Steemit alla deriva - Le ragioni per cui mi dissocio dalla communty ita su Discord

Era da tempo, da tanto tempo che volevo scrivere questo post.
Non esageriamo sù, forse si tratta di una paio di mesi, settimana più settimana meno, ma che importa...

alhgero-tramonrto.jpg

Ero indeciso: non sapevo che toni usare, a chi rivolgermi e in che modo, avevo paura di urtare qualcuno, di creare troppo scompiglio, di risultare inopportuno.

Misurare le parole, i contenuti, i concetti...Ma alla fine a chi importa, a quei 10/20 lettori che affollano il mio blog?
Che tra l'altro sono gli unici per cui continuo a scrivere con piacere.

Ma veniamo al dunque: sono disgustato in primis da come si sta evolvendo Steemit e in secundis dal gruppo Steempostitalia. Tratterò uno per uno i seguenti punti.

L'involuzione di Steemit in nome del Dio Denaro

Steemit era un'isola felice, almeno agli inizi. Un'idea tanto brillante quanto semplice: redistribuire alle persone il valore che producono su un determinato social network. Perché far arricchire lo Zuckerberg di turno quando i nostri like, le nostre interazioni, i nostri post, hanno un valore che potrebbe tornare nelle tasche degli autori?

Un sistema decentralizzato che si autoregola, una crypto nuova di zecca destinata a decollare...Tutto molto bello. L'unico problema è che ci siamo dimenticati di due cose fondamentali: la prima è che ci sono i soldi di mezzo, la seconda è che a gestirlo sono le persone.

Da che mondo è mondo, quando le persone hanno a che fare tra di loro e ci son di mezzo i soldi, il risultato è sempre una merda. Non sto qua a martoriarvi col mio astio contro un certo tipo di sistema economico o contro i soldi in generale. Sta di fatto che, dopo un inizio brillante, anche Steemit si è trasformato in una scatola vuota. Anzi no, piena. Di merda.

Da un lato c'è chi si sbatte a creare dei bei contenuti raggranellando pochi spicci, dall'altro ci sono i soldi. Ma come, in linea di principio i soldi non sarebbero dovuti andare ai più meritevoli? Ovviamente no. I soldi, quelli grossi, sono un'altra cosa, non prendiamoci per il culo. Davvero credevate che postando le vostre storie o le vostre fotografie, per quanto brillanti, avreste potuto trasformare la vostra attività da blogger in un secondo lavoro? Così, in modo spontaneo?

Pensate che stia dicendo un mucchio di scemenze? Giusto per fare un esempio, andate a vedere che fine ha fatto il buon @stea90, finito in mezzo a una guerra tra balene. O più semplicemente, andate a dare uno sguardo ai superaccount, ai loro movimenti, ai loro contenuti. Lo avete già fatto? Molto bene.

Steemit è un business, se non vi era chiaro, e come tale deve essere trattato. Scordatevi le buone intenzioni, le balle della piattaforma decentralizzata che premia i meritevoli e tutte quelle belle parole. Su Steemit ci sono i soldi e questi si sa, fanno gola a tutti. Specialmente quando farli diventa un gioco da ragazzi.

Per carità, ci sono tantissimi utenti in buona fede, tantissime persone che davvero credono ancora nella bontà di questa piattaforma e alcuni, con grande fatica, riescono davvero a tirar sù dei bei soldi senza necessariamente scendere a compromessi con nessuno. Ho diversi esempi da portarvi, dai miei amici @yoganarchista e @sature, con cui ho cominciato a usare Steemit nel giugno 2016, a tante altre persone che ho conosciuto bazzicando da queste parti. Una su tutti la mia conterranea @sardrt, che da brava testona se n'è fregata di tutto e di tutti e ha continuato per la sua strada.

Potrei citarne altri, ma non siamo qua a fare la lista dei buoni e dei cattivi. C'è anche chi ha mollato dopo esser stato tra i primi ad averci creduto, ovvero @freiheit, che in tempi non sospetti mi consigliò vivamente di cominciare a scrivere su Steemit salvo poi ricredersi dopo aver toccato con mano lo schifo da cui era circondato. Ma allora, cosa ci resta da fare? Dovremmo tutti chiudere baracca e burattini e dimenticarci per sempre di quel mondo magico che ci venne paventato qualche anno fa?

