Opinioni - n.6 - Coronavirus, cronache dell'assurdo, parte II - Il portale dell'Istituto Nazionale Pazzia Sicura (INPS)

Purtroppo sapevo che una rubrica con questo titolo avrebbe avuto, solo a volerlo cercare, possibilità di scrivere una serie infinita di post. Ma poi avevo soprasseduto perché non trovavo divertente accanirmi contro un sistema al collasso, seppure questo sia vittima, prima di tutto, di sé stesso.

Ultimamente mi capita spesso di confrontarmi con chi, in qualche modo, sostiene che le Amministrazioni pubbliche stiano facendo quel che si può per affrontare uno stato di emergenza assolutamente imprevisto ed imprevedibile.

A voler esser precisi già su questo ultimo concetto si potrebbe discutere: non è vero che l'emergenza fosse imprevedibile. Certo non lo era nei particolari, ma la possibilità di una pandemia generata da un virus nuovo era assolutamente prevedibile anche perché già verificatosi nella storia. Farsi trovare impreparati come è accaduto è solo frutto di negligenza, presunzione e priorità inconfessabili.

Anche partendo però dalla situazione immediatamente pre-pandemia non è vero che le Amministrazioni Pubbliche, uso questo termine generico perché non parlo solo di Governo, stiano facendo quello che si può. Le negligenze, le presunzioni e le priorità inconfessabili continuano imperterrite ad agire, come inevitabile che sia, perché non si possono cancellare con uno schiocco di dita, soprattutto se a ricoprire i ruoli sono le stesse identiche persone di prima. Con questo non voglio dire eventuali opposizioni politiche avrebbero saputo far meglio, anzi, sono sicuro di no e che in questo momento stiano ringraziando il destino di non essersi trovati a gestire la situazione. Semmai ciò sarà un altro spunto di riflessione. Solo osservo che il disastro in corso sembra, come spesso accade in Italia, non aver responsabilità. L'unica persona che si è dimessa è stato il Presidente della Protezione Civile della Regione Calabria perché si è trovato nella particolarmente idiota situazione di aver ammesso pubblicamente in un'intervista ad ammettere di non saper cosa sia un respiratore per la terapia intensiva. Sarei curioso di saper quanti lo abbiano saputo fino ad un mese fa.

Credo che il fatto che molti ancora credano che le Amministrazioni Pubbliche stiano facendo il possibile sia un effetto collaterale della paura di cui parlavo in un altro articolo di questa serie. E' la paura di ammettere il fallimento del nostro modello sociale, che rende responsabili in parte ognuno di noi, che abbiamo contribuito a crearlo o anche solo ne abbiamo tollerato l'esistenza. La paura di dover ammettere di non aver altre soluzioni e di prender atto che siamo in balia degli avvenimenti e che non abbiamo nessun controllo di essi. La mia paura principale invece è che il passo successivo a questo è la diffusione del panico.

Prendiamo quanto accaduto oggi, primo aprile, nel più tragico ed involontario dei pesci d'Aprile. Non c'è bisogno di descriverlo nei particolari, tutti sapranno cos'è accaduto al portale creato dall'INPS che da oggi avrebbe dovuto entrare in funzione per permettere agli aventi diritto di chiedere i 600 euro con cui tirare avanti nei prossimi mesi. Ovviamente, come ampiamente prevedibile, è andato in crash, ma la realtà è riuscita a superare, come spesso accade in questi tempi, la fantasia: chiunque provava ad accedere si trovava a visualizzare i dati di terze persone, in barba ad ogni forma di privacy.

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Foto di kalhh da Pixabay

Ora, io lavoro, marginalmente, con sistemi analoghi, visto che con l'azienda mi trovo spesso a realizzare siti per realtà infinitamente minori e semplici. Ma non ci voleva molto a prevedere il crash del sistema. Lo si stava tutti aspettando ma ci si è, nonostante tutto, voluti scontrare con l'iceberg. Questa è solo ed univocamente negligenza e presunzione.

