La Luna Grigia di Rak-Thul - Capitolo 3 - La fuga


Ciao a tutti! Bentornati sul mio profilo Steemit e nel regno di Rak-Thul. Strane parole sono apparse nella mente di Vrynn e ciò sembra attirare esseri sgradevoli. Le famose sacerdotesse di Thul hanno raggiunto l'accampamento di Treia e sono arrivate per vedere chi è stato a infrangere il famoso "patto". Ora è il giunto il momento della verità: riuscirà il ragazzo a fuggire dalle sue inseguitrici?
Buona lettura!

Selenya: La Luna Grigia di Rak-Thul

Capitolo 3 - La fuga


Le sacerdotesse arrivarono al centro dell’accampamento con i loro occhi verdi scrutatori ed estasiati. Gli abitanti di Treia erano visivamente agitati, anche se non era chiaro se fosse per le adepte di Thul o per le bizzarre creature che giacevano ai piedi di quelle donne. I tamburi sembravano a primo impatto molto stanchi: davano chiaramente la sensazione di esseri con un respiro affannato, sembrando così animali stremati dal viaggio. Dopo pochi attimi dal loro arrivo, il vecchio assieme a tre uomini dell’accampamento, si avvicinarono e si misero in ginocchio al loro cospetto.

“Signor Reynard… Come le abbiamo già detto, lei ha violato il patto.” Le quattro sacerdotesse parlavano all’unisono.
“Vi chiedo umilmente perdono, o mie sacerdotesse. Stavamo dormendo e non ci siamo accorti del ragazzo. Purtroppo, non era ancora stato avvertito del patto. Vi assicuro che non voleva fare niente di male; non voleva di certo uscire dai confini di Treia.” Il vecchio cercava di convincerle che tutto ciò era un banale errore di gioventù.
“Il ragazzo dov’è? Noi... L’abbiamo visto. Portaci da lui.” Quel tono sibilante rendeva le loro voci unificate ancora più inquietanti.

Il vecchio stava sudando. Aveva provato a farle desistere, ma sapeva dal principio che loro erano interessate a me. Non mi era chiaro del perché i miei occhi azzurri fossero così importanti per loro, ma di certo non avevo il tempo per pensarci. Era giunto il momento di fuggire.

“Hey, Vrynn. Devi andare.” Irenia venne a chiamarmi. “Muoviti, dai. Paulie cercherà di distrarle.” Speravo davvero che il piano funzionasse. L’idea di base era molto semplice:
mentre il vecchio e Paulie tentavano di rallentare le sacerdotesse, io sarei dovuto scappare, fingendo però di atterrare Irenia. In questo modo sarebbe sembrata una fuga personale e non un atto di tradimento della gente dell’accampamento.

“Forza, Vrynn! Tirami un pugno!” Il mio amico sembrava agitato per quella richiesta e anch’io ero chiaramente titubante. Infatti, non riuscii ad atterrarlo come voleva. Mi limitai a spingerlo a terra, facendolo urtare contro alcuni attrezzi per la lavorazione dei campi. Da quel momento, correndo come non mai, partii verso il bosco, girandomi poche volte indietro.
Appena vide che ero sufficientemente lontano, Irenia lanciò lamenti come da copione, attirando così le sacerdotesse assieme ai tamburi.
“Ahia. Cavoli. Mi ha colpito ed è scappato! Maledetto traditore!” Si sentiva urlare in lontananza.
Le quattro donne si guardarono negli occhi, ma nessuna di loro sembrò dubitare della parola di Irenia. Forse per via di qualche lieve ferita inferta dalla caduta degli attrezzi.
Con una certa indecisione, entrai nuovamente nel bosco, con la nebbia che lievemente copriva la visuale. Mi sentii invisibile agli occhi delle mie inseguitrici ma, allo stesso tempo, insicuro sul dove mettere i piedi all’interno della folta boscaglia. Proprio per l’oscurità che pervadeva il bosco delle catene pensai sin da subito di accendere la torcia ma, per mia fortuna, ci misi poco a capire che stavo per compiere un errore madornale. Sarei diventato una pedina troppo facile da riconoscere. Dopo pochi minuti, però, iniziai a sentire sgocciolare. Sentivo che la melma fastidiosa era lì da qualche parte ad attendermi.

