La comprensione sociale del Covid19

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L'immagine è tratta da pixabay

Per Burioni, esponente in vista delle cosche di Big Pharma, la scienza non è democratica. Come a dire che la parola dell’esperto è un dogma e il popolo deve solo ascoltare e ubbidire, anche senza capire. Naturalmente gli esperti che non sono allineati sul verbo delle sacre scritture del regime sono degradati a ciarlatani, complottisti, arteriosclerotici (come è capitato a Luc Montagnier e Giulio Tarro).

In realtà la scienza, per essere considerata tale, deve necessariamente saldarsi con la struttura sociale, deve diventare patrimonio condiviso del popolo, sulla base di una comprensione almeno logica, senza la necessità di una conoscenza approfondita che non può che essere appannaggio degli specialisti. E’ una questione delicata, che ha investito gli studiosi più sensibili a questo aspetto della scienza e della tecnica (Ludovico Geymonat in particolare). Nella pratica il burionismo è inapplicabile, e di malattie virali non dovrebbero trattarne in molti personaggi in vista, tra coloro che promuovono il terrore, a cominciare dal pipistrello ministro della sanità, o allo stregone Bergoglio che caldeggia le vaccinazioni, o al feretro semovente Mattarella in assetto da beccamorto, o l’informatico contagiato Bill Gates. In quest’epoca di follia pandemica non si parla d’altro, in assenza di argomenti reali, si discute sul terrore, la paura, il panico, la follia. Della vita non si interessa più nessuno. “Ma tu non sei mica virologo?”, “Vieni nelle terapie intensive!”, “La mascherina la indossa anche Xi Jinping”, “I morti ci sono davvero”, “In tutto il mondo c’è l’allarme”: queste sono le risposte più cliccate alle FAQ.

Senza entrare nel dettaglio delle questioni mediche, sanitarie, politiche, mediatiche, economiche, ma analizzando numeri che comprendono tutti questi aspetti, Matteo Gracis e Mirco Vandelli (cfr. Byoblu, Covid19, analisi dei fatti), mettono in evidenza le vistose contraddizioni sulla narrazione della pandemia. Sono i numeri a parlare, e ci raccontano di una verità occultata, manipolata, di una epidemia che, se non per aree geografiche limitate (sulle quali sarebbe opportuna un’indagine a parte), si caratterizza come un’influenza stagionale. Non è necessario essere virologi per capirlo, occorre semplicemente ascoltare…

(Valter Rossi)

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