Dipende. Mollare è sicuramente un'opzione. Ma c'è chi, come me, in fondo crede che ci sia del buono da queste parti. La soluzione c'è e c'è sempre stata, il problema è che l'ingordigia di pochi ha creato una reazione a catena per cui le stesse dinamiche di potere che vediamo nella quotidianità sono state riprodotte in scala su questa piattaforma.

Ci vuole gente con le palle che sappia dire di no. Ci vuole gente che non si presti al becero servilismo a cui purtroppo siamo abituati ad avere a che fare, alla riverenza nei confronti di "chi ne ha di più". Nella misera speranza di brillare un po' di luce riflessa e raccogliere le briciole lasciate dalla balena di turno. Ci vogliono persone che riescano a pensare a una visione comune da inserire nel lungo periodo, invece di arrabattarsi a leccare qualche culo per assicurarsi una manciata di spiccioli. Non serve una rivoluzione armata, sarebbe sufficiente pensare con la propria testa e mettere in atto il credo che, almeno nelle intenzioni, veniva sbandierato agli inizi. Ovvero creare bei contenuti e dare valore a quelli altrui attraverso gli upvote. Ma per davvero.

Invece accade che, data l'abissale differenza tra chi comincia e chi c'è già da tempo, i nuovi arrivati comincino ad affiliarsi a qualche gruppo o cricca per far lievitare i propri guadagni. Giusto o sbagliato? Giusto nel breve periodo, sbagliatissimo nel lungo. Ma soprattutto, una pessima scelta dal punto di vista etico: abbiamo tanto decantato le meraviglie di Steemit come sistema decentralizzato per poi tornare all'ovile e dipendere da qualcuno o qualcosa di non ben definito. Congrats.

Steempostitalia: una community tutta "italiana"

Sarà che nel nostro Belpaese siamo così abituati a sguazzare nel letame che l'olfatto ha perso un po' di sensibilità quando si tratta di avvertirne la puzza. O forse siamo diventati così bravi da riuscire a turarci il naso con una mano e fare tutto il resto con l'altra.

Ricordo che agli inizi, quei pochi e poveri cristi che scrivevano in italiano non avevano la benché minima considerazione. Motivo per cui qualcuno pensò bene di cominciare a utilizzare un tag preciso per raggruppare i post scritti nella nostra amata lingua. Cominciavano così a fioccare post nella categoria #ita, creata dalla gente per la gente.

Qualcuno poi ci ha visto più lungo degli altri e ha dato vita a una community, prima su Telegram e successivamente su Discord. Una come tante altre esistenti, fatte per evitare la dispersione di contenuti preziosi che invece andavano a spargersi in quel mare magnum di post che quotidianamente veniva sfornato dagli utenti entusiasti. Tutto molto bello.

Poi però le cose sono cambiate, così come la policy di Steemit che infatti ha rivisto il sistema degli upvote. In passato non esisteva la possibilità di votare in percentuale, ma il voto era sempre al 100% e il problema della bandwidth nemmeno si poneva. C'erano voti a sufficienza per tutti, sebbene lo Steem valesse meno di un soldo bucato, almeno per un periodo discretamente lungo rispetto alla sua storia.

I voti cominciavano a diventare merce rara, un po' perché il loro valore era aumentato, un po' perché se ne potevano dare di meno. E poi c'erano i nuovi Witness, che a loro volta avevano e hanno bisogno di voti per sopravvivere, anche se qui non stiamo più parlando di semplici upvote. Ecco quindi che la bella community fatta da italiani per gli italiani si trasforma in un business.

Da quel poco che ho avuto modo di capire in questa vita, quando qualcuno viene a chiederti di entrare a far parte del suo fantastico mondo promettendoti dal nulla delle ricompense, c'è sempre qualche fregatura sotto. E guarda caso, tra i commenti dei nuovi arrivati spuntano degli inviti a unirsi alla community italiana su Discord. Tutto in nome del bene comune, sia chiaro. Lo si fa per "far crescere la community", perché siamo tutti dei frikkettoni pace, sole e amore. O forse no? Ah già i soldi.

Senza girarci troppo intorno, quel che mi disgusta fortemente è innanzitutto il tentativo di centralizzare e canalizzare i voti, quindi i soldi, in un social network che fa della decentralizzazione la sua bandiera. Che è un po' come se un pacifista tenesse sotto il materasso un kalashnikov, perché "nun se sa mai". Capirete da soli l'incoerenza.

