Hobby, Passioni e Lavoro. Cosa succede a noi e ai nostri sogni?

Hobby, Passioni e Lavoro. Cosa succede ai nostri sogni?


Partiamo da una considerazione amara.
Queste tre parole, nella vita quotidiana, sono strettamente collegate, ma si ritengono spesso agli antipodi

Perchè?

Proviamo a partire dalla definizione delle tre parole, e cerchiamo di approfondire!

facendo una rapida ricerca in rete leggeremo:

HOBBY : Qualsiasi occupazione perseguita con impegno e passione nel tempo libero dal lavoro consueto, per ricreazione o passatempo.

PASSIONE: Vivace inclinazione, per lo più lodevole o comunque non riprovevole.

LAVORO: L' applicazione di una energia (umana, animale o meccanica) al conseguimento di un fine determinato

ma anche

L' attività produttiva, dal punto di vista economico, giuridico, sindacale, intesa anche come fonte di reddito individuale o comunitario.

(Fonte Dizionario Google)

In poche parole l'hobby si basa sulle nostre passioni ed occupa il nostro tempo libero, ovvero quello non occupato dal lavoro che ci serve come fonte di reddito.

Un Hobby è quindi ritenuto come una occupazione alternativa nella quale ci impegniamo, dimostrando una "vivace inclinazione" senza che essa ci ricompensi economicamente del nostro sforzo.

Eppure fermiamoci un secondo ad analizzare tutto questo.

Da bambini, a tutti noi, almeno una volta, è stato chiesto cosa avremmo voluto fare nella vita.

Dalle risposte più fantasiose come l'astronauta o il benzinaio, a quelle più vicine alla realtà come medici o avvocati, nel corso della nostra formazione poniamo le nostre passioni al centro del nostro futuro, ma possibile che non ci sia la minima traccia di esse nella definizione di "lavoro"?

Possibile che l'attività che ci deve dar da vivere abbia come definizioni il concetto di reddito e di energia spesa (Lavoro viene dal latino Labor = fatica), ma non quello di vivace inclinazione verso di essa?

Che fine fanno i nostri sogni?

Le nostre inclinazioni e i nostri sogni si perdono nei meandri del linguaggio ancor prima che della vita.
Le nostre passioni vengono spesso relegate a comprimarie, e noi lasciamo che questo accada.
Da adulti smettiamo di inseguirli ed Inseriamo, nel nostro modo di esprimerci, questa dicotomia tra il lavoro (impiego di tempo produttivo, ma faticoso) e l'hobby (impiego di tempo non produttivo ma piacevole), dandola quasi per scontata ed inevitabile.

Io ho avuto la fortuna di crescere in un contesto dove tutto questo è stato sempre molto attenuato. Mi ritengo un privilegiato perché mio padre, compositore come me, ha valorizzato i suoi sogni e ha sempre messo le sue passioni e le sue inclinazioni prima di tutto il resto, pur sapendo che la vita sarebbe stata di certo più complicata.

E quando è stato il momento, per me, di scegliere davvero cosa avrei voluto fare da grande, mi ha guardato e chiesto solo se fossi sicuro di voler seguire le sue orme.
Al mio cenno positivo mi ha detto:

"Se scegli di fare il compositore avrai soltanto una sicurezza nella vita: Farai il lavoro più bello del mondo."

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Foto di proprietà dell'autore.

Il mio lavoro ha una grossa ricchezza... che è anche il suo limite. Mi rende felice, mi piace, non dipende da niente e non ha orari.
Non esiste un momento in cui io decido di comporre, succede e basta. E succede nei momenti più disparati. Quando sono a studio con mio padre, al pianoforte da solo a casa, ma anche di notte facendomi svegliare per appuntarmi qualcosa prima di dimenticarla, o mentre sono in bagno. Mi assorbe 24 ore su 24 e la cosa non mi disturba minimamente, al contrario mi gratifica.
Ma è un lavoro, non un hobby.
E così mi viene da sorridere quando, troppo spesso, alla domanda "che cosa fai nella vita?" rispondo "Compongo, scrivo musica", e l'interlocutore mi guarda ammirato e poi prosegue "ah bello... , ma di lavoro?"

Già, perché l'idea che nel mondo di oggi si possa preferire i propri sogni e le proprie passioni, alla sicurezza economica suona strana, e addirittura quella di far sì che possano essere i primi a generare la seconda, praticamente, risulta quasi una utopia.

E quelli che ci riescono vengono visti come alieni, mentre quelli che ci provano senza riuscirci, degli ingenui.
Io non mi sento né alieno né ingenuo, sono solo felice di quello che faccio per provare a campare (e scusatemi se è poco!!!)
Che poi molti di noi l'hobby, per colpa di un lavoro spesso non soddisfacente né umanamente né economicamente, non se lo possono nemmeno permettere.

Ricchezza e Lavoro.

Proprio perché non abbiamo tempo e le nostre energie non sono infinite è fondamentale, a mio avviso, iniziare a comprendere che questa dicotomia e questo modo di catalogare le nostre occupazione, devono sparire dalla nostra vita.

Solo privilegiando le nostre inclinazioni e passioni è possibile annullare la distanza tra Hobby e Lavoro e ritornare a valorizzare i nostri sogni.
Ora proviamo a valutare quest'equivalenza solo per un attimo...

Hobby = Passione = Lavoro

Se, per un versante, la nostra sicurezza economica potrebbe risentirne (magari questa nuova occupazione non genera inizialmente le stesse entrate che avevate prima) dall'altra, il vostro tempo (anch'esso quantificabile economicamente) verrebbe assorbito da una attività principale che vi comporterebbe meno fatica e meno stress, e vi invoglierebbe ad occupare con lei più tempo, rispetto ad un lavoro normale.

La maggiore inclinazione nel fare una determinata attività ridurrebbe, inoltre, il tempo di esecuzione di essa, e anche la resa finale ne trarrebbe sicuramente giovamento.

Il tempo liberato potrebbe a quel punto essere dedicato ad un'altra attività che ci piaccia, senza che essa venga considerata un nostro passatempo ricreativo, e non produttivo, ma anzi, un'altra attività volta al benessere di se stessi.

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Foto di proprietà dell'autore.

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