Gesu' e' su Steemit

Gesu' e' su Steemit

Non ci credete? Fate bene ma io l'ho immaginato.

Ed ho immaginato quello che potrebbe essere un suo post rivolto ai followers puri ed impuri di spirito.

Spero che il post non offenda la sensibilità di qualcuno, se così è chiedo scusa in anticipo. Quello che segue è solo un racconto frutto della mia immaginazione.

Buona lettura.



Roma, 11 dicembre 2017

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Dal Vangelo secondo me medesimo

Salve a tutti, indovinate un po'? Sono tornato. Vi state chiedendo chi sono, lo so. Beh ho diversi nomi e soprannomi, diciamo così. Alcuni mi chiamano il Salvatore, il Redentore, l'Agnello di Dio (ah ecco, dimenticavo, tecnicamente sarei suo figlio), altri Jesus, Gesù o Jahve, come preferite. Probabilmente mi conoscete e se non sapete chi sono beh, fino ad ora avrete vissuto in una capanna o in una grotta lontano dalla civiltà, dal mondo, dai brunch, dagli aperitivi a dieci euro e dalle connessioni WiFi. Mi spiace se da questa premessa vi sarò sembrato pretenzioso o arrogante ma credetemi, non sono il tipo, proprio a partire dal fatto che io, poco più di duemila anni fa, in una capanna ci sono nato.
Ma andiamo con ordine, inizierò con lo spiegarvi il perché vi sto scrivendo.
La prima volta che sono sceso in questa landa che voi chiamate Terra ho lasciato il compito di scrivere le mie memorie, ossia la mia storia e quella della mia famiglia, ad alcuni amici, o amici di amici, in cui riponevo una certa fiducia. "Ragazzi", ho detto, "questa è la parola di Dio cercate di fare le cose con una certa attenzione". Ebbene come sappiamo tutti quando uno è famoso le biografie non autorizzate spuntano come funghi.
Esattamente 325 anni dopo il mio primo compleanno, a Nicea, in una sorta di riunione di redazione, dopo numerosi brainstorming e non pochi litigi, hanno scelto quattro versioni ufficiali che secondo loro dovevano essere complete ed esaustive ma a mio parere in quella gran baraonda di idee non erano il meglio che si potesse fare. Immaginatevi che nervoso nel leggere le bozze: i contenuti c'erano, diciamo, ma mancavano dettagli, mancavano le sfumature che solo se avessi scritto in prima persona sarebbero state colte. Quindi eccomi qui. Di nuovo sulla Terra, oggi sono il capo redattore di me stesso.

Sono qui tra voi

Ragazzi io lo so che non ve ne siete accorti ma una ventina di anni fa sono rinato qui sulla Terra. Adesso vado per i trenta e vivo in un monolocale a Roma con il mio cane. La cosa divertente è che ora non vi fiderete di quello che dico come duemila anni fa, Tommasi che non siete altro. La prima volta nascendo ho fatto le cose in grande, stella cometa, bue, asinello, re magi e via dicendo. Può non sembrarvi molto ma per l'epoca mobilitare un paese di quattrocento anime era come organizzare un battesimo da quattromila invitati con rinfresco. Oggi le cose sono cambiate. All'avvicinarsi del giorno del mio compleanno metà della popolazione mondiale corre nei centri commerciali a cercare l'ultimo modello di Barbie Magia delle Feste e l'altra metà non ha nemmeno la possibilità di comprarsi da mangiare. Volevo che tutti fossero felici, almeno quel giorno. Forse non sono così infallibile come credevo, mi dispiace. Sono tornato per aiutarvi a dare il giusto peso alle cose. Sono tornato per dirvi, per dirmi, che anche se non siete abbastanza dovete essere voi stessi. Imparate ad aiutarvi l'un l'altro, siate più umili, in fondo non siete mica Gesù Cristo (era una battuta! 😁 ). Partiamo dall’inizio, in principio era il verbo, ah no , scusate , dicevo ….

La nascita detta anche “la mia venuta”

Vi narrerò in breve le mie origini, anche se non sono il punto fondamentale di questo scritto. Sono nato in un piccolo villaggio a nord di Essaouira, in Marocco. Senza inseminazione artificiale come la prima volta, i miei questa volta sono andati sul classico. Non fatemi aggiungere altro, mi vergogno. Comunque non so se avete mai assistito alla nascita di un bebè ma la venuta al mondo di un neonato ha poco a che vedere con la scena idilliaca del presepe. Eravamo a casa mia, mamma urlava, pregava e piangeva. Mio padre imprecava al telefono con il dottore che sarebbe dovuto arrivare, cito testualmente, da un momento all'altro ma che quel giorno decise bene di non arrivare mai perché probabilmente aveva intuito che eravamo troppo poveri per poterlo pagare. Grazie al cielo la giornata si concluse nel migliore dei modi e dodici ore dopo l'inizio di tutto quel delirio mia mamma stringeva tra le braccia un cucciolo di tre chili e otto etti che, sorpresa, sarei io. Da quel tempo ne è passata di acqua tramutata in vino sotto i ponti e adesso …

Come vivo ora

Ho deciso di condurre una vita normale. In passato ho avuto la brillante idea di fare miracoli e non è un modo di dire, ho effettivamente moltiplicato pani e pesci, fatto qualche esorcismo qua e la, calmato tempeste, le solite cose... . Beh insomma ne dovreste aver sentito parlare. Volevo provare la mia presenza, dare speranza: Dio esiste, non vi ha abbandonato.
Purtroppo l'effetto collaterale di questa mia decisione è stato deresponsabilizzarvi dal poter cambiare le cose.
Vi ho trascinato nel fatalismo del dover dire 'Salvaci o Signore'. Questa volta, miei cari discepoli, dovete salvarvi da soli. Ogni giorno mi sveglio e vado a lavorare. Guido le ambulanze per il pronto soccorso. Potrei salvare ogni singolo passeggero risparmiandogli un viaggio a 130 chilometri orari a sirene spiegate ma un Lazzaro nel 2017 non vi serve a niente, con voi bisogna essere più sottili. Perché chi giace nel dolore è solo. Perché non tutti gli eroi portano un'aureola o un costume da batman, alcuni ti tengono solo aperta la porta mentre passi. Le vostre guerre non vanno combattute dal divano di casa. L'ho chiamato microeroismo. Stavolta vorrei rendere l'umanità più umana dando per primo l'esempio. Voglio essere il tipo di persona che se vede uno sconosciuto in lacrime non si guarda per terra imbarazzato ma gli chiede se può fare qualcosa per aiutarlo. Forse sarò un idealista, ma spero non uno degli ultimi.

Spesso penso al futuro

Non ho ancora deciso come e quando morirò. Penso che la decisione migliore sia morire nel mio letto da vecchio ad un'età ragionevolmente compresa tra i settanta e i settantacinque anni. Niente crocifissioni stavolta, una cosa tranquilla, pochi intimi. Avete reso le morti violente così all'ordine del giorno che un omicidio passerebbe in secondo piano tra le notizie di minor importanza di un telegiornale da guardare distrattamente mentre si cena. Voltaire diceva che ai vivi si deve il rispetto, ai morti la verità. A Roma diciamo 'falso come una lapide'... Non voglio creare un'aura di eroismo attorno alla mia figura, nè essere ricordato come un Dio che aiuta gli uomini, bensì voglio essere ricordato come un uomo che aiuta gli uomini. Per questo ho deciso di essere come voi. Ho deciso di ridere, mentire, litigare con i miei genitori e aggiungere la frutta al sacchetto del supermercato dopo averla già pesata. Ho scelto di essere un uomo.

Gesù

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