La Luna bianca di Alfhild - Pt. 1 Concentrazione e addestramento

Come ogni mattina, nella Baronia di Neve del Regno di Alfhild, il tempo trascorreva tranquillo e il vento soffiava forte e gelido. Freyja, nonostante indossasse una pelliccia pesante, avvertiva ogni singola folata come una lama tagliente sopra il suo corpo. La ragazza, ormai ventenne, passeggiava tra le foreste di pini e abeti in cerca di qualche fiore o bacca colorata da portare a casa. Chiunque avesse provato a camminare in quelle condizioni, tra neve e ghiaccio, lo avrebbe trovato difficoltoso; ma non lei: Freyja conosceva ogni singola macchia della Baronia di Neve, proprio perché vi era cresciuta. I suoi ricordi d’infanzia avevano come luogo preferito i boschi fitti di alberi innevati e ghiacciati; ricordava benissimo quanto adorava giocare con la neve, scovare le tane nascoste degli animali in letargo e osservare le renne in lontananza… Quello che però mancava nei suoi ricordi, purtroppo era un’amica; suo malgrado, non aveva mai condiviso con nessuno quelle memorabili giornate del suo passato.
Girovagando da una parte all’altra del sentiero innevato, aveva ormai raccolto una quantità ragionevole di bacche e fiori, e perciò decise di avviarsi verso casa.
Lungo il tragitto, tra le piante, Freyja iniziò a sentirsi come osservata e a udire rumori sospetti, somiglianti a piccoli passi.

“Ricordati di non farti mai vedere da nessuno… Io sono l’unica persona che puoi vedere. Al momento opportuno le cose cambieranno”.

Le parole del Sacerdote le risuonavano in testa da sempre, soprattutto in quel momento. Decise di provare a seminare il presunto inseguitore, nascondendosi velocemente dietro al tronco di un albero, dove aspettò fino a quando il rumore dei passi non si fece veramente vicino. A quel punto, si girò di scatto, ma non si rese conto che la folle paura d’esser vista, l’aveva portata a intensificare la forza della sua vista. Il suo sguardo si fece attento e veloce, quasi come quello di un felino. Soprattutto però, per via dell’eccessiva concentrazione, il color ghiaccio dei suoi occhi si era intensificato a tal punto da aver trasformato in ghiaccio vero e proprio il suo inseguitore.
Freyja non si era assolutamente accorta che non era una persona a seguirla, bensì un lupo. Aveva appena congelato quel povero animale con il suo sguardo; pensò che il Sacerdote si sarebbe veramente arrabbiato. Sapeva benissimo che le era proibito usare i suoi poteri, se non strettamente necessario, soprattutto il congelamento visivo.
Era stato più forte di lei: una sensazione strana, quasi superiore, che non riusciva a controllare, ultimamente si stava facendo strada nel suo intimo sempre più spesso. Proprio come era appena accaduto.
Sapeva esattamente che una volta tornata a casa, avrebbe dovuto affrontare la faccenda con il Sacerdote, e che non sarebbe stato per niente semplice.

neveluna.jpg

Immagine CC0 Modificata Fonte Pixabay


Il Sacerdote Kuhgla era seduto sulla sua poltrona davanti al fuoco del camino, sfregandosi le mani nell’intento di scaldarsi un po’. Improvvisamente la porta del rifugio si aprì, lasciando intravedere la sagoma della ragazza.

“Hai passato una bella mattinata, Freyja? Ti preparo un infuso caldo di erbe, con questo freddo devi assolutamente riscaldarti” disse il Sacerdote.

“Sì, una bella mattinata. Sai, sono riuscita a raccogliere diverse bacche utili a creare i miei colori per dipingere. Domani mattina direi che potrei ritrarre qualcosa di nuovo” rispose lei.

Il Sacerdote si accorse che Freyja era molto strana; solitamente raccontava molti più dettagli a riguardo delle sue passeggiate, ma ora si era soffermata più su altre cose.
Decise di indagare.

“Sicura sia andato tutto bene? Non oso immaginare cosa sarebbe potuto succedere se ti avesse vista qualcuno… In questa casa le regole sono poche, lo sai, due per la precisione: non incontrare altri umani al di fuori di me e non usare i tuoi poteri se non strettamente necessari. Almeno fino a quando non troviamo un modo per aiutarti a controllarli: sai bene che potrebbero accadere cose sconvenienti se...” La ragazza lo interruppe: “Non ho incontrato nessuno! Cioè, credevo di esser seguita, ma mi sono nascosta, solo che… ho involontariamente congelato un lupo. Tutto qua. Non volevo, non so perché, ma è successo e basta. So benissimo che non è una cosa ammissibile, ma credevo di essere in pericolo; in quel momento ho avvertito una forte energia e i miei occhi hanno fatto tutto da soli. Pensavo che potresti curarmi questo difetto… non puoi riportarlo allo stato naturale? Mi sento terribilmente in colpa”.

