Vita da bar - 6° puntata


Immagine CC0 creative commons

Il bicchiere era sempre pieno, quel pomeriggio, segnale inequivocabile che il bastardo era bello carico, purtroppo per lui si traduceva in colpi spettacolari, scagliati con la solita maestria, ma che fallivano la traiettoria per pochi centimetri, sufficienti per fargli fumare spesso (andare con la propria biglia sui birilli centrali), per cui stava perdendo, se al contrario l'andamento fosse stata a lui favorevole era tutto ugualmente bello e piacevole, in specifico caso erano cazzi amari, perché non voleva essere preso per il culo, a causa dell'alto tasso alcolemico che aumentava a dismisura le sue reazioni accentuando i già grandi difetti del suo carattere di merda...

Gioca che ti rigioca, fuma che ti rifuma, mi scappa una battuta al suo riguardo, lo prendo per il culo insomma, cosa che lui faceva puntualmente tutte le volte che vinceva, rendendosi insopportabile, veramente se vinceva stava sul cazzo per quello che diceva, se perdeva era un pezzo di merda perché si doveva stare zitti e non si poteva dire nulla, almeno per il modo di ragionare della sua testa di merda, ma una volta si mette in culo, una volta si prende in culo, una volta la sega si tira da una parte, l'altra volta si recupera con il braccio, per cui quando era il suo turno di essere preso per il culo, non si capiva perché non si potesse, e così fu in quel fatidico giorno...

"Ehi bimbo, non mi rompere il cazzo, hai capito?!?!", fu la sua replica stizzita...

"Quando vinci rompi i coglioni tu, quando perdi rompo i coglioni io, una mano lava l'altra e tutte e due lavano la faccia...", obiettai io...

"No, tu stai zitto e basta, chiaro, pezzo di merda??"

"Stai zitto lo dici al tuo cane, così pure il pezzo di merda, ok??"

A quel punto gli si chiuse la vena, appoggiò il bicchiere al tavolo, ribaltandolo, dopo aver tirato una fila di moccoli, mi venne incontro, quando arrivò davanti a me gonfiò il più possibile il petto urlandomi...

"Dì', testa di cazzo, non voglio ripeterlo più, tu stai zitto, chiaro?? Non puoi neanche giocare, perché sei minorenne, ti facciamo un favore a farti giocare, sta zitto e vaffanculo, chiaro, vaffanculo!!!"

Sono alto 1 metro e settantatre centimetri, l'ultimo centimetro della mia comune altezza l'ho preso a 21 anni, così pure le spalle si sono progressivamente allargate vicino al raggiungimento della maggiore età fino ai 25 anni circa, tutto questo per dire che all'epoca di quei fatti ero poco più di un bimbetto, alto poco meno di un metro e sessanta, che sapeva giocare bene a carte e biliardo e interagiva con gli altri, dando e ricevendo confidenza, mi fece sentire piccolo, ma talmente piccolo che una merda secca al mio confronto era un fiore in pieno rigoglio, cercando di replicare con delle parole ma continuava a urlarmi di stare zitto, arrivando a puntare l'indice sul suo viso e ripetendo ossessivamente la parola zitto, finché non fece il movimento di darmi uno schiaffone...

A quel punto mi scostai, definitivamente impaurito dalle sue mosse, uno degli altri giocatori incominciò a prendere le mie difese, dicendo al pezzo di merda di calmarsi, che non era proprio il caso che si comportasse in quella maniera, anzi, che doveva vergognarsi per quello che aveva fatto, ma la sorpresa più amara arrivò dal barista, che intervenne dicendo che il balordo ubriacone del cazzo aveva ragione, che ero un ragazzetto che non doveva giocare a biliardo o a carte, e che me ne dovevo andare, prima che le cose precipitassero, perché mi meritavo tutto quanto...

Se prima ero meno di una merda secca, in quel momento ero meno del nulla cosmico...

Continua...

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Ecency