E' mancato del tutto un lavoro che va fatto a monte della realizzazione di ogni progetto web, per quanto piccolo e semplice possa essere: la progettazione, anche dal punto di vista dell'usabilità, del consumo di risorse e della sostenibilità del traffico generato. E' evidente che tale progettazione non ci sia stata o, peggio, sia stata assolutamente inadeguata. Tutta una serie di problemi sono stati ignorati o sottovalutati per scelte di priorità diverse ed inconfessabili, per negligenza o per presunzione. A partire da come è stata realizzata la legge che non garantiva la disponibilità dei fondi per tutti i prevedibili richiedenti lanciando una corsa al click. Passando dalla scelta di creare la piattaforma sulla stessa infrastruttura usata per tutti gli altri servizi, invece che ridondarla ed usarne solo le risorse eventualmente indispensabili. Per finire con la banale possibilità di concedere, in questa fase di primo accesso, la possibilità di ottenere una registrazione di prenotazione, come si fa con il numero taglia-code negli uffici, rinviando ad un secondo momento, scaglionandolo l'onere di inserire tutti i dati necessari alla richiesta. E tante altre soluzioni, alcune banali, altre più complesse. Ma no, si è preferito continuare far suonare l'orchestra mentre si puntava l'iceberg.

Lasciando perdere gli aspetti tecnici ancor più gravi sono, a mio avviso, gli interventi "politici" a giustificazione dell'accaduto. Già è grave anche solo il fatto che invece che chiedere scusa, e magari presentare le proprie dimissioni, si sia provato a giustificare il disastro.

Il Presidente Tridico ha dichiarato, frasi riportate dal virgolettato sui media, che "Abbiamo (ndr: l'INPS) ricevuto nei giorni scorsi, e anche stamattina, violenti attacchi hacker". Questa, semmai, non è un'attenuante ma un'aggravante. Avrebbe dovuto imporre una maggior cautela ed un rafforzamento della progettazione, se, irresponsabilmente, non fosse stato preso in considerazione. Ma oltretutto è una boutade che avrebbe potuto risparmiarsi. E' come dire che invece d'aver mandato le macchine avanti tutta avesse detto che è stato l'iceberg a muoversi puntando dritto al transatlantico.

Ancora: "Questa mattina si sono sommati ai molti accessi, che hanno raggiunto le 300 domande al secondo, e il sito non ha retto". Non ci vuol molto a capire che se io provo a entrare, e ne ho urgenza perché mi hai messo in competizione in un'assurda gara, quando vedo che non riesco continuerò a provarci ad oltranza, quindi non farò un tentativo di accesso ma ne farò dieci o cento. Con 5 milioni almeno di presunti richiedenti diventano 500 milioni di accessi concentrati. Questo non è un attacco hacker: è presunzione e negligenza.

Il Presidente Tridico poi concude rassicurando che nessuno perderà il contributo e che " Non c'è fretta. Le domande possono essere fatte per tutto il periodo della crisi, anche perché il governo sta varando un nuovo provvedimento sia per rifinanziare le attuali misure sia per altre." Forse il Presidente Tridico non ha fretta perché dall'alto del suo emolumento mensile garantito non ha capito la realtà della situazione e quanto accaduto non è evidentemente servito a fargli notare che forse qualcosa nelle sue valutazioni è fallace. Tutti capiamo benissimo che lui non ha fretta, ma non è così per coloro che hanno necessità di quei soldi non oggi, né domani, ma ... ieri. Lui garantisce che tutti avranno il contributo e che il Governo procederà con un rifinanziamento? Con quali garanzie concrete e, soprattutto, con quali tempistiche? Visto che è così certo perché non comincia a mettere a disposizione i suoi redditi e quelli dei dirigenti dell'INPS. Lancio questo suggerimento a lui, ai dirigenti dell'Istituto che presiede, al Governo e perché no a tutti i Parlamentari:

Sospendetevi lo stipendio fino a che il portale dell'INPS non funzioni e chi faccia la richiesta avendone diritto non abbia ricevuto i suoi soldi. Recuperete i vostri compensi in seguito prelevandoli dal fondo che sicuramente avrete messo a disposizione con un rifinanziamento e per il quale non c'è nessuna fretta.

Fa sorridere anche l'intervento del Garante della privacy, Antonello Soro: "Abbiamo immediatamente preso Contatto con l'INPS e avvieremo i primi accertamenti per verificare SE possa essersi trattato di un problema legato alla progettazione del sistema o se si tratti invece di una problematica di portata più ampia."

Cioè pensa che, al di là di ogni altra possibile concausa, non ci sia un "problema legato alla progettazione del sistema"? Mi faccia il piacere ... si metta a disposizione aggiungendosi a quanto menzionati nella mia precedente proposta: ogni contributo sarà utile.

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