Selenya: l'Ombra di Porpuraria - Capitolo 12- Conoscenza

“Che ne dite di berci su?”

Gano e Batina si guardavano negli occhi, mentre quell’uomo rozzo tirava fuori un fiasco pieno di qualcosa dal colore poco invitante; l’odore proveniente dal fiasco era un chiaro invito a non accettare quell’offerta.

Ma… ma… te sei davvero fuori di testa! Prima parli come se volessi usarci per il tuo divertimento e ora ci vuoi bere su?

Ametl scosse le spalle: “Dalle nostre parti un accordo, buono o cattivo che sia, non è valido se non finisce con un brindisi. Ma se volete, possiamo anche divertirci in altro modo…”

Batina si volse verso la donna che le avevano presentato come Nahua “Ma tu sopporti senza fiatare questo… questo… buzzurro?!

Nuhua non rispose, ma il lieve sospiro e lo sguardo sembravano parlare per lei dando ragione alla cortigiana di Porpuraria.

Gano, con un colpo di tosse tutt’altro che naturale, cercava di distogliere l’attenzione dalla compagna che si stava dimostrando poco diplomatica.
Sì, grazie, brindiamo alla nostra nuova alleanza! Le donne non apprezzano, purtroppo, certi piaceri della vita!” prese un sorso di quella bevanda e per poco non vomitò tutto a terra. Quella cosa bruciava ed aveva un sapore atroce, non osava chiedere cosa fosse… sia mai che l’obbligassero a berne ancora!
Tepeyotll, da queste poche frasi che ci siamo scambiati, immagino che tu sia…” Gano cercava nella sua mente la parola più adatta per non offendere nessuno “il responsabile della sicurezza di tutto il gruppo. Sia noi di Porpuraria che voi di Tlicalhua siamo ad un punto di arrivo. Le nostre scoperte si sono fuse e andrebbero studiate meglio di così, ma… questo posto… non mi sembra appropriato per scambiarci informazioni.

Il silenzio si diffondeva tra i presenti mentre Gano li fissava uno ad uno finchè l’uomo che sembrava un sacerdote non parlò

Potremmo spostarci al Villaggio delle Pianure…” suggerì Xoku.

Il guerriero annuiva, mentre aggiungeva “Sì, il villaggio è a metà strada tra la Fossa e la Città Imperiale. Se vogliamo proseguire ci serviranno anche provviste, adesso abbiamo due bocche in più da sfamare. Mettiamoci subito in cammino, il sole del deserto è appena tramontato ed è meglio viaggiare di notte nel deserto.

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Foto di Stefan Keller da Pixabay

Gano e Batina camminavano al centro del gruppo, per un occhio poco attento sembravano prigionieri scortati da un gruppo di guardie, e forse era meglio così vista la fama di guerrieri e assassini di quel regno.
Parlottavano tra di loro senza preoccuparsi di orecchie indiscrete, anche perché di lì a poco avrebbero dovuto condividere quelle informazioni.
Gano, le parole della boccetta che abbiamo scoperto nella grotta si sono fuse alle loro, quindi ci sono altre boccette sparse per Selenya… dove saranno?” Batina si stringeva un mantello intorno al corpo. Si sentiva gelare, l’adrenalina di quel giorno la stava abbandonando e lasciava solo freddo sia nel corpo che nell’animo.
Batina, non è detto che siano boccette, loro ci hanno parlato di parole che hanno trovato in un luogo, senza specificare altro. Di sicuro sono coinvolti anche gli altri regni di Selenya. Da quello che ho potuto vedere, l’autore di quelle parole ha sparso il suo messaggio con un criterio logico e in attesa di un evento specifico. Ma sono solo mie supposizioni, dobbiamo sapere qualcosa di più, ma aspettiamo di arrivare al villaggio, seduti di fronte ad un tavolo sarà più facile pensare alla prossima mossa. E magari i nostri compagni ci daranno qualche informazione in più

Continuarono il viaggio in silenzio, ogni tanto Xoku si avvicinava per dire due parole. Ai due piaceva quell’uomo, non era una persona aggressiva e conversava piacevolmente del più e del meno. In alcuni momenti sembrava che desiderasse essere altrove invece che con quelle persone, ma forse era solo un’impressione e non la verità.

Il villaggio era molto diverso dalle città di Porpuraria, non c’era l’eccessiva attenzione all’ordine e alla pulizia a cui erano abituati, ma trovarono comunque una taverna dove mangiare e dormire un po’. Il grosso Tepe li obbligò a dormire nella stessa stanza di Nuhua. Per Gano e Batina non era un problema dormire con altri, ma avevano l’impressione di avere un guardiano; la situazione, quindi, non era molto piacevole. Dopo averli accompagnati alla porta della loro stanza gli dette appuntamento per l’ora di pranzo senza aspettare risposte o conferme.

Nahua restò a vegliare su di loro durante la notte, passeggiando silenziosamente tra la porta e la finestra della locanda. Sembrava inquieta e pensierosa; Gano si era assopito, ma Batina la osservava timorosa di interrompere quel silenzio meditabondo. Dopo alcuni minuti Nuhua si accorse di non essere la sola ancora sveglia e si avvicinò alla donna. “...come va il livido?” chiese la ragazza, indicandole con un cenno lo zigomo.
Batina si mise a sedere sul letto per parlarle meglio. “Va meglio, grazie. Non è la prima volte che me ne procuro uno simile, sai la mia professione porta anche ad incidenti del genere.” Fece una silenziosa risatina. “Vorrei ringraziarti per averci aiutato, da quello che ho capito anche te non sei una donna libera di fare ciò che desideri…

Nahua alzò le spalle. “Di niente.” Si morse il labbro. “La prima volta fu terribile. Mi presero in due e ne uscii con due costole rotte ed un livido come il tuo. Poi ti ci abitui. Ti ci abitui o muori.

