L’ultimo giorno di luna... (by @kork75)

L’ultimo giorno di luna...

Il Priore anche quella sera si recò all’osservatorio del tempio. Scrutò la volta celeste in direzione della costellazione del Drago e batté rabbioso i pugni sul tavolo del carteggio astronomico. Alzò poi lo sguardo al cupo cielo e sbraitò:

“No, no e poi no! Ancora nessuna luna, maledizione! Sono ormai passati cinquantanove giorni dall’ultima luna rossa e questa oscurità mi gela il sangue.”
L’uomo si accorse tardivamente che espresse i propri pensieri e le proprie paure ad alta voce, e che catturò così a suo malgrado l’attenzione dei zunika presenti, che commentarono la reazione con un brusio sommesso.
“Maestro vi disturbo?” chiese un novizio zunika che con passo indeciso entrò nel planetario.
“Dimmi, cosa vuoi?” ribatte stizzito il Priore.
“Ho la corrispondenza della settimana e i resoconti dei segretari. Ve li lascio qui sul tavolo?”
“Un attimo, cosa dicono i segretari?”
Il novizio restò interdetto per quella domanda, non gli sembrò vero che quella sera avrebbe dovuto lui, giovane aspirante zunika, riferire affari così importanti. Prese coraggio e lesse il resoconto settimanale:
“Il popolo è in fermento, ed è prossimo alla rivolta, queste notti senza luna lo inquietano.”
“Scommetto che anche oggi i kasihani cercano risposte...Niente di nuovo quindi. C’è altro?”
“Sì, oggi il segretario generale ha ricevuto in udienza al palazzo un nobile e influente guerriero di nome Fida: è in cerca di suo zio, un tale Pasi. L’armigero dice che è venuto qui a Ha per voi. Il segretario chiede lumi.”
“Rispondi che non conosco nessun Pasi!” liquidò rapido il Priore. L’anziano sacerdote scrutò per un attimo il volto del novizio e proferì:
“Sembri un tipo sveglio aspetta, chiudi la porta e dimmi rapidamente il contenuto della posta, intanto che io scrivo due righe da inviare con urgenza all’Eccelso.”
Il giovane religioso aprì le buste con il sigillo reale, lesse a bassa voce con attenzione il contenuto e riassunse il più rapidamente possibile il tutto. Poi si fermò a un messaggio riservato:
“Priore, vi è un breve messaggio di natura privata per voi… Proviene da una delle spie del tempio. Volete che lo legga?”
Il Priore fece segno di sì con la mano senza alzare il capo dallo scrittoio.
“La spia è una ragazza; come copertura fa la cameriera in una locanda del centro. Dice che un gruppo di uomini in occasione della festa del mare hanno complottato nei confronti del Gran Zunika. Sarà meglio che forse lo leggiate voi personalmente questo, non credete? Anche perché la nostra informatrice fa nomi importanti relativi ai cospiratori.”
Il novizio passò il foglietto al ecclesiastico, che lo strappò in quattro parti e lo gettò nel braciere.
“Non c’è più nessun Gran Zunika, pace all’anima sua e che gli abissi lo accolgano in gloria: quindi nessun complotto! Almeno sino alla nomina del prossimo Gran Zunika. Poi? Andiamo avanti”, disse il sacerdote visibilmente commosso al pensiero della morte della loro guida spirituale, morto nel proprio letto per vecchiaia e non certo per mano di assassino.
“Una accorata richiesta da parte dei familiari del Maestro Gastka, che richiedono il corpo dell’artista per dargli una degna sepoltura. Ma Priore, il Maestro? Io stesso ho preparato la salma per la consegna ai suoi cari, non capisco.”
Il priore posò la piuma e chiuse il calamaio. Alzò lo sguardo dal foglio e lo incrociò con quello del giovane. In quell'attimo gli tornarono alla mente gli avvenimenti dell’ultimo giorno di luna blu…


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L'ultimo giorno di luna blu...

