FINANZE, RISPARMI, INVESTIMENTI E DOWNSHIFTING atto settimo/FINANZAS, AHORROS, INVERSIONES Y FRUGALISMO acto séptimo

ITALIANO
FINANZE, STUDI SUPERIORI E TRATTI CULTURALI atto secondo

Fin dove ne so, le motivazioni che possono spingere i cittadini americani a frequentare le università private anzichè le pubbliche, dovrebbero avere a che fare con il tasso di spendibilità dei titoli sul mercato del lavoro e l'ammontare del futuro stipendio.
Piccola premessa: c'è in ogni caso da dire, innanzi tutto, che università pubblica non è affatto sinonimo di buon mercato. Gli unici studi superiori a costi contenuti sono rappresentati dai Community College, decisamente molto più abbordabili che qualsiasi altra università (le mie ricerche dicono che costano tremila dollari all'anno). Purtroppo, hanno però il difetto di offrire soltanto corsi di laurea brevi (biennali, per l'esattezza), quindi non in grado di abilitare per le libere professioni (che peraltro garantirebbero anche assunzioni di un certo livello nella versione lavoro dipendente). Si tratta dei cosiddetti associate degree, che spesso vengono considerati titoli incompleti. L'idea dei Community College, infatti, è quella di prestarsi a trampolino di lancio per il college quadriennale che conferisce il bachelor's degree abilitante. Solo che il college quadriennale (eccezion fatta per giurisprudenza, che in America dura solo tre anni), pure che pubblico, costa dieci volte tanto il Community College, dovendo anche considerare vitto e alloggio (gli studenti americani si devono spostare per lunghe distanze per frequentare l'università), materiale didattico e ulteriori costi che l'intensa vita sociale americana comporta. Rinunciare a quest'ultima, tratto culturale americano fondamentale, può infatti ben significare giocarsi il futuro, quantomeno in fatto di carriera.
Per quanto poi specificamente riguarda la scelta di una università privata, la decisione ha a che fare con il prestigio. Anche se i costi raddoppiano rispetto alle pubbliche, dubito fortemente che un laureato ad Harvard o Yale resti, non dico disoccupato (impossibile, credo, per chi vi avesse studiato), ma occupi posizioni dagli stipendi meno che stratosferici. Il che implicherebbe che non vi sarebbe nulla di cui preoccuparsi nell'indebitarsi fino al collo per ottenere i famosi student's loans per coprire le spese di tutto il percorso di studi. Di conseguenza, date le sopra esposte circostanze, si può pensare anche a infischiarsene del risparmio, giusto? Certo, se ci si sofferma appena alla superficie. Sicuro, non fosse che spesso e volentieri la vita è zeppa di se e di ma: in caso contrario, si potrebbe tranquillamente dormire sugli allori. La filippica continua.

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Ps.: com'è bella la biblioteca di Harvard (immagine Pixabay 100% free https://pixabay.com/es/photos/harvard-biblioteca-instalaciones-3392567/)

ESPAÑOL
FINANZAS, EDUCACIÓN SUPERIOR Y RASGOS CULTURALES acto segundo

Hasta donde sé, las motivaciones que pueden llevar a los ciudadanos estadounidenses a asistir a universidades privadas en lugar de a las públicas deben tener que ver con el rating de empleabilidad y la cuantía de su futuro sueldo.
Pequeña premisa: hay que decir, en primer lugar, que universidad pública no es para nada sinónimo de barata. La única educación superior asequible está representada por los Community College, que son mucho más baratos que cualquier otra universidad (mis búsquedas dicen que cuestan tres mil dólares al año). Sin embargo, tienen el lamentable defecto de ofrecer solo carreras cortas (de dos años, para ser exactos), por lo que no pueden habilitar para profesiones liberales (lo que también garantizaría óptimos empleos en la versión asalariada). Se habla de los denominados associate degree, que a menudo se consideran titulaciones incompletas. La idea de los Community College es de facto servir de trampolín para la universidad de cuatro años que confiere una licenciatura (el denominado Bachelor Degree). Pero, la universidad de cuatro años (a excepción de la de Derecho, que en Estados Unidos solamente dura tres), aunque sea pública, cuesta diez veces más que el Community College: teniendo en cuenta además comida y alojamiento (los estudiantes estadounidenses tienen que mudarse al campus del college para asistir a clases), el material didáctico y otros gastos que conlleva la intensa vida social americana. Renunciar a ella, imprescindible rasgo cultural estadounidense, bien puede significar jugarse el futuro, al menos en lo que respecta a la carrera laboral. En cuanto a la específica elección de una universidad privada, la decisión tiene que ver con el prestigio de esta última. Aunque los costes sean el doble que los de las universidades públicas, dudo mucho que quien se recibió en Harvard o Yale se quede, no digo desempleado (imposible, creo, para los que hayan estudiado allí), pero sin ingresos descomunales. Lo que implicaría que no habría que preocuparse por endeudarse hasta el cuello para obtener los famosos student's loans para cubrir los gastos de toda la carrera universitaria. En consecuencia, dadas las circunstancias anteriores, se puede pensar incluso en no dar importancia al ahorro, ¿no? Claro, después de una mirada superficial. Pero, la vida suele estar llena de peros: si no, uno podría dormirse fácilmente en los laureles. El papeleo continúa.

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Ps.: qué bonita es la biblioteca de Harvard (imagen Pixabay 100% free https://pixabay.com/es/photos/harvard-biblioteca-instalaciones-3392567/)

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