Opinioni - n.2 - Coronavirus, la nostra società sarà in grado di affrontarlo?

Questo post nasce come commento ad un'altro dell'amico, sebbene non ci si conosca che da pochissimi mesi e solo virtualmente, mi viene oramai naturale considerarlo così, @mad-runner sul tema del Coronavirus. Non lo riadatto neanche per dargli la forma di un post, prendetelo buono così. D'altra parte una delle mille applicazioni di Steem è quella di essere una piattaforma di blog, ed un blog è un diario personale, sebbene in questo caso reso leggibile a tutti. Ed in un diario personale spesso non si bada bene alla forma.

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Foto di Gerd Altmann da Pixabay


Caro @mad-runner è dall'inizio di questa storia, quando ancora riguardava direttamente solo la Cina che sostengo che non sarà una passeggiata. Non è, non è mai stata una normale influenza. Per chi segue con un po' di attenzione e assiduità le notizie il dubbio non c'è mai stato. Troppe cose non hanno mai portato. La Cina ha subito reagito molto vigorosamente , praticamente imponendo la legge marziale ed il coprifuoco. Le direttive sono state queste fin dall'inizio dall'alto. Poi nella provincia di Wuhan all'inizio non le hanno prese seriamente, per via di lassismo e corruzione, ma le direttive c'erano. Tanto che pochi giorni dopo tutti i dirigenti furono rimossi ed a capo di tutto fu messo un fedelissimo del Premier (che se non ricordo male è anche un militare, ma su questo non ci giurerei, non ha importanza ora che vada a verificare). Ma oramai era tardi.

Sapevano quindi fin da subito che la situazione era molto, molto seria. E solo con la militarizzazione sono riusciti a contenere la diffusione. Sebbene, sono sincero, non credo ai numeri ufficiali che indicano in pratica il blocco del contagio. Secondo me hanno solo capito che bloccare completamente anche l'economia non fa altro che aggiungere danno al danno.

Veniamo ai numeri. Li scrissi già in altri commenti. Sono brutali, purtroppo. Si stima, a livello mondiale, una mortalità media del 2,5-3% dei contagiati. Il 5% deve essere curato in rianimazione. Il virus è molto più contagioso dell'influenza. Tanto per citare un episodio a dimostrazione di ciò, in Israele su un pulmann con 24 persone un contagiato a bordo è riuscito ad infettarne 21 (oltre 80% in poche ore di convivenza di viaggio).

Ogni anno in Italia si ammalano, cifre ufficiali dell'Istituto Superiore della Sanità, oltre 6 milioni di persone di normale influenza. Fingiamo di ignorare l'assoluta maggior contagiosità, e consideriamo sotto questo aspetto il coronavirus simile alla normale influenza. Significa che il 5% di essi, cioè una cifra pari a 300mila persone avrà necessità di ricorrere a rianimazione in ospedale. Si stima che i posti in tutta Italia siano 5mila. Anche se il Governo si è impegnato a raddoppiarli in breve (ce la farà? In Cina hanno costruito 10 ospedali in meno di 20 giorni, si dopo il primo diventato famoso alle cronache ne sono arrivati altri, ma da noi?) sarebbero 10mila. E' vero che non tutti ne avranno necessità contemporaneamente, ma è purtroppo anche vero che non devono starci poco (considera il paziente 1 è ancora in rianimazione, dopo oltre un mese). Per questo è tremendamente facile immaginare che la percentuale delle vittime salirà oltre quel 3%, proprio perché non tutti si potranno curare. E comunque anche fossero solo il 3% si parlerebbe di 180mila persone (di influenza ne muiono 8mila all'anno in Italia, tanto per far un paragone).

L'OMS ha già dichiarato che non esistono neanche motivi di pensare che con il caldo diminuisca la contagiosità, come avviene con l'influenza. E comunque questo virus rischia di diventare endemico come è accaduto all'HIV. L'unica speranza sarebbe il vaccino. Ma serviranno mesi come minimo (anche se i cinesi promettono di trovarlo entro aprile). E c'è comunque il rischio di mutazioni che lo rendano inutile (si parla già di 2-6 varianti).

Che fare quindi? Dannarsi e rinunciare a vivere? No, sarebbe altrettanto inutile. Si tratta solo di assumersi le responsabilità. Comportarsi da adulti e rendersi conto che finora abbiamo vissuto pensando e spesso comportandoci da irresponsabili, costruendo una società fasulla, che ha posto denaro e divertimento come primi valori. Il nostro modello socio-economico è assolutamente inadatto ad affrontare l'emergenza. A dire il vero era già in estrema difficoltà, ma questo è stato il colpo di grazia.

Quindi occorrerebbe prender atto e consapevolezza di questo e idearne uno diverso e migliore. Ma non vedo neanche cominciato questo discorso. Anzi nel dibattito pubblico vedo semmai tutti ragionare su come riuscire a continuare a perpetuarlo nonostante il coronavirus.

Su Facebook non mi azzardo neppure a scrivere di questo mio modo di interpretare la situazione: servirebbe solo a scatenare ondate di odio di tutti contro tutti (ad ulteriore conferma). Qui vorrei trovar il tempo di scriverci una serie di post (difficile completare il discorso con uno solo), ma la vita trascina via con i mille impegni che non ci lasciano neanche il tempo di pensare ad altro (ed anche questa è una conferma). Questo era nato come commento al tuo ultimo post, poi l'attimo prima di premere "Reply" mi sono reso conto della sua lunghezza ed ho deciso di trasformarlo in un post. Non so se riuscirò a trovare il tempo, e sinceramente la voglia, di scriverci ancora. Siamo pochi e forse non vale la pena darsi troppo da fare a pensare diversamente dalla massa. Forse conviene continuare a ballare con l'orchestra che suona, perché su questo transatlantico su cui siamo imbarcati non esistono neanche le scialuppe di salvataggio, inutile accalcarsi a cercarne. E' vero che la recente battaglia vittoriosa della Comunità Steem contro Sun potrebbe galvanizzare, ma tenendo i piedi per terra, temo che si tratti di un altro livello.

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