“L’ultimo giorno di luna blu, l’ultimo giorno di messe, processioni e omelie, ma soprattutto l'ultimo giorno di baldoria, spettacoli e leccornie… Mi viene quasi da piangere”, disse il novizio zunika nell’atrio della Sala dello Specchio.
“Dopo quello che è successo, tu veramente pensi alle bisbocce di questi giorni?” replicò irritato il suo compagno in attesa che il pesante portone dorato si aprisse.
“Non è mica colpa mia se a quel depravato di Gastka hanno conficcato un dardo in gola. Pensi che mi faccia piacere? Ora guarda cosa ci tocca fare”, ribadì il giovane posando a terra la pesante bacinella.
I due novizi attesero a lungo prima che lo sfarzoso portale si aprisse, poi all’improvviso si udì un rumore sordo di serratura e davanti a loro apparve il Priore.
“Su svelti, la salma del compianto Maestro è ai piedi dell’altare. Avete tempo fino al sorgere del sole per lavarla e profumarla con i sacri unguenti. La tunica funeraria la trovate nella sagrestia. Io devo andare, tornerò tra un paio d’ore. Mi raccomando, rispettate e onorate questo luogo sacro. Giovani, ci siamo capiti?”
“Sì Priore…” risposero con un filo di voce i novizi intimoriti.
L’anziano sacerdote richiuse la pesante porta con quattro giri di chiave secchi, poi si avviò con passo svelto alla terrazza del tempio.
“Ciske, sono qua”, sussurrò una voce da dietro una colonna.
“Pasi, via libera ora puoi uscire, il tempio è deserto e ci siamo solo noi”, disse il Priore rivolto all’ombra proiettata sul selciato.
“Ciske, quante lune sono passate?” rispose il vecchio Pasi abbracciando il sacerdote, che commosso replicò:
“Troppe. Ciske? Con quel nome non mi ci chiama più nessuno dai tempi della Scuola di Correttezza e Retorica… Che belli i nostri quindici anni”, rispose con un nostalgico sorriso prima di accompagnare il suo vecchio amico d’infanzia al parapetto della terrazza, lontano da occhi indiscreti.
“Fa quasi impressione vista da qui, non trovi? Tu le hai viste tutte le città dell’Impero, ma dimmi dove puoi trovare un luogo di tal splendore come la nostra Ha? Non esiste! Sai il perché? Perché è la figlia prediletta del dio Kas!” proferì Il sacerdote con lo sguardo rivolto alla città dormiente, protetta dal chiarore della luna color cobalto.
“Basta ti prego, tienitele per te le tue convinzioni religiose da vecchio zunika. È vero, ho girato tutti gli angoli di Selenya, ma sai cosa vedo se adesso guardo sotto di noi? Corruzione, degrado, violenza, soprusi, povertà e ingiustizia sociale, né più e né meno, come in tutte le altre città dell’impero. Per non parlare di cosa penso di questo tempio”, rispose seccato il vecchio Pasi.
“Vedo che gli anni sono passati, ma il tuo brutto carattere è rimasto tale e quale. Miscredente, continua pure ad oltraggiare il dio Kas, tanto ormai la tua anima è perduta da tempo e sappi che le mie preghiere non ti salveranno dagli abissi infernali”, rispose di rimando il Priore con un sorriso contrariato.
“Preghi per la mia anima?”domandò curioso Pasi.
“Sì, e lo farò sino alla fine dei miei giorni. Adesso però è il momento di parlarci chiaro e arrivare dritti al nocciolo della questione. Cosa ne pensi di tutto questo?”lo interrogò il priore mentre estrasse dal borsello a tracolla una bellissima pipa di radica.
“Dalla epistola che mi hai mandato, vedo che le avete provate tutte. Dimmi cosa sta succedendo veramente... e perché io?” replicò Pasi disponendo sul parapetto della terrazza tutto il necessario per preparare e fumare l’ottima menta dei sognatori che aveva portato in dono.
Il Priore prese coraggio e raccontò che erano trascorsi già sei cicli di luna blu da quando il Gran Zunika aveva cercato di interpretare e decifrare gli strani messaggi del grande specchio dello Spaziotempo, ma tutti i suoi sforzi per ottenere una risposta esauriente erano risultati vani. L’anziano padre di tutti i zunika, la risposta che cercava in cuor suo la conosceva, ma si rifiutava di credere a quei presagi funesti che avrebbero portato il regno di Kasiha, se non l’intera Selenya, verso eventi catastrofici.
Il Gran Zunika, da uomo saggio qual era, pensò di agire per il bene dei fedeli e così, in occasione dell’ultimo gran concilio del tempio, con estrema sofferenza rivelò a tutti gli zunika presenti il contenuto delle arcane rivelazioni: tenebre in attesa che la luna torni nuova a decretar divin responso. La veggenza scatenò inevitabilmente un’ondata di timore e sgomento tra gli alti religiosi, ai quali fu proibita la divulgazione di tali predizioni.
