ESPERIMENTO: numero 15 tra amici atto primo

Da quando Tancredi faceva colazione e pranzava assieme a Sigismondo (per la cena preferiva non lasciare la sua cabina telefonica, dato che l'ora era tarda e non si sentiva del tutto sicuro di lasciare l'abitacolo dopo l'imbrunire), metteva sempre via la metà di tutto per Mirta. Tancredi era disposto all’impossibile per rendere la condizione dell'amica la più vivibile, sia pur nel loro stato.
-Tancredi, non voglio esserti di peso- gli diceva all'inizio, mortificata.
-Per me è un immenso piacere.
-Sai com'è: da laureata, mi sento una parassita sociale in piena regola. Se avessi soltanto la terza media, sarei compatita. La gente si mostrerebbe solidale, ma per quelli come me che finiscono così, non c'è perdono. Te ne racconto una: ieri, mentre uscivo per andare in biblioteca, un'antica compagna di scuola passava di qua per caso. Ha fatto finta di non conoscermi. Lei è architetto, una professionista di successo e guadagna benino. Più tardi, mentre mi trovavo in biblioteca, anche lei vi era entrata. Non vista, da dietro gli scaffali, l'avevo ascoltata in uno dei corridoi mentre parlava al telefono con sua sorella. Si stava prendendo gioco di me, che vivo così a dispetto di una formazione universitaria. Per puro lassismo, assicurava.
-Non prendertela. Per prima cosa, hai compiuto il nobile atto di scegliere di accudire il tuo anziano padre ammalato, anzichè perseguire una carriera che ti avrebbe portato molto lontano dai tuoi genitori: cosa che nessuno dei tuoi antichi e snobboni compagni di scuola superficiali e viziati, nati e cresciuti nella bambagia, sarebbero mai stati capaci di fare. Al tuo posto, non ho dubbi che avrebbero abbandonato la barca a rischio di affondare. Secondo: la maggior parte della gente di questa città ha sbagliato momento storico. Credono di vivere nel secondo millennio, quando un titolo di studio costituiva una garanzia per il futuro e il posto fisso era una realtà diffusa. Questo è il terzo millennio, anzi, è la fine del terzo millennio, ma non ci arrivano. Non se ne sono accorti- rise Tancredi, più per sdrammatizzare e confortare l'amica che per vera voglia di ridere della condizione in cui versava la città, della condizione in cui loro stessi versavano.
-D’altra parte, mi rendo conto che se avessi studiato una disciplina meno pretenziosa e più appetibile per il mercato del lavoro, senza le complicazioni del percorso obbligato di un impossibile concorso pubblico di secondo livello, che tra l’altro porta a dover vivere in giro per il mondo se si ha la fortuna di superarlo, a quest’ora avrei un discreto impiego, possibilmente. Invece sono stata una sciocca, un’idealista scema.
-Hai fatto quello che più ritenevi giusto, tutto qui. Non tormentarti, cara amica.
-Grazie per non giudicarmi.
-Giudicarti? Vuoi saperla tutta? Sono un ingegnere navale. Specializzato in sistemi di informazione. In via del tutta teorica, dovevo avere ogni chance di questo mondo per percorrere la via del successo, e invece, eccomi qua.

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Ps.: immagini Pixabay 100% free (https://pixabay.com/es/vectors/sombreros-de-graduaci%c3%b3n-lanzar-4906359/#comments e https://pixabay.com/es/vectors/term%c3%b3metro-temperatura-1134182/) riunite ed editate (con testo trilingue spagnolo/portoghese/inglese -licenza letteraria- ccomunque debitamente tradotto in italiano) per meglio adattarsi a questo capitolo

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