07. il Ferroviere, il Generale, il Marito

Questo è l'ultimo episodio di questa piccola ed intrigante storia.
Finalmente verrà svelato il rapporto tra il Ferroviere, il Generale ed il Marito: l'avevate già capito?

L'intreccio di tre storie in un unico racconto vuole essere un esperimento che, per altro, a me è molto piaciuto ed ho già in programma di riproporre in futuro.

Rappresenta, inoltre, il tentativo di concorrere all'iniziativa promossa da @libertycrypto27 con il contest sulla pagina dell'account @odb-contest
Spero di leggere i vostri commenti numerosi.

Il Ferroviere: ultimo atto.

Era il 5 aprile del 1867 quando *Peter* e *Simon* videro il cielo notturno illuminarsi a giorno. Il sole risplendeva intorno a loro e sul treno. Dopo aver dato tempo ai loro occhi di abituarsi alla luce videro come sempre gli eserciti in basso alla vallata. Quel giorno il *Ferroviere* arrivò in compagnia di altre persone che non avevano mai visto. Questa volta il *Ferroviere* non portava la solita divisa cachi con le mostrine bianche sulle spalle ma un vestito giacca e cravatta. Si frappose tra il treno e gli eserciti nella vallata ed iniziò a parlare ad un uomo di fronte a lui. Due donne ascoltavano. Una vicino all'interlocutore ed una teneva sotto braccio con tenerezza il *Ferroviere*.

Il Generale: 3 di 3

Era il 5 aprile del 1864 quando *Alex* vide il cielo notturno illuminarsi a giorno. Il sole risplendeva intorno all'esercito e sul campo di battaglia. Dopo aver dato tempo ai suoi occhi di abituarsi alla luce vide come sempre il treno su quel monte così in alto. Quel giorno il *Generale* arrivò in compagnia di altre persone che non aveva mai visto. Questa volta il *Generale* non portava la solita divisa blu con le mostrine dei gradi militari sulle spalle e le medaglie sul petto ma un vestito giacca e cravatta. Si frappose tra gli eserciti ed il treno sul monte ed iniziò a parlare ad un uomo di fronte a lui. Due donne ascoltavano. Una vicino all'interlocutore ed una teneva sotto braccio con tenerezza il *Generale*.

Il Marito: ultimo atto.

Era il 5 aprile 2026 quando i due ragazzi suonarono il campanello. Paola li fece entrare in casa e offrì loro del caffè dopo averli fatti accomodare in giardino. La giornata era soleggiata e non faceva freddo. Un tiepido sole scaldava la pelle ed il ciliegio fiorito raccontava tutta la propria bellezza primaverile. Vittorio sosteneva sempre che aprile è il mese più bello dell'anno. Il fatto che lui fosse nato in quel mese, ovviamente, era una pura coincidenza ma lui non amava troppo il freddo e nemmeno il cado ed effettivamente aprile sembrava essere il mese fatto apposta per lui.

Le due coppie, per rompere il ghiaccio, si attardarono per mezz'oretta a parlare del più e del meno quando il padrone di casa li invitò all'interno per visionare l'abitazione. Marito e moglie mostrarono le stanze, i due bagni, il salotto e la tavernetta. In ognuno di quei luoghi avevano trascorso 30 anni della loro vita ma era giunto il momento di cambiare e ormai l'avevano metabolizzato di buon grado.

Dopo la visita all'interno delle mura domestiche uscirono nuovamente in giardino. Paola scoprì una particolare affinità con Anna, la ragazza della giovane coppia. Iniziarono a parlare di cose da donne ridendo amabilmente e Vittorio ne approfittò per approfondire la conoscenza con Erik chiedendogli di raccontargli i loro programmi a lungo termine.

Dopo un po' Vittorio andò verso il garage e aprì la saracinesca. Il ragazzo vicino a lui strabuzzò gli occhi e rimase con la bocca spalancata. Dopo una decina di secondi, senza voltare la testa, chiamò Anna intimandole di raggiungerlo e quando la ragazza arrivò ebbe la stessa reazione. All'unisono intonarono un "Woooow" e si girarono verso Vittorio.

Quest'ultimo, faticando a sopprimere un sorriso di soddisfazione, li condusse dentro il suo parco giochi seguito dallo sguardo divertito della moglie.
L'uomo raccontò alla giovane coppia che aveva la passione per le ferrovie dato che era stato pendolare per oltre 40 anni della sua vita e per la guerra di secessione americana. Illustrò le caratteristica della locomotiva che trainava il treno per quasi 60 metri affrontando diverse curve intorno ad un paesaggio abilmente costruito con plastica e polistirolo e fermandosi in ben quindici stazioni ricostruite seguendo le indicazioni storiche del 1861. Poi prese alcuni soldati e ponendoli sulle mani di Erik ed Anna, spiegò loro che erano costruiti in ferro e da questo dipendeva il loro peso; fece notare la dovizia di particolari ed i colori delle divise americane del 1865; si soffermò in particolar modo su un soldatino dal cui occhio di ferro era colata una lacrima anch'essa di ferro e per questo lo chiamava "soldato triste".

Durante lo spiegone, l'uomo non potè non mostrare le divise che indossava quando entrava in garage per interpretare, di volta in volta, o un ferroviere o un generale. Erano entrambe appese e fresche di tintoria ma si potevano intravvedere le mostrine bianche sulle spalle della divisa color cachi e le medaglie finte con le greche sulle mostrine di quella color blu.

Al termine di questa disamina, Paola richiamò il marito all'ordine. Tutti e quattro si posero tra il modellino della ferrovia inglese e quello del campo di battaglia americano.

Questa volta Vittorio, vestito con un abito blu scuro ed una cravatta celeste chiaro, si rivolse ai ragazzi con tono serio al ragazzo davanti a lui. Le due donne ascoltavano. Una vicino all'interlocutore mentre la moglie teneva sotto braccio il Marito con tenerezza.

Entro la fine della settimana metterò tutto nelle scatole e farò portare tutto in un magazzino dalla ditta di traslochi a meno che... non siate interessati anche a questo...

Con un abile gesto Vittorio indicò sia il modellino del treno sia il campo di battaglia. Nonostante nella frase avesse usato il plurale, l'uomo guardava fisso negli occhi Erik e non potè far a meno di osservare il luccichio da bambino che proveniva da quelle pupille dilatate.

Anna, presagendo il peggio, strattonò il suo ragazzo ma alla fine questo accettò di buon grado. Stabilirono un prezzo davvero molto basso che faceva comprendere ai ragazzi quanto Vittorio avesse a cuore che le sue passioni rimanessero in vita più del guadagno sul lavoro di una vita.

Al termine della chiacchierata si strinsero la mano.
In quel momento Peter e Simon i macchinisti, capirono che il loro Ferroviere era cambiato.
In quell'istante Alex il soldato triste e Robert l'amico fraterno compresero che il loro Generale era stato sostituito.
In quel momento il Marito comprese che quella fase della sua vita era terminata e ne iniziava una nuova.

Le porte del garage si richiusero dietro le loro spalle e la luce venne spenta. Completamente al buio sia i soldati sia i macchinisti sentirono ancora per qualche minuto le voci lontane e già sognavano le prossime avventure

NB:


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