Alcuni zunika, contrari al segreto imposto dal concilio, presero l’amara decisione di rivolgersi a tutti i medici, ai matematici, agli astronomi e ai saggi di Kasiha, nella speranza che qualcuno di loro fosse disposto a rivelare ciò che vedeva in quegli infausti segni premonitori, al fine ultimo di divulgare alla popolazione le proprie conclusioni per spingere così il Gran Zunika a trovare il coraggio di fare altrettanto.
“Privatamente mi sono rivolto anche a veggenti, indovini e maghi di altri regni. Grazie a loro abbiamo raccolto decine di documenti che un gruppo di nostri esperti sta visionando e interpretando. I bargelli delle tre città hanno aperto gli archivi del tempio e hanno perseguitato e catturato tutti coloro accusati di stregoneria all’interno del nostro regno. Il Gran Zunika ha emesso un’ordinanza restrittiva per la festa della luna, con l’ordine di censire e trasferire ad Ha tutti i pellegrini sospettati di praticare le arti arcane… Inoltre, su tale ordinanza, ha fatto aggiungere l’ordine di cattura rivolto agli schiavi fuggiaschi, per sottoporli a interrogatori a riguardo di eventuali presagi simili uditi nei regni con i quali non abbiamo granché di rapporti diplomatici ufficiali. In questi giorni sacri di luna blu sono state inquisite e torturate centinaia di persone, e di questo me ne vergogno; mi rimetto direttamente alla giustizia divina del dio Kas…” illustrò il priore tirando ampie boccate dalla pipa.
“La situazione si fa interessante. Oggi è l’ultimo giorno di luna blu...Se tutto ciò che mi hai scritto e raccontato è vero, lo scopriremo solo da domani in poi, se alzando gli occhi al cielo non troveremo più gli astri. La predizione dice che al termine delle notti più buie la luna tornerà nuova a decretar divin responso. Ecco questo sì che è un mistero. Voi alti prelati avete guardato solo in basso e avete pensato a catastrofi apocalittiche: terremoti, maremoti o chissà quale altra piaga. Ma se fosse qualcosa di più mistico?”, ribatte Pasi.
“Stiamo brancolando nel buio, non abbiamo la conoscenza sufficiente per interpretare i segni dello specchio magico e di quel colore viola che prepotentemente fuoriesce da esso. Va bene l’oscurità, ma poi? Il “divin responso” cosa significa? Sei qua proprio per aiutarci a capire”, disse il sacerdote svuotando rabbiosamente la pipa.
I due restarono in silenzio per un paio di minuti, godendosi la frescura marina cullati dal rumore della risacca, inebriati dai postumi della menta dei sognatori.
Preoccupati e anche piuttosto spaventati, cercarono di godersi quel momento di pace interiore. Sapevano che il giorno successivo lo specchio magico avrebbe chiuso lo spazio temporale; se il Gran Zunika fino all’indomani non avesse avuto risposte e delucidazioni tangibili relative ai funesti presagi, avrebbe dovuto procedere con il rito sacro dell’attraversamento del portale, il che significava intercedere direttamente con il dio Kas. I loro sguardi si persero a scrutare l’orizzonte fin laggiù, dove il mare si fondeva con la notte: una notte magica, contornata da un fitto cielo stellato e dalla luna blu.
“Veramente credi che se entri nel portale ti trovi al cospetto del dio Kas?” domandò Pasi spezzando il silenzio.
“Questo è riportato nelle sacre scritture. Sarebbe la prima volta dopo millenni che un Gran Zunika attraversa lo specchio. Non saprei cosa aspettarmi, ma ho fede e credo”, rispose il Priore.
“Lui perché non è pronto? Intendo Senk...” ribatte Pasi riferendosi al Gran Zunika, anch’egli sua vecchia conoscenza fin dai tempi della Scuola di Correttezza e Retorica.
“È vecchio, stanco e malato. Ti ricordi da fanciulli? Era sempre un passo avanti a tutti noi...Un predestinato, l’unico con le capacità adatte per diventare la nostra guida spirituale. Non ha paura di entrare nello specchio. Forse ciò che lo preoccupa è il rendersi conto d’essere troppo vecchio per comprendere. La sua mente in queste lune si è allontanata dalle sacre scritture.
Soffre di demenza senile.
Quando è lucido passa intere nottate a scrutare gli astri nelle notti d’equinozio, dimenticandosi che detiene un enorme potere sia religioso che politico. Quando delira invoca Kas in cerca di un segno o di una risposta. . Ecco perché in comune accordo con lui ti abbiamo cercato e scritto. Tu sei l’unico che può prendere il suo posto in questo viaggio verso l’ignoto”
, spiegò il Priore, facendo cenno di seguirlo alla cala dei pescatori, giù attraverso il sentiero scavato nella roccia.


