Una piccola guerriera

Sono sparito per un po' dopo l'ultimo post, e chiaramente come si può intuire le cose non sono andate bene.

Il lunedì seguente sono andato dal veterinario che stante la situazione l'ha tenuta almeno fino a sera, se non altro per dare una flebo e antidolorifici. La sera sono andata a riprenderla, non che la situazione fosse migliorata di tanto. Sulle prime però pare darmi una buona notizia "le ho dato da mangiare e ha letteralmente inghiottito con voracità". In effetti in 4-5 giorni non aveva mangiato che pochissimo cibo.

Ma la frase successiva è la mazzata "le abbiamo dato il cibo ultra vitaminico che di solito diamo ai pazienti oncologici". I veterinari come i medici, tendono sempre a poggiare li qualche indizio sparso, non vanno diretti al punto. La Micia comunque aveva tra le altre cose fatto il prelievo del sangue e il giorno dopo ci sarebbero stati i risultati delle analisi.

In realtà ci è voluto più del previsto, e mercoledì mattina al lavoro arriva la chiamata, senza troppo girarci intorno il verdetto è bruttissimo. Leucemia felina, non ci sono cure. Sono tornato alla mia scrivania in stato quasi catatonico. Un pugno nello stomaco come non ricordavo da un decennio buono.

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foto di proprietà dell'autore.

Oltre al cibo ultra-vitaminizzato, anche una scatola di antibiotici. Tutta la settimana la Micia è stata parecchio male, poi domenica scorsa un piccolo segnale di inversione di tendenza. Lunedì mattina alle sue solite 7 del mattino, pare rinvigorita, in realtà è una piccola finestra temporale dove torna ad essere lei, o quasi. Mezz'ora dopo si spegne di nuovo come avesse le pile scariche. Tuttavia chiede di uscire e decido che se la controllo si può fare. In fondo l'aria fresca del mattino può essere d'aiuto a livello psicologico, a non restare sempre chiusa in casa.

La cosa si ripete anche il giorno dopo, forse gli antibiotici, forse il mangiare che divora in modo famelico, la finestra di attività si allunga un pochino. Riesce a camminare un pochino meglio, a volte casca ancora, ma già salire sulla sedia lo fa in modo meno difficile, mentre per scendere si butta giù come fosse un sacco di patate, con un tonfo preoccupante.

I giorni successivi la strana routine continua, un giorno addirittura arriva a raddoppiare, una piccola "fuitina" anche ad ora di pranzo e comincia vagamente a pensare nella sua testolina che si può fare di più, fare il suo solito giro. Cosa non possibile, visto che da li ad un ora sarà di nuovo senza forze, in quel caso chissà dove senza che possa tornare da me.

Le volte successive capisce che sono li, al limite del cortile, sul cancello in ferro battuto, dove lei passa attraverso le ornature, per fermarla. Sono diventato il suo carceriere. E comincia a studiare la situazione, a volte cerca di fare la finta tonta per tentare una sortita di sopresa, ma è troppo lenta. Altre volte studia altre possibili vie di fuga, che per fortuna non ci sono, non nelle sue condizioni fisiche. Una sera, in seconda uscita, forse complice il freddo e la stanchezza gli dico "dai torniamo dentro". Riesce sempre a stupirmi, mi guarda, annusa un po' l'aria e poi con fare rassegnato si dirige verso l'uscio di casa, sarà per domani mattina.

Ora cammina quasi in modo indistinguibile a prima, barcolla qualche volta, ma non cade più. Scende in modo felpato dalla sedia. Certo la finestra di stanchezza si è ridotta, ma non tantissimo. Per 20-21 ore rimane comunque a dormire. Stamattina ho faticato non poco a trattenerla, prima o poi riuscirà nella sua fuga da alcatraz. L'ho messo in conto, è la sua natura sin dall'inizio, e temo che quel giorno sia l'ultima volta che la vedo.

Resta il fatto che è una piccola guerriera, che non molla mai, e un giorno in più è un giorno strappato al destino.

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Ecency