Ex Machina - recensione

Una puntata di black mirror fatta come si deve.

Ok calmi calmi, stavo scherzando, ora mi spiego. Ex machina condivide effettivamente molte riflessioni con la famosa serie tv, ma ampliando questioni etiche sull'intelligenza artificiale e portandole sul grande schermo.

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Pixabay

L'assunto su cui si poggia tutta la trama è questo: cosa distingue una perfetta intelligenza artificiale dall'essere umano?

Questo tema in realtà non è nulla di originale in quanto già trattato e sviscerato da film cult quali 2001 odissea nello spazio (1968), blade runner (1982), her (2013) e molti altri.

Perciò cosa fa di ex machina un film originale?

La rappresentazione visiva del robot! In questo film infatti la macchina ha solo il volto e le mani fatte di carne e per il resto è hardware eppure noi empatizziamo lo stesso con lei e ci interessiamo ai suoi diritti e ai suoi possibili sentimenti.

Passiamo ora ad analizzare in maniera più specifica il film:

  • Trama: il protagonista è un programmatore di nome Caleb il quale viene selezionato per testare una nuova intelligenza artificiale (IA) creata dal genio di Nathan. Questa IA dalle sembianze femminili è rinchiusa in una stanza di vetro con un boschetto e l'accesso a internet come unico contatto con il mondo esterno. Caleb e l'IA iniziano presto una conversazione che servirà a Caleb per compiere il suo lavoro e all'IA per scoprire il mondo. Ma le cose si evolvono rapidamente e i due iniziano ad avvicinarsi.

  • Sceneggiatura: brillante è il termine più adeguato visto che tiene in sospeso lo spettatore e lo fa ragionare ad una velocità straordinaria. Il linguaggio è semplice e chiaro e allo stesso tempo misterioso, riuscendo a mostrare e nascondere le intenzioni e le vere personalità dei personaggi. L'IA inoltre è perfettamente gestita e bilanciata tra umano e robot riuscendo a reggere da sola tutto l'intento del film.

  • Regia e fotografia: le sovrappongo perché ciò che c'è da dire è molto simile. Sono utilizzati stilemi semplici e puliti che permettono di mostrare un ambiente estetico, tecnologico, minimale e curato. Il design del robot e gli ambienti si sposano con la trama e permettono al regista di lavorare bene con effetti speciali che aiutano la messa in scena a complicarsi in più punti del film, rendendo difficile immaginare come sia stato possibile realizzare alcune scene. Per esempio la sequenza finale con gli specchi.

  • il finale: purtroppo per me non posso fare spoiler ma vi diró che veicola perfettamente il messaggio del film, non è ne positivo ne negativo, è asettico come un'intelligenza artificiale ed è quindi azzeccato.

Il film è anche molto altro, ma la recensione è finita, resta solo spazio per dibattere riguardo a questo tema che oggi più che mai è attuale e impellente. E la mia opinione è questa: non sottovalutiamo le macchine perché dandogli dei ricordi e una coscienza, ma senza dargli diritti rischiamo di creare in loro una personalità e dei sentimenti che porteranno inevitabilmente a ribellioni. E ciò avverrà prima di quando saremo in grado di insegnarli un'etica perché nemmeno noi ne siamo muniti.

HAHAHAHA ok forse ho esagerato, essendo che le programmiamo noi potrebbe non succedere, non lo so, ma è comunque super interessante parlarne.

Sloth

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