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“Ciske, allora lo facciamo davvero… Erano anni che non ne vedevo uno da vicino, che creatura magnifica!” esclamò Pasi riferendosi all’enorme mostro marino spiaggiato davanti ai loro occhi.
“Già, è uno stupendo esemplare di Kasika adulto, lungo fra i quindici e i venti metri. Ora è sotto il controllo del suo cavalcatore zunika, per questo è così docile. Abbiamo già prelevato l’ampolla con il suo sangue: utile per il rito del “passaggio dello specchio”, ma ci tenevo comunque a fartelo vedere e sai il perché?” domandò il priore accarezzando il muso dell’enorme creatura dormiente.
“Immagino perché le sacre scritture dicono che i kasika sono stati mandati dal dio kas su Selenya per proteggere il popolo del mare e in rappresentanza del segno tangibile della sua esistenza e della sua forza”, rispose Pasi tutto d’un fiato, esaminando da vicino il corpo del pesce ricoperto da squame blu-argento.
“Proprio così. Ricordatelo sempre: lui c’è e veglia su di noi”, asserì il Priore con lo sguardo rivolto alla luna blu.
Il vecchio Pasi scrutò ancora per alcuni minuti l’essere acquatico e poi si rivolse curioso al priore:
“Hai già preparato la salma del puro di spirito che riceverà il sangue blu del kasika?”
“Sì, è nella stanza dello specchio. Proprio in questo momento due novizi lo stanno lavando e vestendo, in attesa che torniamo noi per effettuare il salasso. Si tratta del compianto Maestro Gatska.”
“Quel Maestro? Quello che hanno ammazzato la settimana scorsa? Lui un puro di spirito? Ma Senk si è ammattito davvero allora! Prima condanna quel tizio alla galera e adesso lo riporta in vita con il sangue divino per presentarlo al cospetto del dio Kas come uomo retto e fedele al popolo di Kasiha… Non contento manda a chiamare me per attraversare il portale al suo posto! Se Kas esiste, ci fulminerà appena mettiamo il naso dentro lo specchio!”
Risalita la rupe, i due anziani attraversarono svelti i corridoi del tempio. Mancavano ancora diverse ore prima del sorgere del sole, ma il cerimoniale dell’attraversamento richiedeva una lunga preparazione. Nella sala dello specchio era atteso il Gran Zunika per il rito del trapasso, il quale avrebbe riportato nel mondo dei vivi il rimpianto maestro Gatska.
Entrambi i rituali, comunque, si sarebbero svolti solamente nell’infausto caso in cui la guida spirituale del popolo di Kasiha, non avesse ricevuto l’illuminazione divina.
Pasi attese alla solita colonna che Ciske congedasse i due novizi.
Il Priore elogiò i ragazzi per l’ottimo lavoro svolto, poi fece entrare nella Sala dello Specchio l’incredulo amico, che con lo sguardo rivolto agli ori e ai velluti sentenziò:
“Me la ricordavo più grande. Forse perché ero ancora piccolo quando decisi di non diventare zunika e di lasciare il tempio. Però ammetto che questo luogo fa sempre un certo effetto, e che qui tra queste mura si respira un'atmosfera mistica e magica."


