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Le birre e l'utilizzo di prodotti locali

Quarantasette anni fa, nel 1971 erano già scomparse, censite, 250 varietà di grano delle 291 presenti in Italia nel 1927. In Sicilia ai nostri giorni la metà del grano coltivato è di una sola varietà.

L'altra metà costituiscono una nicchia, anche se da una decina d'anni a questa parte, si è sviluppata una tendenza al recupero dei grani antichi sia per l'alimentazione propriamente detta (pane, pasta o altro) sia per altre produzioni quale il settore birrario, esploso anch'esso specialmente quello della birra artigianale.

La standardizzazione delle produzioni era dovuto alla necessita del commercio. Si voleva un grano essenzialmente omogeneo, con delle piante resistenti alle malattie e alle temperature oltre che agli agenti atmosferici, pioggia e soprattutto vento.
Questo portò a concentrarsi su grani dalle spighe piccole e corte con tanti semi in ogni spiga. Per tale motivo molte tipologie di grano furono abbandonate poiché alte e sensibili al vento che le piegava facendone perdere il contenuto o addirittura spezzandole ed anche per via di un limitato numero di chicchi dentro la spiga.
L’esempio classico è quello del frumento denominato “senatore Cappello” incentivato per legge alla fine del 1800 ma poi abbandonato per via della standardizzazione.

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Standardizzazione spinta dalle grande multinazionali che contavano di eliminare quel lavoro prezioso dei contadini che attuavano di fatto banche dei semi private per le produzioni degli anno successivi.

Il movimento birrario italiano studiò in chiave molto critica tali operazioni di produzione standard, incentivando un modello, che rimase di nicchia ed ancora in parte lo è, di diversificazione alimentare che di fatto portava alla riscoperta dei semi scomparsi.

La nascita di micro birrifici artigianali che chiedevano grani antichi da utilizzare nelle loro produzioni “pregiate” sia pur “di nicchia” rinvigoriva la biodiversità abbandonata. La Sicilia con ben 64 biotipi di frumenti antichi certamente giocò un ruolo importante in questa rinascita.

I micro birrifici utilizzando prodotti locali, cereali e frumento, davano vita a produzioni particolarissime di qualità con aggiunte di ulteriori elementi quali frutti autoctoni tipo uve, fichi d’india, orzi e cereali vari tra cui il farro.

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