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"Rien va plus", recensione

Gli affezionati lettori di Antonio Manzini e del suo azzeccatissimo personaggio, il vicequestore Rocco Schiavone, hanno atteso con ansia questo libro che è il seguito (o meglio la seconda parte) di "Fate il vostro gioco".
L'omicidio di Favre è stato risolto solo parzialmente, almeno secondo Schiavone. Si è identificato l'esecutore, ma non il mandante. Rocco è deciso a continuare le indagini, pur contro il parere dei superiori.
Ma un altro fatto sconcertante accade ad Aosta : un furgone portavalori contenente una somma ingente scompare letteralmente nel nulla. Questo filone di indagine, pur in apparenza diverso, ha legami con l'omicidio del casinò. Schiavone ne è convinto e condurrà le indagini seguendo i suoi metodi abituali e non ortodossi.
Intanto le vicende romane sembrano complicarsi. Qualcuno ha deciso di distruggere Rocco e sta indagando su aspetti particolari del suo passato.
Tra Aosta e Roma le vicende si snodano appassionanti, comprese quelle dei personaggi minori, i collaboratori del vicequestore, che in questo libro acquisiscono caratteristiche più definite.
La strana coabitazione tra Rocco , Gabriele e la amdre di quest'ultimo, Cecilia Porta, continua, nel suo modo un po' improbabile e assolutamente non convenzionale.
L'intuizione del vicequestore (insieme al lavoro prezioso dei suoi collaboratori) condurrà anche stavolta verso una soluzione impensata.
In attesa del prossimo capitolo, ne consiglio vivamente la lettura.

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