Impaurito mi guardai attorno ma, grazie alla luce fioca del tramonto che oltrepassava lievemente oltre lo scudo d’edera, vidi una sorta di sentiero all’interno del bosco che aveva ben poco di naturale. Sembrava essere una via creata con la magia o la stregoneria e ciò lo si denotava dal movimento della vegetazione che cercava di occultare a fatica le tracce umane delle sacerdotesse. Non ci pensai due volte ad approfittare del passaggio per entrare sempre più all’interno del bosco.
Con una certa circospezione continuai ad avanzare ma, col tempo che passava, iniziai a pensare anche ai miei cari, preoccupandomi per loro. Avevano fatto tutto questo per me, ma più ci ragionavo, più mi sembrava che si fossero immolati su un altare sacrificale. Sapevo delle dicerie sulle adepte di Thul e sapevo bene che non la facevano passare liscia a nessuno; ma, dopotutto, cosa avrei mai potuto fare in quel momento? L’unica mia scelta era quella di andare avanti. Fu così che avanzai ininterrottamente fino all’arrivo del buio quasi totale.
Uscendo di poco dal sentiero mi guardai attorno finché non vidi una grande cavità all’interno un vecchio tronco. Al suo fianco, con molto stupore c’era un portafiaccole e per terra alcune catene sporche di sangue attaccate ad un albero. Forse non era il posto migliore per ripararmi e nascondermi, ma in quel momento sentivo anche una certa stanchezza alle gambe. Dovevo quindi riposarmi; non potevo di certo camminare all’infinito.



Il confine della radura (Pixabay)
Sentendo di aver seminato ufficialmente le sacerdotesse, tirai fuori la fiaccola, ponendola nell’apposito sostegno. Dopo averla accesa con la pietra focaia, la torcia emanò un alone luminoso che in gran parte dissipò la nebbia del bosco. Intorno a me c’era, poi, un silenzio molto evidente che però veniva interrotto dallo scoppiettio del fuoco e dai miei passi che credevo leggeri su alcune foglie secche. Mi sedetti dentro l’albero e aprii la borsa da viaggio. Tirai fuori la mia cena e la borraccia d’acqua ma, mentre cercavo quest’ultima, presi in mano un piccolo sacchetto con all’interno un foglio e un piccolo anello con incastonata una pietra bianca trasparente.

Il foglio era piegato più e più volte, ma dopo averlo aperto, recitava:

“Figliolo, non so se leggerai queste mie parole prima della tua fuga, ma è giusto che tu sappia la verità. Ormai molto tempo fa, ti raccontai dei tuoi genitori. Ti dissi che ti avevano lasciato qui per proteggerti ma, in realtà, la verità è sempre stata differente. Un giorno, lungo i confini della radura, vicino al corpo di un uomo vestito di nero, ti trovai. Lui era già morto da tempo per delle gravi ustioni ma tu, invece, eri all’interno di un sacco pieno di fori, ancora vivo, ma visibilmente molto debole. Ti portai subito a Treia e da qui, sai come è andata finire. L’anello che vedi è arrivato con te. Lo avevi al collo come un ciondolo, ma dubito che tu te ne ricordi. Forse ti chiederai del perché io non te ne abbia mai parlato, ma la verità l’hai vista con i tuoi occhi. Appena le sacerdotesse hanno scoperto della tua esistenza, sono venute subito a cercarti. Non so di preciso perché tu sia così importante per loro ma, pochi giorni dal tuo ritrovamento, loro vennero a chiedermi informazioni sulla scomparsa di un bambino piccolo. Ovviamente, sapevo che non erano creature caritatevoli e infatti mentii, nascondendoti ogniqualvolta loro venivano all’accampamento. In realtà avrei tanto da dirti, ma non c’è tempo per spiegare tutto.
L’unico avviso che ti posso dare è quello di evitare la capitale. Evita Rak-Thul. Scappa dal regno. E ti prego… Cerca di non farti prendere.

Il tuo vecchio, Ludwig Reynard.”