In realtà non c'è nulla di incoerente. Steemit è un business e c'è chi ha capito meglio di altri come stampare i soldi. Fin qui non ci sarebbe nulla di male, non foss'altro che il gruppo di autori italiani che ha intenzione di affacciarsi su Steemit ha possibilità vicine alle ZERO di guadagnarsi un po' di reputazione senza far parte del magico mondo di Steempostitalia. La ragione è semplice: agli stranieri frega cazzi di leggere i post italiano, tantomeno di votarli. L'unica possibilità di crescita sarebbe quella di accaparrarsi il voto di una balena made in Italy, ma a conti fatti queste si contano sulle dita di una mano. Insomma, siamo tornati al punto di partenza: per chi scrive in italiano e non vuole scendere a compromessi la strada e tutta in salita. E pure piena di buche.

Ma parliamo un po' di uno dei tanti aspetti che a parer mio dovrebbero far saltare sulla sedia chiunque dotato di buon senso. Circa sei mesi fa sul profilo di @thenightflier compare un post molto curato contenente i, pesunti, dieci comandamenti di Steemit. Un decalogo comportamentale scritto da uno degli admin della community italiana. Qui sotto vi riporto il punto numero 7:

nighflier.JPG

Piccola particolarità: lo stesso autore, circa tre mesi dopo, comincia a postare un corso su Ableton, un noto programma di produzione musicale, a puntate. Delle vere e proprie lezioni, con post ben curati sebbene in rete esistano una miriade di tutorial, anche in lingua italiana, fatti in formato video. Insomma, non proprio il massimo dell'originalità ma ci sta, l'autore in questione porta la sua esperienza sul campo e prova a divulgare la sua conoscenza. Molto bene.

Poi però ci si accorge di qualche piccolo dettaglio:

1 - Il corso, nel momento in cui vi scrivo, è arrivato alla puntata numero 92. E' sufficiente fare un giro su Youtube per constatare che, anche i corsi più approfonditi, a stento raggiungono le 20 puntate, oltre a essere decisamente più fruibili in quanto in formato video.

2 - La stragrande maggioranza dei post ha un numero di visualizzazioni nettamente inferiore al numero dei voti. In genere il rapporto è di 1 : 3, senza considerare che il counter tiene conto di ogni singolo click a prescindere da chi apre il post. Per intenderci: basta entrare e uscire un certo numero di volte dal post per avere altrettante views.

3 - L'interazione con gli utenti, già piuttosto scarna all'inizio, sparisce completamente. Diversi utenti, davvero interessati, chiedono di poter avere una versione in inglese. Ne posto giusto due qua sotto a mo' di esempio.

commento-night2.JPG

commento-night.JPG

4 - Tutti i post raggiungono cifre spropositate, dai 300$ e passa degli esordi - quando lo Steem era bello pimpante - ai 50$ e spicci attuali - che come ben sapete sono grasso che cola di questi tempi -.

5 - Tra i voti compaiono costantemente quelli delle uniche balene italiane. Evidentemente queste trovano estremamente interessante ogni singolo post, dato che su Steemit di votano i contenuti in base al loro valore per la community. O almeno, doveva essere così no?

Do un taglio all'elenco puntato perché penso che il concetto che vorrei esprimere stia cominciando a schiarirsi anche nella testa di chi legge. Non conosco personalmente l'autore e sono sicuro che ci abbia messo impegno e passione a redigere i suoi post. Ma siccome non siamo alla Sagra della Salsiccia, ma su un Social Network che dovebbe basarsi su dei principi SOLIDI, mi sorgono alcune domande.

  • Siamo sicuri che dietro questa marea di upvote, alcuni dei quali particolarmente rilevanti, vi sia semplicemente una genuina volontà da parte delle persone di premiare il suo operato? (ricordo a tutti che questo è ciò che dovrebbe essere)

  • In virtù di quanto detto, vi fidereste a entrare in una comunità dove chi dovrebbe dare l'esempio incassa puntualmente una cifra spropositatamente superiore facendo il minimo sforzo? ( interazione ridotta ai minimi termini, mai un resteem sul proprio profilo)

Mi spiace che sia finito sotto la mia lente d'ingrandimento il suddetto autore. Nulla contro la sua persona né contro la qualità - questa sì, arbitraria - dei post. Il problema vero risiede nel modus operandi, che va in controtendenza con quelli che dovrebbero essere i CAPISALDI di questa piattaforma.

