Lavoro statale o privato?

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A volte mi capita, sull'isola, di sentire il classico discorso “vorrei vederti lavorare per lo stato con gli stipendi che paga...”
Essendo entrato nel 23 esimo anno di Cuba ho ben presente il periodo prima de los cuentapropista, quando la sola opzione, o quasi, di lavoro era quello statale.
Poi pero' Raul ha ampliato il discorso a favore dei lavoratori per conto proprio.
Molte opzioni si sono aperte, molte possibilita' si sono create alcune sono state colte, altre sono passate in cavalleria.

Uno dei mantra riguardante il lavoro per lo stato e' sempre stato quello di un certo scazzo da parte della commessa del negozio, della cameriera, dell'infermiera, della persona che trovavi in un ufficio statale.
Scazzo figlio proprio del fatto che lavorare per lo stato non dava particolari soddisfazioni ne' economiche ne' dal punto di vista personale.
Questo atteggiamento sottintende il fatto che, invece, se il dipendente non lavorasse piu' per lo stato ma operasse in una impresa privata tutto dovrebbe scomparire; migliori stipendi, orari, condizioni di lavoro ecc...

Francamente non ho visto questo salto di qualita', magari sono stato sfortunato o poco attento ai particolari.
A questo giro mi sono iscritto in una palestra privata, o particular o rustica come si dice a Cuba.
Discretamente attrezzata, per i canoni cubani, ho potuto comunque allenarmi bene, la percentuale di gnagna presente riempirebbe in 3 giorni ogni fitness club italiano.
Mi rivolgo a quella che sembrava la proprietaria che mi informa del costo, 100 cup a settimana.
Aveva appena finito di dirmelo che arriva un negrito per dirmi che per stranieri erano 200...
Ovviamente parliamo del nulla, 200 pesos sono poco piu' di un euro ma io ho una palestra in Italia.
Sorridente faccio presente che se da me arriva un angolano o un cinese paga la stessa cifra che pagano gli italiani, anzi magari faccio loro pure un po' di sconto
Niente.
Fra l'altro il negrito 2 giorni dopo avrebbe preso il volo per le terre confederate.

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In palestra da me quando arriva un cliente nuovo io o il mio socio ci presentiamo, chiediamo se ha bisogno di una scheda e diamo la piena disponibilita' ad aiutarlo ad allenarsi sia come assistenza che per le nozioni tecniche.
In quella palestra mi avesse cagato qualcuno...
Ovviamente non ne avevo alcun bisogno ma
cazzo...presentati, dai la tua disponiblita' a dare una mano se serve.
Il nulla....eppure parliamo di gente che o e' proprietaria del ginnasio o lavora in quella che e' comunque una struttura privata.
Quindi dov'e' la differenza fra chi lavora in una struttura dello stato e chi opera in strutture private?

Ho cenato in alcuni locali durante il mio soggiorno, non ho trovato particolari gentilezze o sorrisi eppure erano locali particular dove girava divisa pregiata e dove le eventuali propine potevano anche essere importanti.
Per questa ragione dico che per lo stato o per il privato non cambia nulla, manca cultura del lavoro, predisposizione allo stesso, cura per il cliente (che resta un bene assoluto per chiunque metta in piedi una attivita' commerciale).
Ho perso il conto delle volte in cui, da cliente, avevo la sensazione quasi di dare fastidio, come se fossi una incombenza da risolvere purche' poi mi togliessi dai coglioni.

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Le duenas delle case de renta hanno imparato questo concetto, anni ed anni di turisti di ogni parte del mondo hanno
insegnato a loro che un minimo di sorriso e di cortesia sono un buon viatico per un eventuale ritorno nella vacanza successiva.
Fino a quando non ci sara' questo salto di qualita' continuera' ad essere tutto improvvisato e con poche prospettive.

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