Siamo arrivati a questo punto... - 61° parte


Immagine CC0 creative commons

Ci furono altri 2, forse 3 contatti con quel negozio che mi aveva, letteralmente, spalancato le sue parti grazie a un'accoglienza iniziale del suo gestore veramente calorosa e confortante, ma già dal 1° momento successivo a quello con cui avevo formalizzato la mia uscita dal negozio di San Marino avevo la fottuta sensazione che qualcosa non andasse per il verso giusto, continuavo a ripetermi di sforzarmi a pensare positivo, che magari era solo una mia impressione, che non rispondeva alla realtà, ma mano a mano che i discorsi si intensificavano, che si facevano più stringenti (quasi esclusivamente da parte mia), mi sembrava di essere un pescatore, che preso una preda all'amo ma che sentiva che prima o poi il pesce si sarebbe slamato, che qualcosa si sarebbe messo di traverso...

Sensazioni, impressioni, circostanze, tutte cose che valgono ma fino a un certo punto, peccato solamente che tutto quello che mi era passato per la testa, al momento di stringere i tempi, si rivelò drammaticamente reale, non mi venne mai proposto nessun contratto da firmare, nulla di nulla, mi confrontai anche con un caro amico, che continuava a dirmi che sarei stato assunto, o meglio, che si augurava e pensava proprio che era solamente una questione di giorni per me, io non ero affatto della stessa ideologia, vedevo la mia vita che mi scivolava lentamente via dalle mani, e ogni giorno che passava mi sentivo sempre più distante da quel negozio, perché il mio telefono non squillava, niente chiamate al lavoro per me...

Se devo andare a chiedere l'elemosina, almeno la dignità di scegliere a quale porta andare a bussare me la voglio riservare, per cui smisi persino di chiamare o mandare un singolo messaggio al titolare di quella attività, non sbagliavo affatto, tutto quello che mi era passato per la testa divenne realtà, e mi ritrovai a cinquant'anni per la 1° volta nella mia vista senza un lavoro, non era una bella esperienza, non era affatto piacevole, ma quella era quello che mi aspettava, da notare pure che all'epoca non esisteva il reddito di cittadinanza, per cui quei soldi che avevo messo da parte per eventuali momenti di difficoltà vennero drasticamente messi a disposizione per le esigenze casalinghe, passai un inverno a continuare ad inviare curriculum senza ottenere nulla, finché misi il cuore in pace e mi rassegnai a un periodo di inattività, non c'era verso, nel mio settore, in quel comparto lavorativo che genericamente si può definire come commercio al dettaglio di articoli sportivi, nessuno aveva bisogno della mia esperienza e della mia competenza, in un negozio, appartenente a una importante catena a livello nazionale, mi venne effettivamente detto che probabilmente il mio profilo era troppo elevato per quello che necessitava a loro, io ribattevo che per me contava unicamente lavorare, anche se mi avessero messo a spaccare i cartoni di imballaggio delle merci consegnate, pur di non ritrovarmi a casa senza uno straccio di stipendio, recepito il mio messaggio, il gestore di quel locale mi disse che mi avrebbe fatto sapere, anche in questo caso sono passati 8 anni dal momento in cui mi avrebbero fatto sapere...

Continua...

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