“Non ti ha vista nessuno, fortunatamente... Già, prima o poi dovrò pensarci seriamente. Potrei riportarlo allo stato naturale, sì, ma non lo farò, anzi. Ciò che è successo dovrà servirti da lezione. Hai una grossa responsabilità sulle spalle, Freyja, credo sia ora che io ti spieghi tante cose. Non adesso, però, non qui. Beviamo questa tazza di infuso e poi andiamo a fare come di consueto il nostro addestramento”.


“Ho detto concentrati! Fissa il tuo nemico e cerca di dominare le tue emozioni! Non puoi congelare una persona solo perché ti ha derisa o spaventata, capisci!? Concentrati e resta calma, respira. Senti il tuo potere? Espira!” strillò Kughla rivolgendosi a Freyja.
La ragazza era concentrata, i suoi nervi tesissimi. Sentiva che da un momento all’altro avrebbe potuto congelare con i suoi occhi il Sacerdote, se non avesse svuotato per bene il sacco sul discorso affrontato a casa poco prima. Inspirò ed espirò lentamente, poi si girò verso il sacerdote dicendogli: “E’ giunto il momento. Parla”.

Egli la fissò per qualche attimo in silenzio, ma presto si convinse e si lasciò andare: “In questo regno, come ben sai, è esistita ed esiste tuttora una Dea di nome Kaja. Una Dea coraggiosa, forte, che avrebbe fatto di tutto per il suo popolo. Dopo aver vissuto con un saggio eremita per tanto tempo, decise di liberare il popolo della Neveluna dal tiranno che governava queste terre. Una volta concluso il suo compito, conferì al Saggio il potere e la nomina di Sacerdote, prima di scomparire misteriosamente”.

“Questo lo sapevo già, Kughla” disse lei.

“Lo so, ma c’è un motivo se non hai mai conosciuto altri esseri umani a parte me, se hai gli occhi color ghiaccio e non azzurri come tutti gli altri, se non pratichi magia arcana ma hai poteri completamente diversi e un’energia che ti pervade lo spirito e il corpo. Devi sapere che ogni cento anni circa, nasce una bambina dal tuo stesso colore di occhi, i cui genitori, a malincuore, l’affidano ai sacerdoti come me, per crescerla e aiutarla a sviluppare e controllare le abilità speciali che vi contraddistinguono. Quello che sto cercando di dirti, in poche parole, è che hai dentro di te lo Spirito della Dea Kaja. È questa l’energia che senti. La tua vita terrena ha uno scopo, quello di ristabilire l’equilibrio in questo Regno. Ultimamente la sua energia si sta facendo sempre più potente, e credo che in questi giorni di Luna bianca tu ne stia risentendo particolarmente. Il suo spirito sta cercando di farsi spazio, sta per succedere qualcosa, ne sono certo. Per questo è importante che continui a concentrarti e a seguire con dovizia l’addestramento, perché presto…” fece una pausa e riprese con tono serio “...presto avremo bisogno di te. E non dovrai più nasconderti.”

Freyja non poteva credere alle sue orecchie. Era veramente questo il motivo per cui aveva vissuto una vita così strana fino a quel momento? No, non poteva essere vero. Riusciva solo a pensare che tutta questa storia fosse un incubo dal quale non riusciva a svegliarsi. Poi, però, improvvisamente ripensò agli avvenimenti occorsi in mattinata. A quanto, di recente, fosse difficile per lei controllarsi, a tutte quelle volte in cui non si era nemmeno resa conto di quello che stava facendo, pur sapendo di doverlo fare.
Forse il Sacerdote Kughla aveva ragione. Di sicuro qualcosa di strano in lei stava succedendo.

“Non posso crederci, non è vero! Io sono stata trovata qui! Se fosse come dici tu significherebbe che i miei genitori sono vivi, sanno che sono qui e non sono mai venuti a trovarmi? Questa è una crudeltà! Io ero solo una bambina! Non ho chiesto io di nascere con questi occhi e di avere questi poteri” urlò Freja a squarciagola.

“Cara, devi assolutamente calmarti! Sai cosa succede quando perdi le staffe, vero? Non riesci più a controllare i poteri della Dea. Ti prego, calmati! Non possiamo farci scoprire ora, è importante che tu mantenga la calma” asserì Kughla.

La ragazza respirò profondamente e se ne andò verso casa, senza dire una parola.
Dentro di sé sapeva che quello che gli era stato riferito dal sacerdote era vero, tutto infatti tornava perfettamente, tutto sembrava più che plausibile. Era conscia che d’ora in avanti l’aspettavano dure prove da superare, e che avrebbe dovuto necessariamente essere all’altezza del compito poco desiderato.
Ospitare dentro di sé lo spirito della Dea Kaja, non sarebbe stata di certo una passeggiata.


La Luna Rossa di Tlicalhua by @gianluccio
Cap. 1: Il Colpo
Cap. 2: La prigionia
Cap. 3: L'Accordo

La Luna Blu di Kasiha by @kork75
Cap. 1: Un anno prima
Cap. 2: L'osteria il corallo blu


H2
H3
H4
3 columns
2 columns
1 column
21 Comments
Ecency