Era raro sentire e leggere il nome del vecchio. Lo avevamo sempre chiamato con i nostri nomignoli e ciò mi dava una strana sensazione. In realtà io non sapevo chi fosse davvero Ludwig Reynard. Lo vedevo come un padre, come un nonno. Mi aveva sempre protetto, fatto divertire e mi aveva fatto sentire amato, ma io non sapevo niente di lui e di quello strano patto che mi aveva citato. In ogni caso aveva ragione. Io dovevo andarmene dal regno. Era chiaro che qualcosa non quadrava e forse ero realmente in pericolo.

Rimasi per un’ora a fissare quel piccolo anello, mentre la luce del fuoco illuminava a chiazze le frasche e gli alberi. Con silenzio mi stavo davvero rilassando, mi sembrava di essere in un nuovo mondo dove esistevo solo io e nessun altro. Una meravigliosa pace dei sensi che mi fece addormentare appoggiato alla parete interna dell’albero.

Plic - Plic. Sentii sgocciolare, facendomi aprire rapidamente gli occhi.
Sotto di me c’era letteralmente un fiume di melma. Vedevo grondare da quasi tutti gli alberi quella strana sostanza, mentre lentamente scivolava sotto i miei piedi. Ero intrappolato all’interno del tronco, il quale, fortunatamente, mi proteggeva.
Mi guardai attorno: la nebbia era sparita, ma era ancora molto buio. Il fuoco era ancora acceso, anche se non per molto. La melma si stava arrampicando sul portafiaccole aprendosi poi a sfera per poter assorbire tutta la fiamma della torcia.
Fu così che si chiuse su sé stessa, spegnendo la mia unica fonte di luce.

Dopo essermi trovato al buio, riuscii a sentire nuovamente la melma muoversi. Abituato un po’ all’oscurità, notai che la sostanza grigia si stava allontanando; era giunto il momento di andarmene. Balzai giù dal tronco e misi lo zaino in spalla. Camminai spedito verso il sentiero, guardandomi le spalle più e più volte, ignorando mio malgrado, però, i pericoli che venivano dall’alto. Una piccola goccia di melma, infatti, mi cadde sulla spalla. Garnatia Tellos Interim. Di nuovo quelle parole in testa. Mi levai di corsa quella sostanza corrosiva dalla maglia, ma solo dopo poco, capii di essere nei guai fino al collo. Dagli alberi iniziò a sgocciolare la melma e ad accumularsi al suolo e poi… Tum - Tum.
Il rumore dei tamburi si sentiva a intermittenza e, cosa peggiore, si stava avvicinando.

Continua...


Il nostro protagonista sembra proprio nei guai. Tra la melma e il verso dei tamburi, la situazione è diventata davvero pessima. Chissà se riuscirà a nascondersi ;)
Vi aspetto per il prossimo capitolo!

Selenya: Le sei ombre della Luna - Presentazione e Contest

Selenya: Disegnatore Ufficiale per "Le sei Ombre della Luna" - Contest Artistico

La Luna Rossa di Tlicalhua by @gianluccio
Cap. 1: Il Colpo
Cap. 2: La prigionia
Cap. 3: L'accordo
Cap. 4: Sussurri nel vento

La Luna Blu di Kasiha by @kork75
Cap. 1: Un anno prima…
Cap. 2: L'osteria il corallo blu
Cap. 3: Il confine
Cap. 4: Il maestro

La Luna arancio di Svadhisthana by @imcesca
Cap. 1: Prologo pt. I
Cap. 2: Prologo pt II
Cap. 3: Il risveglio
Cap. 4: Adulta

La Luna Bianca di Alfhild by @acquarius30
Cap. 1: Concentrazione e addestramento
Cap. 2: Gelido come il cuore del Marchese
Cap. 3: Apparizioni
Cap. 4: L'ira di Freyja

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Cap. 1: L'inizio di una nuova vita
Cap. 2: la trasformazione
Cap. 3: il viaggio

La Luna Grigia di Rak-Thul by @mirkon86
Capitolo 1: Leggenda e curiosità
Capitolo 2: I tamburi


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