Quando Bitcoin era una truffa

Un bellissimo articolo di The Cryptonomist ci ricorda il passato. Quando solo qualche anno fa schiere di personaggi sparavano scemenze perché nel “vecchio” mondo valeva, e molti ne sono ancora convinti, che l’oblio gli regali i super poteri. In effetti prima di Internet questo era vero, chi si ricorda cosa diceva tizio qualche anno prima? Magari qualcuno che ne è rimasto colpito da una certa dichiarazione ci sarà, ma le masse hanno il grosso difetto di “dimenticare“.

Ma Internet è anche questo; archivio storico. E quindi le parole dell’Ex CEO di Paypal proferite nel 2018 (quando già era fuori da diverso tempo da quell’azienda) suonano come una beffa. Quanti come lui hanno proferito la parola truffa o schema Ponzi, o schema piramidale. Tra l’altro senza che neanche uno di questi fondamentali fosse realizzato, neanche a dire di sapere la materia. E questi sono quelli che vengono intervistati come esperti.

In Italia abbiamo letto Repubblica, ne avevo parlato anche in un post specifico, più di recente SuperQuark, ma anche settori e personaggi inaspettati. Come il Professor Beppe Scienza che è un matematico, e considerando che Bitcoin è per gran parte fondato proprio su quella materia stupisce il suo giudizio. Per lui nel 2017 Bitcoin era una “catena di San Antonio” cioè uno schema Ponzi.

Direi che nel 2021 possiamo mettere a verbale che questa gente ne sa di economia quanto un ragazzino alle elementari. Oggi Bitcoin ha avuto corso legale in uno Stato sovrano. Nonostante le bordate della Cina che vorrebbe bandirlo, non proprio l’ultimo degli squattrinati, anzi forse la prima potenza economica mondiale, niente. Il prezzo ha accusato il colpo e in meno di 15 giorni si è riposizionato dove stava prima, con outlook che puntano ai nuovi massimi storici.

Ma non è tanto il prezzo che va guardato, quanto ai volumi. Siamo sempre sui 40 miliardi di controvalore scambiato ogni 24 ore! Mentre la capitalizzazione è di 904 miliardi, se fosse una truffa sarebbe la migliore e più potente mai realizzata. Come ho scritto in altri post, non ci vuole molto a capire come stanno le cose, basta cercare il beneficiario. Che non c’è, non si è mai vista una truffa dove i beneficiari siano più di un paio, qui addirittura sarebbero milioni e che manco si conoscono tra di loro. Non ha semplicemente senso logico.

Più andremo avanti e meno sentiremo questa gente parlare a sproposito, di sicuro non sentiremo mai proferire la parola “scusate ci eravamo sbagliati“. Probabilmente perché non è solo la gente a non ricordare, ma manco gli autori stessi. Quindi per paradosso potremo leggere o sentire questi che avevano sparato a zero, dire esattamente il contrario da qui a qualche anno, magari mettendoci sopra pure un “ve lo avevo detto“.

Di mio sono contento di avere capito il potenziale del settore con largo anticipo e di trovarmi su una barca con un viaggio se non altro interessante. Gli altri sono ancora fermi al molo cercando di capire se quella cosa luccicante laggiù sia una imbarcazione o un effetto ottico del mare.

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