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“Senk?...Maestro, noi siamo pronti”, disse il Priore all’improvviso inginocchiandosi di fronte all’uomo incappucciato e vestito di nero che apparve in fondo alla sala, senza commentare le affermazioni di Pasi.
Il Gran Zunika, reggendosi a fatica sul suo bastone, passò davanti ai due e al corpo senza vita del maestro Gatska, senza nemmeno degnarli di uno sguardo. Il vecchio sacerdote, visibilmente claudicante, si diresse alla parete dove era custodito lo specchio magico: con entrambe le mani aprì a fatica la preziosa teca di legno e come d’incanto la stanza si illuminò di un’intesa luce viola proveniente dal magico artefatto.
Il sacerdote svestì gli umili abiti che stranamente indossava e ordinò al Priore di passargli la veste sacra, che indossò in religioso silenzio. Quando ebbe terminato si voltò e fissò intensamente i due anziani Kasihani per qualche attimo, poi schiarì la voce e disse:
“Ascoltatemi, sono appena rientrato al tempio. Ho vagato senza meta per la nostra città, sotto mentite spoglie. Sono andato giù al porto, tra le strade del centro, fin dentro alla grande fiera e lì mi sono immerso nella folla. Mi sono chiesto: a quelle migliaia di persone e a quelle plebi immense, importerà veramente qualcosa della nostra Kasiha? Secondo me no! Ho udito i canti osceni degli ubriachi provenire dalle osterie, molti dei quali erano rivolti alla nostra amata regina. Là nei bassifondi ho visto: ladri, assassini e loschi figuri congiurare alle mie spalle e contro l’Eccelso. Ho visto padri e figli giocare d’azzardo e puntare sulle ultime corse della giornata tutti i loro risparmi; ho viste giovani donne prostituirsi ai bordi dei vicoli e altre, scambiate per meretrici, violentate dinanzi ai nostri soldati inermi poiché anch’essi ubriachi e palesemente alterati dal fumo della menta dei sognatori. In mezzo a quella feccia umana mi sono tappato le orecchie per non udire persino le bestemmie rivolte non soltanto a Kas, ma a tutti gli dei, pronunciate praticamente in ogni lingua di Selenya; ho visto gente proveniente da ogni angolo del mondo senza alcun rispetto per il nostro credo, che sputava e urinava sulle scale del tempio… Tutto questo è inaccettabile! Inconcepibile! Questa città è malata e immorale, lo specchio perfetto di questa nostra società depravata! E la colpa è solo della mia cecità e dell’inettitudine del nostro governo. Ora basta! Questa è stata la mia ultima luna blu, presto sarò nella pace degli abissi e liberato da tutti i miei fardelli. La mia età è la mia vera fortuna... sono vecchio, stanco e per questo consapevole che non assisterò mai alla definitiva rovina del mio popolo. Tuttavia ho il dovere morale di provare a salvarlo, per far sì che Kasiha non sia ricordata dalle generazioni future come un mito mai esistito. Mi dispiace, amici miei. Ci ho provato, ma è stato tutto inutile... Procediamo pure con il rito del trapasso.”
All’udire quelle parole, Pasi si avvicinò al Gran Zunika. Si inginocchiò al suo cospetto in lacrime e a capo chino:
“Sono felice che anche tu hai trovato il coraggio di aprire gli occhi… Oh grande Maestro, perdonami per aver abbandonato la retta via. Ora, guardando la luce di quello specchio, so che il dio Kas ci sta aspettando.”
“Dal tempio le cose si vedono in maniera diversa e devo dire offuscata e io avevo bisogno di capire. Pasi ora ho bisogno del tuo coraggio e della tua conoscenza. Proprio l’altro ieri ho letto la tua missiva con la tua teoria. Affermi che dopo giorni di oscurità e notti senza luna, Selenya conoscerà qualcosa di sconvolgente e mai visto prima; bene mi sono sentito il dovere di avvisare di questa possibilità l’Imperatore, ovviamente in maniera del tutto confidenziale e riservata. Sicuramente penserà che sono le farneticazioni di un vecchio pazzo malato, ma era la cosa giusta da fare. Vecchio mio, affronterai un viaggio verso il buio e la tua ritrovata fede ti illuminerà e ti aiuterà in tutto questo. Quando sarai tornato avremo finalmente le risposte che cercavamo…E se dovrete lottare con qualcosa più grande di voi sappiate che il mio spirito vi proteggerà nel vostro cammino”, rispose il Gran Zunika facendo cenno all’uomo di rialzarsi.


