale. Quello presente oramai da secoli cascava a pezzi, a cominciare proprio dall'intonaco. Vi era poi la necessità di attrezzature nuove, specie per trattare il cancro, male elusivo che soleva colpire a ogni età e senza precisati motivi. Ma non si sarebbe potuto costruire, pena lo sfacelo dell'intera città, dato che gli stessi cittadini se ne infischiavano della propria salute in pro di vani divertimenti. Le spese necessarie a permettere il ritorno degli eventi calcistici, per i quali il cittadino medio tanto insisteva, superavano infatti di gran lunga i fondi necessari alla costruzione di un nuovo ospedale e all'acquisto della relativa tecnologia. Vicesindaco, prefetto e comandante della Guardia Municipale sapevano che, tanto per peggiorare le circostanze, due sui tre rimanenti fratelli Malinverni erano stati colpiti dal male oscuro: il sindaco e sua sorella minore Marilia erano da qualche tempo afflitti da uno strano male, preoccupante e persistente. La diagnosi venne presto formulata: cancro alle ossa, maligno e in stadio avanzato, che curiosamente si era evoluto in maniera insolitamente rapida, al punto da rivelarsi inoperabile. Così come svariati cittadini e residenti, anch'essi avrebbero necessitato l'ospedale nuovo e le moderne tecnologie, se non altro per vivere più a lungo di quanto la malattia avrebbe loro permesso e migliorando la qualità di vita. La vecchia struttura non possedeva le seppur minime condizioni per trattarli. Così come soleva accadere ai malati di cancro incurabili da tempo immemorabile, non sarebbe rimasta che la terapia farmacologica a base di morfina, onde ovviare a tormenti degni del medioevo, ma che non serviva a rallentare il decorso della malattia e men che meno a trattarla. Con l'aggravante degli effetti avversi di tali farmaci, purtroppo gli unici accessibili tramite il fatiscente ospedale municipale. Per la verità, il sindaco Malinverni era riuscito, attraverso acrobazie e magheggi amministrativi, ad assicurarsi quantomeno l'acquisizione dei soli trattamenti sanitari nuovi, sia pure al prezzo di un ulteriore indebitamento amministrativo, ma non sarebbero approdati in tempo per permettere a Mattia e Marilia di beneficiarne.
-Non fate quelle facce- disse il sindaco ai suoi collaboratori. -Nè io nè Marilia abbiamo paura della morte. Un giorno o l'altro dovremo morire comunque e non sarà una manciata di anni in più a fare la differenza, specie in tempi come questi. Vero è che avrei preferito fosse toccato solo a me. Mia sorella è di quattordici anni più giovane di me, ma mi ha parlato e mi ha pregato di scegliere quel che è meglio per la città anzichè per lei. Se il nostro governo cade, si ritorna al caos precedente. Anche se questo pianeta non ha futuro, anche se ci avviciniamo sempre più alla fine del mondo, come pure voi tutti ben sapete, vorrei quantomeno riuscire a garantire una buona vita ai miei concittadini, nei limiti del possibile.
Gli amici lo guardarono costernati e tacquero, trattenendo le lacrime. Sapevano che al posto di Mattia e Marilia avrebbero preso la stessa abnegante decisione.

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Ps.: immagine Pixabay 100% free (https://pixabay.com/es/photos/asti-hospital-viejo-virus-4916581/) che guardar caso consiste in una foto di un particolare del vecchio, vecchissimo ospedale della mia città di nascita, che ironia della sorte😁

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