Questa lunga digressione è solo un esempio di come le cose funzionano all'interno del gruppo Steempostitalia. Vi sono alcuni autori che godono di un supporto cospicuo e costante, a prescindere da cosa viene pubblicato. Tutto è organizzato in maniera gerarchica e i compiti vengono suddivisi tra admin, moderatori e utenti. MA QUALI COMPITI?

Forse nelle intenzioni dei fondatori c'era la volontà di far sorgere dei piccoli gruppi CENTRALIZZATI che elargiscono upvote a mo' di salario? Assolutamente no. E questo è fuori di dubbio. La faccenda è sotto gli occhi di tutti, ma nessuno osa dire nulla. Nessuno si azzarda ad andare controcorrente, perché non sia mai che prima o poi qualcuno si rifiuti di dare quel misero 10% di upvote per racimolare i canonici 6/7$ a post.

Vogliamo parlare del voto automatico? Parliamone sù. Perché mai sbattersi a leggere dei contenuti quando si può semplicemente entrare a far parte di una community e destinare il proprio voto nelle mani di un bot, senza fare la fatica di leggere? Ecco quindi post con 300/400 voti e 30/40 visualizzazioni, di cui una decina dell'autore che in fase di revisione avrà cliccato più di una volta sul suo post.

Una trovata che da un lato garantisce un introito costante - seppur, ricordiamoci bene, si tratti sempre di una pizza e una birra - mentre dall'altro UCCIDE la comunità di Steemit. Questi autori non potranno mai votare altri contenuti al di fuori della loro cerchia, semplicemente perché non avranno VP sufficiente per farlo. Il gioco è semplice insomma, i voti son pochi e ce li cucchiamo tra di noi. E chissenefrega dei principi, della decentralizzazione e di tutte quelle menate da buonisti. Qui bisogna fare soldi e pazienza se ci si trova costretti a raggiungere un'inclinazione del busto, rispetto alle gambe, superiore al grado di un angolo retto.

Una questione di responsabilità

Ho sentito l'intima necessità di scrivere quanto sopra. Perché col tempo sto perdendo la motivazione a postare dei contenuti su questo social. La gente non legge - sai che novità - e si limita semplicemente a scambiare qualche upvote perché alla fine è quello che conta. Volete davvero ridurre il giocattolo a brandelli per assicurarvi una manciata di monetine?

Se accettate passivamente quest'ordine siete COMPLICI della deriva di un social che sarebbe potuto essere una vera rivoluzione e che invece sta diventando una riproduzione in miniatura del sistema in cui viviamo che tanto ci disgusta.

Mi fa sorridere vedere una marea di utenti facenti parte della community commentare, in maniera poco naturale e molto affettata, i post di questo o quell'altro. Un'interazione artificiosa dettata dalla convenienza più che dalla vera volontà di esprimere un'opinione. Com'è che tutto d'un tratto il dissenso non trova più spazio ma ci sono solamente quintalate di parole al miele, tavolta per contenuti davvero di bassa lega?

Per favore, ve lo chiedo in nome della community, QUELLA VERA, chiamata Steemit. Smettetela di far finta di nulla, di fare buon viso a cattivo gioco e perpetrare un sistema che danneggia irreparabilmente la piattaforma. Tirate fuori quel che davvero avete da dire e pazienza se il vostro blog sarà un fiasco. Scrivere e risultare interessanti è un'impresa molto difficile. Ve lo dice uno che fa il redattore da diversi anni su alcune testate - di settore - di portata nazionale e che quindi sa bene cosa significhi rivolgersi alle masse. In questo modo chi davvero ha delle qualità non emergerà mai. Avrà spazio invece, chi meglio si presta a certe dinamiche clientelari a prescindere dalla bontà di quanto prodotto.

Infine vorrei fare un saluto a tutti quelli - e ce ne sono parecchi all'interno della community ita - che arricchiscono per davvero questa piattaforma e agiscono con coerenza e onestà. Magari non tutti hanno trovato il coraggio di dire le cose come stanno e non posso biasimarli per questo. Mi son preso io la briga di esprimere un pensiero a riguardo, poi se volete unirvi fate pure.

Invito inoltre i membri di @steempostitalia a intervenire sulla questione e dire la loro. Sono aperto al confronto e a rivedere le mie posizioni laddove abbia preso qualche cantonata, sempre nell'ambito di una discussione civile e produttiva al fine di contribuire realmente a quell'utopia chiamata Steemit, che al momento rimane tale.






Follow me @bronsedi

H2
H3
H4
3 columns
2 columns
1 column
144 Comments
Ecency