Batina prese le mani della donna tra le proprie. “Mi dispiace. Io ho scelto di fare questa vita, nessuno mi ha obbligata. Nella nostra terra donne e uomini non vengono obbligati a compiacere i desideri di altri. Sfortunatamente, però, siamo obbligati a soddisfare ogni loro desiderio anche se non di nostro gusto. E si, anche a quello alla fine ti abitui, in fondo è un lavoro meno duro che tuffarsi in mare a raccogliere spugne e conchiglie.” Mentre portava la mano alla bocca per coprire uno sbadiglio, Gano si agitò nel sonno. “Credo che dovremmo spostarci da qua se vogliamo parlare ancora.

Nahua ebbe un tremito e sfilò le mani dalle sue, scuotendo il capo. “Avremo tempo per parlare... ora riposati. Il riposo guarirà la maggior parte delle ferite.

Batina sbadigliò di nuovo “Hai ragione, ma riposa anche te. Non puoi stare sveglia per sempre… Buonanotte e ricorda, siamo in debito verso di te. Prima o poi lo ripagheremo.

Nahua annuì e si allontanò in un angolo della stanza: poco prima di perdersi nel sonno, Batina sentì sussurrare un “Grazie” da qualche parte tra le ombre della notte.

Il riposo era stato ben gradito. Gano aveva recuperato dalla borsa i libri ed i frammenti di vetro che rappresentavano i soli indizi in loro possesso.
Tepe e gli altri li attendevano nella grande sala comune della taverna. Avevano scelto un tavolo isolato e chiesto al proprietario di non far sedere nessuno nei tavoli vicini. Gano prese posto al tavolo mentre Batina si accomodava nel tavolo vicino.
Vedo che mi aspettavate per iniziare a confrontare le nostre scoperte.” mentre parlava, aveva messo sul tavolo le cose che avevano raccolto a Porpuraria “Prima di condividere con voi le nostre informazioni, vorrei vedere il foglio con le due profezie fuse insieme

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Mentre Gano osservava le parole incise sul foglio le vide tremolare nuovamente

Credo che abbiate notato anche voi come le parole non riescano a mantenersi immobili” mentre parlava aveva rimesso la pergamena sul tavolo in modo che tutti potessero vederle.
La nostra parte di profezia faceva la stessa cosa prima di incontrarvi, quindi anche questa non è la loro meta finale.

Prese parola Xoku “Ci sono anche dei buchi nelle frasi. Sembra che manchi ancora qualcosa per essere completa.

Questo significa che il nostro prossimo obiettivo è trovare le parole che mancano per tappare i buchi” Il grosso guerriero aveva parlato usando un tono che non lasciava dubbi, quello appena detto era un ordine, non un suggerimento.

Batina dalla seconda fila si intromise nel discorso “Si, ma dove le dobbiamo cercare? Siamo sicuri che siano ancora nascoste? Magari ci sono altri come noi che le hanno trovate…

Batina, una domanda alla volta” Gano cercava un contatto con l’Equilibrista, il Dio continuava a non rispondere “Non sappiamo chi ha scritto questo messaggio e nemmeno quando è stato scritto. La sola cosa che sappiamo è che non è in una delle lingue dei Regni, ma è nel linguaggio comune. Questo può solo significare una cosa… Tutti i Regni sono coinvolti e tutti e sei sono i destinatari di questo messaggio.
Fece una pausa cercando negli altri un cenno di assenso.

Tepe annuì lentamente con la testa.

Gano riprese la parola “Se questo ragionamento è corretto, allora ogni Regno ha nascosto al suo interno una boccetta come quella che abbiamo trovato noi. Non sappiamo però se sono state già scoperte o se siano da ricercare nei vari territori, ma di sicuro dobbiamo prendere contatti con i sovrani per capire chi sono coloro che sono stati investiti dell’incarico…
...La Città Imperiale” la voce di Nahua interruppe il suo ragionamento. “Quello è solo posto dove tutti i regni si possono radunare in sicurezza.

Ametl sghignazzò: “*Ottimo! Parlano molto bene dei bordelli della città, è da parecchio che non mi faccio una Svadhi... * disse sfregandosi le mani.

Raccogliete le vostre cose e fate provviste. Si parte immediatamente.” aggiunse Tepe alzandosi.

Ma…” Batina voleva fermare gli altri, c’erano ancora molte domande senza risposta e lei doveva capire “Partiamo così senza nemmeno chiarire i dubbi che abbiamo? Una volta arrivati alla Città Imperiale che facciamo? Ehi… ascoltatemi!

Ma la donna ormai parlava alla sala vuota, tutti erano andati via tranne Gano

Batina, troveremo le risposte alle tue domande, ma adesso andiamo, questi sono uomini d’azione, non di parole.” Mentre prendeva la mano della compagnia, sorrise e si diresse verso la porta per obbedire agli ordini appena ricevuti.

Selenya: Le sei Ombre della Luna


Le Sei ombre della Luna - immagine di @armandosodano

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