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L’ultimo giorno di luna...

“Priore... Priore vi sentite bene?” chiese il novizio zunika, avendo notato lo sguardo vuoto e perso del sacerdote.
“Sì, sto bene, solo pensieri. Puoi andare, grazie! Ah, per il Maestro Gastka non ti preoccupare. Il tempio ha provveduto a suo tempo a dargli esequie degne di un Eccelso. Alla famiglia scriverò io personalmente.”
Proprio mentre l’uomo finì di scrivere la sua missiva, uno schiamazzo di stupore e incredulità si udì provenire dalla terrazza del tempio. Il priore insospettito si alzò e si diresse alla finestra del planetario, per osservare il cielo. La luna era nuovamente tornata a brillare nel firmamento, ma di un colore strano mai visto prima:

un intenso color viola! Continua...

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Immagine realizzata da @carolineschell per Selenya

Selenya: Le sei ombre della Luna - Presentazione e Contest

Selenya: Disegnatore Ufficiale per "Le sei Ombre della Luna" - Contest Artistico

Selenya: Risultato Contest Artistico

La Luna Rossa di Tlicalhua by @gianluccio
Cap. 1: Il Colpo
Cap. 2: La prigionia
Cap. 3: L'accordo
Cap. 4: Sussurri nel vento
Cap. 5: Il Silenzio

La Luna Blu di Kasiha by @kork75
Cap. 1: Un anno prima…
Cap. 2: L'osteria il corallo blu
Cap. 3: Il confine
Cap. 4: Il maestro

La Luna arancio di Svadhisthana by @imcesca
Cap. 1: Prologo pt. I
Cap. 2: Prologo pt II
Cap. 3: Il risveglio
Cap. 4: Adulta

La Luna Bianca di Alfhild by @acquarius30
Cap. 1: Concentrazione e addestramento
Cap. 2: Gelido come il cuore del Marchese
Cap. 3: Apparizioni
Cap. 4: L'ira di Freyja
Cap. 5: Caos

La Luna Dorata di Porpuraria by @coccodema
Cap. 1: L'inizio di una nuova vita
Cap. 2: la trasformazione
Cap. 3: il viaggio
Cap. 4: La scoperta
Cap. 5: I prescelti

La Luna Grigia di Rak-Thul by @mirkon86
Cap. 1: Leggenda e curiosità
Cap. 2: Il verso dei tamburi
Cap. 3: La fuga
Cap. 4: Domande e sempre meno risposte
Cap. 5: Artefatti e premonizioni

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