Di Maio come Trump?

Avevo già lanciato un avviso: definirsi apartitici può significare identificarsi con lo status quo, ossia la scuola economica più diffusa oggi, quella neo-liberale. Di Maio, nelle ultime dichiarazioni rilasciate a Washington, calza esattamente nella descrizione che avevo fatto in un’altra occasione.


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Immagini elaborate dall’autore e di dominio pubblico. Tratte da Wikimedia

Abbiamo parlato della riforma fiscale che si sta facendo qui e che noi vorremmo riprodurre anche nel nostro Paese, abbattendo le tasse [imposte, nota dell’autore] sulle imprese anche attingendo al deficit

Qualche considerazione

Per chi non lo sa, perfino un’associazione americana, di nome Milionari patriottici, definisce la riforma fiscale di Trump come la più grossa truffa fiscale della storia degli USA, a danni -ovviamente- delle classi più deboli e della classe media, che Trump tanto voleva aiutare durante la campagna elettorale.

Per chi vuole approfondire la cosa, uno degli associati è stato invitato da Fox News, ossia il telegiornale più conservatore (repubblicano) degli USA, per spiegare come funziona la riforma. Risultato: una discussione piuttosto accesa con l’ospitante.

Di nuovo qualche cenno sulla scuola economica neo-liberale

Non so perché il movimento vuole integrare certi ingredienti, ma ricordo che il defunto Casaleggio aveva certe simpatie verso questo tipo di pensiero economico. I tre capi saldi stanno nella deregolamentazione, privatizzazione di aziende pubbliche, riduzione delle spese statali.
La riforma fiscale che piace a Di Maio a mio avviso si colloca fra il primo punto e il terzo. Se aumenta il deficit aumentano anche gli interessi verso i detentori del debito pubblico, ad esempio delle banche. Ricordo che l’Italia ha un rapporto debito pubblico/PIL un attimino più elevato rispetto a quello degli USA. Cosa fa pensare a Di Maio che una riforma fiscale del genere non genererà una nuova austerità, che tra l’altro ha anche effetti negativi auto-alimentanti (guardare Grecia)?

Conclusioni e nuovo avvertimento

Di Maio apprezza una riforma fiscale che avrà luogo in un paese che ha condizioni economiche diverse, nonostante un’associazione di milionari americani avverte della truffa.
In Italia nell’ultimo mese è nato un nuovo gruppo politico, 10 volte meglio. Sul sito si trova, ancora una volta, il riferimento alla loro apartiticità. Inoltre mi stupisce il numero dei like della loro pagina Facebook. Il primo post risale al 6 novembre e contano già 60742 like.

Concludo con quest’intervista a Pirandello, che mi ricorda leggermente lo stato attuale del M5S:

«Ma allora questo regime come fa a stare in piedi ?».
Ricordo che Pirandello mi guardò quasi con tenerezza. Poi mi disse: «Semplicissimo, ragazzo mio: questo regime è un tubo vuoto, che ognuno può riempire di ciò che più gli aggrada. I vecchi conservatori ci vedono il ripristino dello Stato, i nazionalisti il culto della patria, i liberali l’ordine, i socialisti la corporazione, gli intellettuali la feluca e lo spadino dell’accademico, o alla peggio il sussidio del Minculpop... Un simile regime, chi può aver interesse a buttarlo giù?».

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