E' tormentato per forza... - 11° parte


Immagine CC0 creative commons

Compilò il modulo, sempre con la sua diffidenza e non-approvazione per quello che doveva fare, ribadì il concetto (fatto positivo) che rimaneva a nostra disposizione se la situazione fosse peggiorata, ma tutta quella carità puttana a un certo punto mi stava dando allo stomaco, per cui, per chiudere il tutto, dissi sinteticamente...

"La ringrazio per la disponibilità, ma il suo compito si esaurisce qui, ormai sono le 4 e mezza, tra un paio d'ore sarà operativa la clinica, e visto e considerato in quali condizioni siamo giunti qui, e come sta ora la mia compagna, non penso proprio che avremo bisogno ancora, almeno per questa volta, del pronto soccorso..."

Uscimmo dal pronto soccorso respirando un'aria nuova a pieni polmoni, tutto sembrava diverso, tutto era di nuovo bello, andammo in una pizzeria, famosa per essere aperta 24 ore al giorno, una margherita alle 5 del mattino era un pezzo che non la mangiavamo, la mia compagna aveva nuovamente appetito, tutto sembrava ok, tutto sembrava dimenticato, tutto..., o niente, come se fosse solamente accantonato e rimandato...

Purtroppo, tra le 2 teorie contrapposte, tutto bello oppure solo rimandato, vinse drammaticamente la 2°, perché in mattinata telefonammo al chirurgo per comunicare il netto miglioramento riportato, al punto tale che rimandammo l'appuntamento con lui, ma al passare delle ore la situazione andò progressivamente precipitando, doveva andare a un funerale la mia compagna, non voleva mancare (riguardava la sua ex- famiglia acquisita), quando la lasciai, accompagnata dai suoi figli, vidi chiaramente i segni della sofferenza sul suo viso, passavano lentamente le ore, ormai eravamo a metà pomeriggio, nel frattempo avevo allertato il chirurgo che l'aveva operata, che ci stava attendendo con ansia in clinica, verso le 5 del pomeriggio la vettura di suo figlio si fermò davanti all'ingresso della clinica, la prima impressione che ebbi fu quella che le sue condizioni erano ancora peggiori rispetto a quelle in cui l'avevo salutata in precedenza, la presi sotto braccio e la portai al piano dove si trovava il chirurgo...

Un'altra ecografia, poi una mezza conferma da parte del medico, non era tranquillo, cercavo di capire ma notavo ansia e preoccupazione nelle sue parole e nelle sue movenze, disse che non ci avrebbe fatto andare a casa, che avrebbe studiato un qualcosa per fare un ricovero d'urgenza, non si poteva attendere oltre, un'altra notte fuori dalla clinica non se la sentiva di farla trascorrere alla mia compagna, non c'è una struttura ricettiva del genere in quella clinica, ma tutto venne fatto così, al volo, scomodò addirittura il direttore sanitario, non so bene cosa gli disse, ma ottenne il lasciapassare per quella manovra imprevista dell'ultimo minuto, dovetti andare in segreteria per la conferma dei dati anagrafici della mia compagna, successivamente feci una volata a casa per prendere la sua borsa con gli indumenti che usano per i ricoveri nelle strutture ospedaliere, lo diceva, nei giorni precedenti a questi accadimenti, che non l'aveva sistemata perché temeva di doverla riutilizzare, e in effetti fu proprio così, diventava nuovamente utile per questa brutta evenienza...

Continua...

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